Anno: XXVI - Numero 14    
Martedì 21 Gennaio 2025 ore 13:50
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Rinvio dell’ampliamento del competenze del giudice di pace

Per Sisto non ci saranno truppe mandate allo sbaraglio.

Rinvio dell’ampliamento del competenze del giudice di pace

La giustizia civile è stata protagonista dell’incontro promosso a Roma da Ocf: “La Giustizia civile, dal giudice di pace al contributo unificato, passando per la riforma Cartabia”, dove Avvocatura, parlamentari rappresentanti tutti gli schieramenti e il Viceministro alla Giustizia Sisto si sono confrontati in maniera aperta.

Dal Viceministro è giunta un’importante apertura sulla giustizia di prossimità in Italia, affidata in gran parte agli uffici dei Giudici di Pace, che sta attraversando una vera e propria emergenza.

Il Viceministro Sisto ha espresso infatti la disponibilità a valutare un eventuale rinvio dell’ampliamento delle competenze del Giudice di Pace, attualmente previsto per il 31 ottobre 2025, qualora le condizioni non fossero adeguate. L’Ocf accoglie con soddisfazione questa apertura, perché l’Organismo da tempo evidenzia il rischio che la giustizia di prossimità possa “andare a sbattere” se l’aumento delle competenze non sarà accompagnato da adeguate risorse e personale.

Sisto, che ha dichiarato che “non ci saranno truppe mandate allo sbaraglio”, ha sottolineato che l’approccio sarà pragmatico: se, nel corso dell’attuazione, si renderà evidente che la scadenza di ottobre 2025 non è realistica, saranno adottati i provvedimenti necessari per evitare una gestione caotica della riforma. L’obiettivo è affrontare la questione con razionalità e consapevolezza, evitando decisioni affrettate che potrebbero compromettere il funzionamento del sistema.

Del resto, non potrebbe essere altrimenti, perché continua senza sosta la crisi dell’istituto del giudice di pace, segnato da gravi carenze strutturali di magistrati onorari e personale amministrativo. In servizio, come rilevato dal monitoraggio Ocf, c’è appena il 35 per cento dei giudici previsti, con punte record come quella di Torino dove solo 7 dei 139 magistrati in pianta organica sono attivi.

Questa situazione emergenziale contribuisce a fare della giustizia civile la cenerentola della giustizia in Italia, con tempi di erogazione del servizio ormai intollerabili perché vanno ad incidere sui diritti individuali oltre che avere pesanti ripercussioni economiche sul Paese.

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