Anno: XXVI - Numero 27    
Venerdì 7 Febbraio 2025 ore 14:30
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Le toghe (quasi) unite rispondono a Nordio: “Noi ti fermeremo...

” La magistratura raccoglie la sfida lanciata dal guardasigilli in Aula: «Siamo pronti a mobilitarci contro le riforme». Ma in Anm è battaglia.

Le toghe (quasi) unite rispondono a Nordio: “Noi ti fermeremo...

«L’altro giorno un magistrato ha ringraziato ironicamente il Ministro perché finalmente aveva compattato la magistratura. Sono io che ringrazio questa parte della magistratura, perché ha compattato la nostra maggioranza come mai si era visto: se agli inizi vi erano delle esitazioni, oggi non vi sono più. Andremo avanti, andremo avanti fino in fondo, senza esitazione e fino alla riforma finale»: così ieri alla Camera il ministro Nordio ha concluso la sua informativa sul caso Almasri facendo capire alla magistratura che nulla fermerà la maggioranza e il Governo nel finalizzare la riforma sulla separazione delle carriere.

Ma le toghe non restano a guardare e rilanciano. Lo ha fatto AreaDg con un comunicato del coordinamento in cui tra l’altro si legge: «Non ci interessano le alchimie elettorali, ci interessa una Anm forte e credibile nel programma e nelle persone che la guideranno». «Una Anm – sottolineano le toghe progressiste – non chiusa in se stessa ma che spieghi ai cittadini i rischi della riforma. Una Anm coraggiosa che si mobiliti in vista del referendum. Una Anm compatta che difenda, senza se e senza ma, i colleghi denigrati, solo per avere preso decisioni non gradite alle maggioranza di turno. Ci sono i volti, le idee e le energie per farlo: non le sprechiamo!».

Insomma una delle anime più dure del sindacato delle toghe lancia la sfida al Guardasigilli: i magistrati usciranno dagli uffici giudiziari e scenderanno in piazza per spiegare ai cittadini che «la riforma Nordio vuole mortificare la magistratura italiana e rischia di consegnare i pubblici ministeri al controllo del potere politico. Lo abbiamo ripetuto mille volte e non serve più ripetercelo fra di noi, dobbiamo spiegarlo ai cittadini che saranno chiamati al voto referendario», conclude la nota dei coordinamento guidato da Giovanni Zaccaro.

Quello di dialogare con i cittadini è un concetto spesso ripetuto nei documenti ufficiali dei gruppi associativi, però adesso si avverte maggiormente la necessità di mobilitarsi quanto prima perché ormai è guerra aperta tra politica di destra e magistratura. In più AreaDg ha fatto aggiungere all’ordine del giorno del Comitato direttivo centrale di sabato un altro punto: come gestire lo sciopero del 27 febbraio proclamato contro la modifica costituzionale. L’obiettivo: mettere in campo azioni eclatanti. Non si può pensare semplicemente di astenersi dalle udienze. Occorre far sentire prepotentemente la propria voce contro la maggioranza che ogni giorno è sempre più convinta di vincere la battaglia per separare i destini della magistratura giudicante da quella requirente.

Insieme ad AreaDg a mantenere la barra dritta contro il responsabile di via Arenula è Magistratura democratica, secondo la quale Nordio ha utilizzato l’affaire Almasri «per attaccare ancora una volta l’indipendenza della giurisdizione, e non più solo la magistratura italiana, ma tutte le autorità giurisdizionali, anche internazionali e sovranazionali. Il messaggio è chiaro: nessuna autorità giudiziaria, nazionale o sovranazionale, potrà emettere atti sgraditi alla maggioranza politica di turno, e se ciò avverrà l’atto giudiziario sgradito sarà in qualche modo vanificato nei suoi effetti e l’autorità giudiziaria che lo ha emesso verrà additata all’opinione pubblica come nemica della nazione. Una pericolosa deriva – ha concluso la corrente guidata da Stefano Musolino – rispetto alla quale tutta la comunità giuridica, tutti coloro che hanno a cuore la democrazia liberale, dovrebbero prendere posizione».

Insomma una chiamata alle armi della società civile per contrastare il Governo. Per il momento ufficialmente tacciono sia Magistratura Indipendente che Unicost. Tutto questo si intreccia con il fatto che appunto sabato il parlamentino dell’Anm dovrà eleggere la nuova giunta e il nuovo presidente. Da quanto appreso si è ancora in alto mare, le chat dei magistrati sono frenetiche, i posizionamenti ancora incerti. In Mi il discorso prevalente è: abbiamo preso più seggi di tutti, il più votato è Giuseppe Tango, ergo la presidenza spetta a lui. Tuttavia i vertici, Claudio Galoppi e Loredana Micciché, vorrebbero piazzare il procuratore capo di Messina, Antonio D’Amato: più istituzionale, con più esperienza e al quale spetterebbe il posto considerato che data la sua età non avrebbe un’altra occasione per ricoprire quel posto.

AreaDg però non sarebbe d’accordo: ricopre un posto di dirigente di ufficio, come fa contemporaneamente a fare il presidente dell’Anm, soprattutto in momento così particolare in cui occorre impegno massimo pubblico per comunicare le ragioni del “no” al referendum? Molto meglio Tango, che lavorerebbe anche in perfetta sinergia con il possibile Segretario Rocco Maruotti. Inoltre, posto che tutte le correnti sono contrarie alla separazione delle carriere, AreaDg per prendere una decisione sul nuovo vertice vuole capire anche come Mi si comporterà quando in futuro un magistrato prenderà una decisione sgradita alla maggioranza: avrà l’appoggio e la difesa incondizionata di tutti o ci saranno dei distinguo e delle posizioni più morbide, ad esempio come già accaduto in Csm?

Dalla risposta a questa domanda, lanciata in maniera più o meno diretta con la nota, dipenderà cosa accadrà sabato. Infatti tutti i gruppi si riuniranno separatamente venerdì sera a Roma per definire le strategie ma pare che la decisione finale sul nuovo vertice dell’Anm arriverà proprio sabato mattina e non si escludono scontri e sorprese dell’ultimo minuto. Certo l’ipotesi di una spaccatura, che pure sta circolando qualora non si trovasse un accordo per una giunta unitaria, è da scongiurare perché sarebbe una sconfitta dinanzi al Governo sempre più galvanizzato sull’andamento della riforma e sul consenso che gli italiani stanno dando alla maggioranza.

Valentina Stella su Il Dubbio

 

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