Aumentare la spesa militare e ridurre quella sociale?
Il Presidente statunitense Donald Trump ha proposto di innalzare la spesa militare degli Stati membri della Nato dal 2% al 5% del PIL.
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Io credo che il Presidente Trump vada preso sul serio, ma non alla lettera.
La Nato – Organizzazione del trattato dell’Atlantico del Nord – è un’alleanza intergovernativa militare e politica, nel settore della difesa e della sicurezza collettiva, fondata nel 1949 e formata da 32 Paesi membri, dei quali 30 sono europei (tra cui l’Italia) e due nord americani (USA e Canada).
Per contribuire al bilancio della Nato i Paesi membri versano una cifra annuale differente, in termini assoluti, ma che, attualmente, deve tendere almeno al 2% del suo PIL.
Noi siamo sotto la media Nato, che è del 2,71%; infatti noi siamo all’1,54% per il 2024, 1,57% nel 2025, 1,58% nel 2026 e 1,61% nel 2027.
La differenza non è di poco conto.
Il bilancio del Ministero della Difesa per il 2025 si attesta su 31.295 milioni di euro.
Recentemente il Segretario della Nato, Rutte, ha detto che: «In media, i Paesi europei spendono facilmente fino a un quarto del loro reddito nazionale per le pensioni, la sanità e i sistemi di sicurezza sociale. Noi abbiamo bisogno di una piccola frazione di quel denaro per rendere la nostra difesa molto più forte e per preservare il nostro stile di vita. Dare priorità alla difesa richiede una leadership politica. Può essere difficile e rischioso nel breve termine, ma è assolutamente essenziale nel lungo termine”. “Non dimenticate che in Europa siamo il 10 per cento della popolazione mondiale e spendiamo il 50 per cento di tutta la spesa mondiale per la sicurezza sociale. Quindi, in questo senso, abbiamo un certo margine di manovra”, ha aggiunto. Un dibattito pubblico sulla questione è “cruciale” e “giusto”, ha proseguito, aggiungendo: “Se poi la gente decidesse, beh, non siamo disposti a farlo, accettiamo il rischio, almeno noi lo abbiamo fatto deliberatamente. Non credo che questo sarà il risultato”. Per sbloccare ulteriori fondi per il settore della difesa, i cittadini dei Paesi della Nato, soprattutto in Europa, dovrebbero anche dire alle loro banche e ai loro fondi pensione che è “semplicemente inaccettabile che si rifiutino di investire nell’industria della difesa».
Per far quadrare i conti e trovare le risorse necessarie, se non si vorrà tagliare la spesa sociale, bisognerà recuperare rapidamente dall’evasione la provvista necessaria.
Paolo Rosa
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