Fiscalità degli avvocati: rivedere il regime delle aggregazioni. Uncat e Cassa a convegno
Fiscalità degli avvocati: rivedere il regime delle aggregazioni.Uncat e Cassa a convegno.
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L’Unione Nazionale delle Camere degli Avvocati Tributaristi (Uncat) e la Cassa forense hanno presentato la guida “Fiscalità per Avvocati: dai forfettari alle STA, limiti e opportunità”, un documento curato dalla stessa Uncat e dalla Commissione studi della Cassa forense.
“I modelli organizzativi associativi e societari offrono agli avvocati uno strumento per rispondere alle esigenze di un mercato dei servizi legali sempre più complesso e competitivo. L’aggregazione professionale favorisce la crescita e la modernizzazione degli studi legali e produce effetti a lungo raggio per tutta la categoria, migliorando l’organizzazione e la competitività del settore”, dichiara il presidente di Cassa Forense, Valter Militi.
“Per Uncat il lavoro risponde a tre motivazioni principali: la prima è quella di rendere un servizio utile ai colleghi Avvocati. La seconda ragione attiene alla funzione sociale che la guida pratica può assolvere: la promozione di una educazione fiscale e previdenziale. La terza motivazione la potremmo definire di “politica forense”, in linea con l’impegno statutario della nostra Associazione specialistica: la promozione di un sistema fiscale equo e moderno in grado di rendere competitiva, anche a livello internazionale, l’attività forense, facilitando l’inserimento del nostro Paese in un sistema virtuoso di scambio di servizi sempre più globalmente integrato”. L’analisi puntuale del quadro normativo fiscale degli avvocati ha permesso infatti, di individuare le zone d’ombra della fiscalità della classe forense, intesa come importante comparto produttivo. Nella Guida si trovano anche suggerimenti e richieste di miglioramento, destinati a Governo e Parlamento”, spiega il presidente Uncat, Gianni Di Matteo.
L’analisi all’interno della Guida ha fatto emergere le aree di criticità fiscale che chiederebbero interventi mirati del legislatore per garantire una fiscalità più equa e adempimenti più sostenibili. Emerge una sorta di disparità fiscale nel trattamento dei professionisti singoli rispetto alle aggregazioni professionali, sia sotto forma di associazioni che sotto forma di società. La richiesta di Uncat e della Commissioni studi della Cassa è dunque quella di rivedere la disciplina delle aggregazioni professionali, oltre la già prevista e apprezzata neutralità fiscale nei conferimenti per le STP (Società tra Professionisti) e per le STA (Società tra Avvocati), anche per favorire le aggregazioni societarie multidisciplinari. “Non ne è però seguito un regime fiscale che agevolasse le aggregazioni professionali, ad eccezione della tanto auspicata neutralità fiscale dei conferimenti, di recente introduzione. Il regime fiscale degli studi professionali aggregati va necessariamente rivisto per consentire all’Avvocatura di esercitare la libera professione, sfruttando vantaggi che derivano dall’aggregazione di più Avvocati e/o altri Professionisti, alla luce delle nuove esigenze di coloro che si rivolgono ad uno Studio Legale nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale”, si legge nelle Conclusioni a cura della Commissione studi della Cassa.
Inoltre, sia nel caso di Sta (società tra avvocati) sia in quello di STP non esiste un’esplicita disposizione normativa che si occupi dell’inquadramento tributario del reddito da esse prodotto. Diverse circolari della Agenzie delle Entrate specificano che le STA generano redditi d’impresa, a prescindere dalla tipologia di società prescelta (società di persone, di capitali o cooperative). L’impostazione fiscale delle S.T.A. le distingue dai tradizionali studi professionali, poiché, agendo in una veste giuridica societaria, sono assimilate alle imprese e sono pertanto soggette alla relativa normativa fiscali.
In tema di concordato preventivo biennale alcune incertezze normative potrebbero provocare diverse interpretazioni giurisprudenziali, in particolare a causa del conflitto generato dalla disciplina del concordato preventivo biennale con altri istituti premiali: per esempio la riduzione ad un anno del termine di accertamento a favore dei soggetti che hanno conseguito un alto punteggio ISA – con gradazione demandata a provvedimenti direttoriali dell’Agenzia Entrate – o la riduzione a due anni dei termini di accertamento fiscale in favore dei soggetti titolari di reddito d’impresa o di lavoro autonomo (quindi sia società tra avvocati che professionisti individuali) che effettuino e ricevano pagamenti superiori ad €. 500,00 esclusivamente attraverso specifici strumenti tracciabili (l’esclusività è tassativa: anche un solo pagamento non tracciato fa decadere il beneficio) e contestualmente comunichino in dichiarazione dei redditi l’esistenza dei presupposti per la riduzione dei termini di decadenza. Anche in questo caso, potrebbero verificarsi conflitti tra la riduzione dei termini per l’accertamento e la proroga prevista per coloro che aderiscono al concordato preventivo biennale, su cui sarà chiamata a pronunciarsi la giurisprudenza.
Ulteriore riflessione riguarda l’Irap, a cui sono tenuti dal 31 dicembre 2022 esclusivamente i professionisti che esercitano la propria attività in forma associata (gli Studi associati sono assimilati alle società semplici) o in forma societaria quali le STP (sia esse società di persone che di capitali) e le STA. Stante l’art. 8 della legge n. 111 del 9 agosto 2023 (Delega al Governo per la riforma fiscale), che prevede l’individuazione dei principi e criteri direttivi per il graduale superamento dell’Irap, l’indicazione rivolta al Governo è quella di procedere alla abrogazione del tributo regionale con priorità per le società di persone e le associazioni tra professionisti.
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