MAREA BLU A PIAZZA DEL POPOLO
I radical chic, i vip, hanno scandito parole che i leader della sinistra di governo finora non hanno mai osato pronunciare. Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, che per una volta ascoltavano, speriamo abbiano preso qualche appunto.
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Una piazza che spiazza. Tanto per cominciare, una piazza del Popolo così piena non si vedeva da decenni. E non si era mai vista una piazza così visibilmente generazionale: erano quasi tutti over 40. Ma la smentita più spiazzante raggiunge chi si aspettava una piazza salottiera. Ombelicale. Un talk show all’aria aperta. E invece i vip chiamati ad animarla hanno rinunciato ad esser generici, a fare i simpatici. E hanno scandito parole che i leader della sinistra di governo, che per una volta ascoltavano, finora non hanno mai osato pronunciare. Michele Serra non ha richiamato un europeismo di maniera: “I nostri veri nemici siamo noi stessi quando dimentichiamo la nostra fortuna. Per quelli che attraversano il Mediterraneo per venire qui, e per quelli che sventolano questa bandiera a Est, l’Europa non è un concetto astratto. È la salvezza. Ricordiamocelo, quando pensiamo che la resistenza degli ucraini sia solo una scocciatura che ci impedisce di riposare tranquilli”. E Roberto Vecchioni: “Dobbiamo distinguere tra pace e pacifisti. Non si può accettare qualsiasi pace. I veri pacifisti siamo noi. Ai giovani dico, siete voi che dovete rimediare alle cazzate che abbiamo fatto noi”.
Dunque, i “radical chic”, i “salottieri”, i vip hanno fatto quel che in piazza di solito spetta ai leader: tracciare una linea, trascinare col pathos i riottosi. Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli ascoltavano forse hanno preso qualche appunto, sia pure mentalmente. Dunque, il rovesciamento di ruoli è la prima notizia che giunge da piazza del Popolo.
La seconda è la gran voglia di partecipazione, di esserci, di uscire dallo smarrimento degli over 40. Giovani pochi ma compensati da un ritorno in piazza in quantità inattese di una generazione che negli ultimi anni si era in parte ritratta. Erano tantissimi i quaranta-cinquanta-sessantenni che hanno prodotto un effetto-pienone ,che non si registrava da decenni. Piazza del popolo, come sanno i maniaci delle misurazioni, se piena, e senza palco, arriva ad ospitare al massimo 60 mila persone: sabato, alle 16, sotto al palco, ce ne erano 40mila mentre sulle due strade di accesso alla piazza, ne erano radunate altre 5 mila. E altre 5 mila persone non sono riuscite ad entrare. Una contabilità ragionieristica con un suo perché: la stima fatta alla fine da Michele Serra (“Siamo cinquantamila veri”) per una volta non è gonfiata. Corrisponde ai numeri veri. Da qualche anno, ad ogni manifestazione, partiti e sindacati diffondono puntualmente e orgogliosamente numeri di fantasia. Quintuplicati, se va bene. Provare a dire la verità è un altro buon suggerimento che da piazza del Popolo raggiunge i leader radunati sotto il palco.
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