I giovani medici non partono più.
Gli effetti dei tagli pazzi di Trump sugli italiani.
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Agli inizi di questo marzo, Marta, una giovane dottoressa italiana, avrebbe dovuto cominciare una di quelle esperienze che cambiano la vita. Un biglietto di sola andata per Washington doveva dare il via al suo percorso di ricercatrice all’interno del National Institutes of Health, la prima agenzia del governo degli Stati Uniti per la ricerca biomedica, il più grande finanziatore pubblico di studi clinici nel mondo. Attraverso il dottorato che attualmente svolge in un importante ospedale italiano, racconta ad HuffPost, era riuscita a ottenere almeno un anno di scambio con l’Nih statunitense, con possibilità di proroga se il lavoro di ricerca avesse richiesto ulteriore tempo di approfondimento. Marzo è quasi arrivato e Marta, lo ha appena scoperto, molto probabilmente non partirà più, per colpa di Donald Trump. I grossi tagli ai finanziamenti federali per la ricerca voluti dal presidente statunitense segnano un pesante bilancio per la Scienza a trenta giorni dall’inizio del suo mandato, con conseguenze riflesse anche sui giovani medici italiani.
All’Nih le decisioni di Trump hanno generato il caos. Gli stessi impiegati, su cui si sono già abbattute mille mail di licenziamento, non sanno bene come districarsi tra le nuove direttive. Per questo motivo, nessuno ha comunicato a Marta notizia ufficiale del blocco della sua fellowship. È venuta a conoscenza dei problemi dell’agenzia statunitense leggendone notizia sui giornali stranieri. Nel giorno stesso in cui stava per firmare un contratto di affitto per una casa a Washington, è stato il direttore del suo dottorato nell’ospedale italiano a bloccarla. I colleghi dell’Nih, da lui contattati, avevano raccontato questo stato di totale confusione, che li obbligava a mettere in stand by il viaggio di Marta.
Marta ha conosciuto Simone in un gruppo per la ricerca di casa. Anche lui medico, anche lui sarebbe dovuto partire nei prossimi mesi per un dottorato di ricerca al National Institutes of Health, anche in questo caso lo scambio era sovvenzionato con fondi italiani e statunitensi. E anche la sua fellowship è stata interrotta senza comunicazioni ufficiali. È stato lui stesso a contattare tramite mail l’amministrazione dell’agenzia, su sollecitazione di Marta che era già venuta a conoscenza del suo destino. Voleva avere conferma del prossimo avvio del dottorato, dopo aver già superato una procedura di accettazione lunga sei mesi, tra l’approvazione dei fondi e dei documenti per l’immigrazione. La risposta è stato un vago “Le faremo sapere”, perché al momento ogni passaggio era stato bloccato.
Per gli Stati Uniti, Davide è invece partito circa venti giorni fa. Il suo percorso di ricerca in un altro ente governativo statunitense non è stato finanziato con fondi dello Stato, ma tramite operazioni di beneficenza, grazie alle quali ha potuto rivestire il ruolo di special volunteer, un osservatore italiano nei laboratori all’avanguardia d’oltreoceano. Quello che sta osservando in questi giorni è soprattutto confusione tra i suoi colleghi, in seguito alle azioni di Trump. I tagli ai fondi e i licenziamenti sono argomenti quotidiani tra i corridoi e nelle riunioni. I capi cercano di tranquillizzare il personale, ma molti sono preoccupati, soprattutto i più giovani e gli stranieri, negli Usa grazie alla green card. L’incertezza è totale, molti percorsi scientifici sono bloccati con effetti che saranno visibili a lungo termine.
Le azioni di Trump hanno inceppato il sistema di selezione e finanziamento di nuovi progetti scientifici, con conseguenze mondiali. Dagli Stati Uniti – grazie a un importante afflusso di soldi dedicato alla ricerca – arrivano da anni i più innovativi studi scientifici, in grado di influenzare anche i passi avanti realizzati nel resto del mondo. Il National Institutes of Health riceve circa 80mila domande di sovvenzione all’anno e attraverso un rigoroso processo di revisione, seleziona in genere circa il quinto migliore per il finanziamento: la maggior parte del suo budget annuale di 48 miliardi di dollari viene speso in ricerche esterne all’agenzia. L’amministrazione Trump ha fatto saltare in aria quel sistema in poche settimane. Dal 20 gennaio al 14 febbraio, scrive il Washington Post, i finanziamenti dell’Nih inviati a ricercatori esterni sono inferiori di circa 1 miliardo di dollari rispetto alle sovvenzioni inviate nello stesso periodo dell’anno scorso.
Le scoperte perse, hanno dichiarato ricercatori al Wp, potrebbero includere una comprensione fondamentale della biologia del morbo di Parkinson, un metodo di screening per il cancro al seno che salva vite, una comprensione della biologia cellulare di base che potrebbe ispirare gli scienziati a condurre esperimenti che oggi non possono nemmeno immaginare. I licenziamenti di molti lavoratori appena assunti presso agenzie governative come Nih e National Science Foundation hanno sconvolto il complesso processo con cui le agenzie assegnano nuove sovvenzioni. I dipendenti rimasti sono ansiosi e demoralizzati.
“Non puoi valutare il peso di scoperte che non verranno mai realizzate”, ha dichiarato Jeremy Berg, ex direttore del National Institute of General Medical Sciences, “Quando qualcosa non accade, non scopriamo cosa abbiamo perso prima di anni”. Le cancellazioni di corsi di studio, di tirocini, di congressi, non sono solo una battuta d’arresto momentanea. Gli effetti potrebbero ripercuotersi per anni.
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