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Giovedì 30 Gennaio 2025 ore 13:45
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Il patrimonio dei fondi pensione delle Casse di previdenza

Per comporre questo approfondimento utilizzo tre documenti pubblicati dalla Covip e precisamente “La previdenza complementare, principali dati statistici, dicembre 2024”, Comunicato stampa Covip.

Il patrimonio dei fondi pensione delle Casse di previdenza

Casse di previdenza investimenti: dimensione e composizione anno 2023” e la nota Covip alle Casse di previdenza del 14.01.2025.

“I contributi e le risorse in gestione

Nel corso del 2024, fondi negoziali, fondi aperti e PIP hanno raccolto nel complesso 15,7 miliardi di euro, in crescita del 7 per cento sul corrispondente periodo del 2023. L’incremento risulta maggiore per i fondi negoziali (8,8 per cento). Il totale delle risorse destinate alle prestazioni è di 243 miliardi di euro, l’8,2 per cento in più rispetto ai 224,4 miliardi di fine 2023. Circa i tre quinti dell’incremento è dipeso dall’aumento dei corsi dei titoli in portafoglio; il resto è dovuto ai flussi contributivi al netto delle uscite. L’attivo netto è di 74,6 miliardi di euro nei fondi negoziali, in crescita del 9,9 per cento rispetto alla fine dell’anno precedente; si attesta a 37,3 miliardi nei fondi aperti e a 54,7 miliardi nei PIP, rispettivamente, il 14,3 e il 9,6 per cento in più in raffronto al 2023.

I rendimenti

Al pari dell’anno precedente, anche nel 2024 i rendimenti delle forme di previdenza complementare sono risultati positivi, con valori più elevati per le gestioni con una maggiore esposizione azionaria. Per i comparti azionari si riscontrano rendimenti medi pari al 10,4 per cento nei fondi negoziali ed in quelli aperti e al 13 per cento nei PIP. Nelle linee bilanciate i risultati sono in media pari al 6,4 per cento nei fondi negoziali, al 6,6 nei fondi aperti e al 7 nei PIP. Rendimenti medi inferiori, ma comunque positivi, si rilevano per i comparti obbligazionari e garantiti. Valutando i rendimenti su orizzonti temporali più lunghi e coerenti con le finalità del risparmio previdenziale, nel periodo di dieci anni da fine 2014 a fine 2024 i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano intorno al 4,5 per cento per tutte le tipologie di forme pensionistiche; per le linee bilanciate, i rendimenti medi sono compresi tra l’1,7 e il 2,7 per cento. La maggior parte delle linee garantite e obbligazionarie mostra invece rendimenti medi positivi ma inferiori all’1 per cento; le gestioni separate di ramo I dei PIP, che contabilizzano le attività al costo storico e non al valore di mercato, ottengono un rendimento medio dell’1,6 per cento. Nello stesso periodo, la rivalutazione del TFR è risultata pari al 2,4 per cento. Osservando la distribuzione dei risultati dei singoli comparti tra le diverse tipologie di forma pensionistica e le diverse linee di investimento, tutti i comparti azionari e anche una buona parte dei bilanciati mostrano rendimenti più elevati rispetto ai comparti obbligazionari e a quelli garantiti oltreché al TFR. Per ciascuna tipologia di linea di investimento, i fondi negoziali mostrano nel complesso una dispersione dei rendimenti dei singoli comparti inferiore a quella che registrano fondi aperti e PIP”.

L’attivo totale delle Casse di previdenza a fine 2023 è di 114,1 miliardi di euro.

La reddittività media degli investimenti è stata pari al 7,1%, grazie all’andamento favorevole dei mercati finanziari; sul più ampio orizzonte temporale, la redditività media annua composta è del 2,8%.

Con la nota 14.01.2025 la COVIP ha chiesto alle Casse di previdenza:

  1. Informazioni concernenti principalmente la politica di investimento e i relativi criteri di attuazione, il processo di impiego delle risorse e il sistema di controllo della gestione finanziaria;
  2. i dati afferenti alla composizione delle attività detenute e alla relativa reddittività.

Alla luce di questi dati forniti dalla COVIP è possibile svolgere alcune osservazioni.

Com’è noto i fondi pensione, che gestiscono la previdenza complementare volontaria, sono finanziati dal sistema a capitalizzazione mentre le Casse di previdenza dei professionisti, che gestiscono la previdenza obbligatoria di primo pilastro, sono finanziate dal sistema a ripartizione con una parte a capitalizzazione, senza regole cogenti perché il decreto investimenti che si attende dal 2011 è ancora nelle attese di tutti!

Valutando i rendimenti su orizzonti temporali lunghi, perché coerenti con le finalità del risparmio previdenziale, si può vedere come nel periodo di 10 anni, da fine 2014 a fine 2024, i rendimenti medi annui composti dalle linee a maggiore contenuto azionario si collocano intorno al 4,5% per tutte le tipologie di forme pensionistiche; per le linee bilanciate, i rendimenti medi sono compresi tra l’1,7 e il 2,7% mentre la maggior parte delle linee garantite e obbligazionarie mostra invece rendimenti medi positivi ma inferiori all’1%.

Nello stesso periodo la rivalutazione del TFR è risultata pari al 2,4%.

Ora nei fondi pensione l’iscritto può scegliersi la linea di investimento.

Non altrettanto possono fare, per la parte a capitalizzazione, gli iscritti nelle Casse di previdenza dei professionisti.

Le Casse di previdenza dei professionisti, poiché gestiscono la previdenza obbligatoria di primo pilastro, dovrebbero prediligere comparti obbligazionari e garantiti con un rendimento però, come abbiamo visto, inferiore al TFR, ma inferiore anche  all’1% che è posto, per le Casse di Previdenza,  nella redazione dei bilanci tecnici.

Oggi vi è grande attenzione da parte del Governo al patrimonio, sia dei fondi pensione che delle Casse di previdenza dei professionisti (357,1 miliardi in totale), e ciò al fine di trovare risorse da iniettare nell’economia reale del Paese.

La scalata su Mediobanca, a mio avviso, va nella stessa direzione.

Pare che l’obiettivo sia Generali anche se Donnet rassicura su Generali-Natixis: “Il risparmio degli italiani non si tocca”.

La joint venture sarà prima in Europa per ricavi e gestirà 1900 miliardi dei due gruppi. Per i primi 5 anni la guida spetta a Trieste poi passa ai francesi.

“L’Italia, come una vecchia signora in declino, basa il suo fascino sul patrimonio. E la principale chiave di questo tesoro si trova dentro Mediobanca, poiché è quella che serve ad aprire il forziere dei forzieri: il controllo delle Generali, da sempre la regina della borsa italiana, una delle principali compagnie di assicurazione e di gestione del risparmio in Europa”. (Fonte: Stefano Feltri in La svolta feudale del capitalismo).

Si può fare di tutto e di più a condizione però che lo Stato garantisca le pensioni, soprattutto quelle di primi pilastro e cioè quelle dei professionisti la cui garanzia oggi è legata solo alla patrimonializzazione e, conseguentemente, al rendimento.

 

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