Alla fine, Elly Schlein si arrende: serve un chiarimento politico. Che dire?
Facile sia così, sono molti a remare contro di lei ma la quantità non sempre è qualità.
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Se la linea Schlein fosse prioritaria anche nella base, vorrebbe dire che il Pd ha cambiato pelle, e che il principale partito governista di sinistra è di fatto morto.
Il problema è che che il Pd, non è mai stato preparato al concreto bene comune.
Sono per combattere le diseguaglianze e la povertà ma votano per abolire l’articolo 18 e il reddito di cittadinanza.
Schlein non ha conquistato la segreteria con un colpo di stato.
È spiacevole a dirsi, in quanto significativo come esempio, ma esiste una differenza sostanziale tra guidare un circolo o dibattere e trovare soluzioni sulle problematiche di politica internazionale e/o economica.
Quindi ora la linea del partito è la linea della Schlein, almeno fino alla prossima elezione.
Viene da dire: avete voluto la gruppettara pacifista armocromista da okkupazione delle scuole? Ora non lamentatevi.
E se l’unica linea politica comune del Pd è quella che riguarda l’immigrazione “tutti dentro” e l’ossessione per i diritti Lgbt, e il partito trova normale che al suo interno ci si divida su altri temi cruciali come la politica estera, vuol dire che non c’è alcuna identità di partito, e l’unico collante che lo tiene (teneva?) assieme è l’esercizio del potere. Almeno quando perdeva le elezioni ma rimaneva al governo lo stesso. Ora che le ha perse ed è pure all’opposizione, il Pd è diventato l’inconsistenza totale.
Sono per un’Europa di diplomazia e pace ma votano responsabilmente il riarmo che la direzione del gruppo europeo chiede per arricchire le multinazionali.
Sono contro la corruzione, ma continuano a imbarcare gentaglia nei territori, a molti di non dispiace abolire l’abuso di ufficio e qualcuno rincorre la destra nell’affarismo degli appalti.
Sono per l’ambiente ma qualcuno rincorre il nucleare pulito che oggi non esiste.
Però poi è colpa di Conte e dei 5S che portano avanti realmente le stesse istanze.
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