Anno: XXVI - Numero 27    
Venerdì 7 Febbraio 2025 ore 14:30
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Carriere separate: FI ci riprova sul sorteggio, ma è muro Anm

L’ipotesi di rivedere il testo, auspicata dall’ex segretario di “Mi” Racanelli, non seduce neppure il suo gruppo. Musolino, “Md”: «No a trattative al ribasso».

Carriere separate: FI ci riprova sul sorteggio, ma è muro Anm

La partita sulla separazione delle carriere non è affatto chiusa. Fonti parlamentari riferiscono che Forza Italia sarebbe pronta a riproporre l’emendamento che sopprime dal testo il sorteggio per la scelta dei componenti laici nei due Csm, previsti dalla modifica dell’ordinamento giudiziario.

L’emendamento era stato già proposto alla Camera ma poi le altre forze di maggioranza e lo stesso guardasigilli Carlo Nordio avevano indotto il partito di Antonio Tajani a ritirarlo. Adesso gli azzurri sarebbero pronti anche ad allungare di un mesetto il processo riformatore (qualora ci fosse una modifica a Palazzo Madama, bisognerebbe ritornare alla Camera e poi terminare con gli altri due passaggi previsti per le riforme costituzionali) pur di portare a casa il risultato.

Avrebbero l’appoggio anche di FdI, come ci spiega il senatore Sergio Rastrelli: «Il sorteggio è l’unico sistema valido per superare definitivamente il verminaio correntizio che ha caratterizzato fino ad oggi il sistema giudiziario italiano, determinando una intollerabile mortificazione della giurisdizione. Solo il sorteggio – prosegue – può infatti restituire autonomia e indipendenza ad ogni singolo magistrato, e sottrarlo alla morsa del condizionamento dei centri di potere e di pressione che hanno sinora caratterizzato il Csm. È evidente che questo ragionamento vale solo per la componente togata, mentre per quanto attiene alla componente laica si tratta di una scelta assolutamente non obbligata, né sul piano della legittimità costituzionale né sotto il profilo della valutazione politica». Conclude quindi Rastrelli: «Nella proficua dialettica interna al centrodestra, si è scelto sinora di blindare il testo per evitare uno slittamento nei tempi di una riforma che è tanto essenziale quanto urgente per il futuro dell’Italia. Anche in Senato valuteremo attraverso quale formula tecnica raggiungere il punto di equilibrio: personalmente, ritengo vada ribadita con forza la funzione irrinunciabile del Parlamento nella individuazione dei membri laici».

La Lega invece al momento non si sbilancia sul tema: ancora non ha valutato, al proprio interno, l’ipotesi. Di certo sul sorteggio si apre un altro scenario anche dal versante magistratura. Due giorni fa, in un’intervista al Foglio, il capo della Procura di Padova Antonello Racanelli, in passato segretario di “Magistratura indipendente”, ha sostenuto che se l’Anm avesse assunto un atteggiamento più dialogante e rinunciato a una “frontale contrapposizione” con il legislatore, avrebbe potuto scongiurare il sorteggio “puro” per i togati del Csm e ottenere quanto meno l’estrazione a sorte “temperata”, proposta tra l’altro dal forzista Pierantonio Zanettin.

Tuttavia, fonti autorevoli della stessa “Mi” ci fanno notare che «l’assenza di un comunicato al riguardo da parte della dirigenza del nostro gruppo e le numerose affermazioni di tanti suoi esponenti in passato inducono a ritenere che queste non siano altro che dichiarazioni rilasciate a titolo personale». In realtà in “Mi” c’è una minoranza che sarebbe pronta a riaprire i giochi su questo tema, tuttavia adesso la situazione si complica.

Secondo le ricostruzioni più accreditate, il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano, anche lui vicino, da magistrato, alla corrente moderata dell’Anm, sarebbe stato disposto a trattare con le toghe qualora al vertice del loro “sindacato” fosse finito proprio un esponente di “Mi”, per esempio l’ex consigliere Csm Antonio D’Amato.

Sul nuovo presidente, l’incognita si scioglierà solo sabato, con la prima riunione del direttivo Anm. Al momento i gruppi sono ancora impantanati e fanno continue interlocuzioni tra loro. E però, date le tensioni creatasi tra l’Esecutivo e la Procura di Roma, guidata da Franco Lo Voi, da sempre vicino proprio a “Mi”, ma messo sotto attacco per aver iscritto nel registro degli indagati Meloni, Nordio, Piantedosi e lo stesso Mantovano sul caso Almasri, è plausibile che resti precluso ogni canale di trattativa. Altresì perché tutte le altre correnti dell’Anm sono contrarie.

Giovanni Zaccaro, segretario di “AreaDg”, spega che “noi non scambiamo il sorteggio con la separazione: la riforma è tutta sbagliata”. E Stefano Musolino, segretario di “Md”: “Non sono d’accordo e non condivido l’approccio di Racanelli. Non mi piace la logica secondo cui, siccome il tuo interlocutore è più forte, accetti il male minore. La realpolitik non è nelle mie corde. Su questo non ci sono mediazioni possibili, ma non nel nostro interesse, piuttosto di quello dei cittadini che non hanno santi in paradiso”. E anche “Unicost” ha escluso giorni fa qualsiasi apertura al sorteggio.

Intanto ieri sono stati resi noti i nomi che i gruppi parlamentari hanno chiesto di audire, sulla separazione delle carriere, in commissione Affari costituzionali. In totale sono 34 le richieste, la maggior parte dalle opposizioni, a cui servono anche per dilatare i tempi che porterebbero al referendum. Da segnalare che FdI ha chiesto di sentire, tra gli altri, proprio Racanelli, probabilmente dopo la sua intervista al Foglio, ma anche Antonio Di Pietro, pure lui espressosi in questi giorni a favore della separazione delle carriere. Francesco Petrelli, presidente dell’Ucpi, è stato chiamato sia dal partito di Giorgia Meloni, perché ovviamente favorevole alla modifica costituzionale, ma anche da parte delle opposizioni perché si è detto contrario al sorteggio. Così come l’ex presidente dei penalisti italiani, Gian Domenico Caiazza, anche lui nettamente sfavorevole al lancio dei dadi per Palazzo Bachelet, e richiesto da Pd, Avs, M5S e Iv. Il Pd ha indicato anche Luciano Violante, probabilmente per discutere dell’Alta Corte disciplinare, elaborata dal governo diversamente da come pensata dall’ex magistrato anni fa. Le minoranze hanno segnalato anche Giuseppe Santalucia, presidente uscente dell’Anm, ma è chiaro che a essere ascoltato sarà il nuovo vertice.

Forza Italia non ha fatto alcuna richiesta, come ci spiega il senatore Mario Occhiuto: «Noi abbiamo ritenuto sufficiente far acquisire la lista di audizioni già tenute alla Camera». È chiaro: non perdere tempo sul già detto, ma lavorare per portare a casa l’emendamento.

Valentina Stella su Il Dubbio

 

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