Anno: XXVI - Numero 12    
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Accordo energetico Italia-Albania Emirati Arabi.

Un grande cavo verde porterà l'energia rinnovabile albanese in Italia.

Accordo energetico Italia-Albania Emirati Arabi.

Il progetto dal valore di un miliardo punta alla costruzione di una nuova interconnessione sottomarina nell’Adriatico per la trasmissione di elettricità. Terna e Taqa guideranno i lavori, da concludere entro tre anni    

Un miliardo di euro, tre Paesi coinvolti, due grandi aziende di caratura internazionale a capo del progetto, e tre anni per la piena operatività. È quanto annunciato a margine del World Future Energy Summit, negli Emirati Arabi Uniti, dalla premier italiana Giorgia Meloni e dall’omologo albanese Edi Rama. Una partnership allargata al Paese ospitante, che dispiegherà la Taqa National Energy Company, società emiratense impegnata nelle energie rinnovabili e nelle infrastrutture sostenibili, l’altro volto, ancora in ombra, di uno Stato ancora grande produttore di combustibili fossili come gas e petrolio. Il piano prevede quindi che a partire dal 2028 entri in funzione un nuovo collegamento sottomarino tra le due sponde del mar Adriatico, che consenta la produzione e il trasferimento di energia da fonti rinnovabili come eolico e solare, campo nel quale l’Albania sta cercando di crescere e affermarsi, verso l’Italia.

Un progetto economico ed energetico che rafforza la partnership politica tra Rama e Meloni, dopo gli accordi per il trasferimento dei migranti dall’Italia ai centri albanesi già siglati, sebbene applicati a singhiozzo per intoppi di natura giuridica. Ma la collaborazione tra le due sponde dell’Adriatico è destinata a essere un elemento distintivo che accompagnerà i prossimi anni del Governo di Giorgia Meloni, definita da Rama come “mia sorella”. Al suo arrivo, infatti, il premier albanese ha festeggiato la leader italiana nel giorno del suo 48esimo compleanno, inginocchiandosi e regalandole un foulard. “La devi smettere con questa storia”, ha sorriso e scherzato Meloni. Rama ha spiegato che il foulard è stato realizzato da un produttore italiano che si è trasferito in Albania diventando cittadino albanese. Poi glielo ha posato sulla testa, ricevendo un ringraziamento dalla premier che lo ha abbracciato.

A fare da spettatore al siparietto, oltre la stampa, anche Sultan al-Jaber, ministro dell’Industria e della Tecnologia degli Emirati. Il ministro ha dichiarato che l’accordo porterà un triplice vantaggio, perché consentirà di sfruttare l’esperienza degli emiri nel campo della produzione delle rinnovabili, l’abbondanza albanese di risorse, vento e sole, e il sofisticato e interconnesso mercato energetico italiano. L’intesa inoltre rappresenta anche un passo avanti nella diplomazia ambientale, dal momento che per la prima volta l’accordo siglato anche dagli emiri cita i combustibili fossili come causa del cambiamento climatico e chiede di abbandonarli.

“Sono personalmente orgogliosa di questa iniziativa, che mostra tangibilmente come nuove forme di cooperazione possono essere costruite anche fra partner che possono sembrare lontani, almeno geograficamente”, ha rivendicato Meloni, nel suo intervento alla Abu Dhabi Sustainability Week. “Un ambizioso progetto fra le due coste dell’Adriatico, nuova interconnessione energetica, per produrre energia verde in Albania e esportarne parte in Italia, grazie a un cavo sottomarino nell’Adriatico. Un progetto che coinvolge i nostri tre governi, come i nostri settori privati e i nostri operatori della rete”.

L’infrastruttura dovrà collegare il porto albanese di Valona alle coste pugliesi e porterà a un rafforzamento delle connessioni elettriche esistenti che si estendono per “430 km lungo il fondale marino dell’Adriatico, collegando l’Italia al Montenegro e ad altre regioni balcaniche”, ha detto la premier italiana. Ma fa parte del disegno più ampio di Meloni di rendere l’Italia “un hub di approvvigionamento e distribuzione” tra le due sponde del Mare Nostrum, al centro tra Africa e l’Oriente.

Il documento licenziato dopo la firma dell’intesa a cui ha assistito anche il presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, delinea le principali aree di cooperazione tra gli Emirati Arabi Uniti, l’Italia e l’Albania, e quindi riguarda la realizzazione di progetti di energia rinnovabile su scala gigawatt in Albania, con particolare attenzione al solare fotovoltaico, all’eolico e a soluzioni ibride con potenziale accumulo di batterie. Una parte significativa di questa energia rinnovabile sarà trasmessa all’Italia grazie all’implementazione di un’interconnessione transfrontaliera per la trasmissione di energia elettrica tra l’Albania e l’Italia.

Tirana ha deciso infatti di puntare sulla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili da tempo. E negli ultimi due anni l’ha vista aumentare di oltre 500 MW. Sarà per questo il trait d’union per la collaborazione tra Taqa in quota Emirati Arabi e l’operatore di rete Terna per l’Italia. Secondo Edi Rama l’accordo vale circa un miliardo di euro e porterà alla messa in funzione della nuova interconnessione entro massimo tre anni. Il coinvolgimento di Abu Dhabi è significativo: ammesso che ci riescano – o che vogliano riuscirci – gli Emirati Arabi Uniti si sono impegnati a essere neutrali dal punto di vista delle emissioni di carbonio entro il 2050 e hanno ospitato il vertice sul clima Cop28 nel 2023, seguito tuttavia dalle polemiche per la debolezza dei propositi, insita nel fatto che Abu Dhabi è la capitale di un petrostato la cui economia si regge per buona parte sulla produzione e sul commercio dei combustibili fossili, petrolio e gas. Sultan al-Jaber ha tuttavia dichiarato che l’accordo contribuirà a raggiungere l’obiettivo di triplicare le energie rinnovabili degli emirati.

di  Claudio Paudice Huffpost

 

 

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