Anno: XXVI - Numero 21    
Giovedì 30 Gennaio 2025 ore 13:45
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I contratti senza firma e la carenza di Professionisti nel SSN.

Il sistema sanitario italiano sta attraversando una crisi che non riguarda solo la carenza di personale.

I contratti senza firma e la carenza di Professionisti nel SSN.

C’è anche la difficoltà nel garantire condizioni economiche e contrattuali dignitose per i professionisti sanitari. A fronte di un continuo aumento della domanda di cure e di un numero sempre maggiore di pensionamenti, la situazione rischia di diventare insostenibile. È quanto emerge oggi da un servizio de Il Corriere della Sera che riporta i dati statistici dell’esperto Angelo Mastrillo.

Nel settore sanitario, la carenza di professionisti è un problema che cresce ogni anno. Attualmente, solo nel settore ospedaliero pubblico mancano circa 60.000 infermieri. La causa principale è legata a stipendi troppo bassi, che rendono il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) poco attrattivo per chi entra nel mondo del lavoro. Se a questo si aggiungono turni massacranti, rischi di aggressioni e una carriera con poche possibilità di crescita, non c’è da stupirsi che ogni anno migliaia di professionisti lascino il sistema sanitario, sia per emigrare all’estero che per lavorare nel privato.

I Contratti: una situazione stagnante.

Gli infermieri, come i medici, sono legati da contratti che vengono rinnovati ogni tre anni, ma con aumenti salariali sempre più lontani dalla realtà. Dopo anni di blocco dei contratti, che ha visto gli infermieri subire uno stipendio bloccato fino al 2018, i rinnovi successivi hanno portato aumenti marginali che non riescono a compensare l’inflazione e il crescente costo della vita. L’ultimo rinnovo, relativo al triennio 2019-2021, ha visto un aumento di 163 euro lordi al mese, ma la situazione è ancora lontana dall’essere soddisfacente.

Nel gennaio 2025, un nuovo contratto doveva essere firmato, ma è saltato per un’inezia: uno scarto dello 0,39%. Questo ha bloccato gli aumenti previsti, tra cui un incremento di 135 euro lordi al mese per gli infermieri, che non verrà distribuito. Inoltre, la mancata firma del contratto 2022-2024 ha bloccato la contrattazione per il rinnovo 2025-2027, che prevede risorse più ingenti, ma che ora rischiano di slittare ancora.

Le risorse in gioco: cosa poteva cambiare?

Il rinnovo del contratto 2022-2024 prevedeva un incremento di 135 euro lordi mensili, ma questo aumento sarebbe stato insufficiente per rendere il lavoro in ospedale più allettante. L’aumento complessivo per un infermiere di Pronto Soccorso sarebbe stato maggiore, ma con la firma del contratto sospesa, il rischio è che questi aumenti rimangano solo promesse.

Per i medici, la situazione non è migliore. Nonostante un aumento previsto di 180 euro lordi al mese, i medici continuano a lavorare in condizioni difficili, con stipendi che non riflettono l’impegno e la responsabilità del loro ruolo. L’ultimo rinnovo contrattuale, firmato a gennaio 2024, ha riguardato il periodo 2019-2021, ma anche in questo caso gli aumenti sono stati esigui.

Cosa serve al SSN per non affondare?

Il Servizio Sanitario Nazionale ha bisogno di una riforma radicale per attrarre nuovi professionisti e per trattenere quelli già in servizio. Non basta incrementare gli stipendi in modo marginale: servono investimenti nella formazione continua, nell’aggiornamento professionale e in un piano di carriera che offra reali opportunità di crescita. Inoltre, l’implementazione di un sistema di welfare che supporti i professionisti sanitari, in particolare quelli che lavorano nei reparti più critici, come il Pronto Soccorso, è essenziale.

La crisi del Sistema Sanitario Nazionale è una questione di politica sociale.

Il rischio è che, se la situazione non cambia, il SSN non riuscirà più a garantire un servizio di qualità. Infermieri e medici, che lavorano in condizioni difficili e con stipendi inadeguati, potrebbero presto rappresentare una risorsa sempre più rara, se non gestita in modo più efficace. La sfida è politica: il Governo e i sindacati devono trovare un accordo che rispetti le necessità dei professionisti sanitari e garantisca una sanità che sia davvero di qualità per tutti.

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