Valutazione medico-legale delle menomazioni dal 10 al 100%
Gli specialisti dovranno attenersi alle buone pratiche clinico-valutative definite dalle Tabelle Simla pubblicate sul sito dell’Iss.
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La buona pratica clinico-assistenziale promossa dalla Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni offre finalmente criteri di valutazione del danno uniformi ed equi su tutto il territorio nazionale. Si tratta di una novità di grande rilievo, in attesa dell’applicazione dell’art. 138 del Codice delle Assicurazioni, che riguarda direttamente migliaia di cittadini italiani danneggiati ogni anno a seguito di incidenti stradali, responsabilità sanitaria o altri eventi lesivi causati da terzi. Basti pensare che, solo per gli incidenti stradali, in Italia si registrano oltre 150.000 feriti ogni anno.
Per la prima volta sul portale del Sistema Nazionale Linee Guida (SNLG) dell’Istituto Superiore di Sanità si registra una Buona Pratica Clinico-Assistenziale (RBPCA) in ambito medico legale: “Un risultato senza precedenti – commentano il professore Francesco Introna e il dott. Lucio Di Mauro, rispettivamente presidente e segretario di SIMLA –, frutto di un lungo e rigoroso lavoro scientifico durato oltre due anni“. Un impegno che finalmente garantisce il diritto delle vittime a un integrale e uniforme risarcimento del danno e che consente di promuovere trasparenza e coerenza nel sistema assicurativo italiano, oltre che di razionalizzarne i costi.
“Le tabelle promosse da SIMLA – dichiara il Vicepresidente e responsabile della comunicazione di Simla Dott. Franco Marozzi – avranno un decisivo impatto sulla valutazione del danno alla persona: ricordiamo infatti che il documento è stato introdotto nel Sistema Nazionale Linee Guida e pertanto, ai sensi di quanto previsto dalla legge 24/17, tutti gli specialisti in medicina legale dovranno attenersi al loro utilizzo”.
Un’azione che s’inserisce nel solco nobile della tradizione medico-legale che da oltre un secolo è impegnata nell’elaborazione di un sistema di valutazione del danno alla persona mediante la misurazione in forma percentuale che determina, in maniera convenzionale, la compensazione economica della disfunzionalità di organi e apparati a seguito di una menomazione dell’integrità psico-fisica della persona. Procedendo secondo un quadro valorale di riferimento epistemologico che distingue un giudizio di tipo scientifico dai giudizi di opinione si è così giunti a un’evoluzione destinata a far superare le difformità tabellari.
“Quanto la nostra disciplina ha fatto finora – aggiunge il segretario nazionale SIMLA– è esattamente iscrivibile entro un paradigma scientifico di qualità, ma per una serie di ‘incrementi successivi’, utilizzando la terminologia del filosofo della scienza Thomas Kuhn, ha prodotto una disomogeneità nei valori di riferimento, rendendo maturo il tempo per una riflessione che conduce, grazie al contributo vasto e diffuso dei medici legali italiani, alla formulazione di nuovi riferimenti condivisi e che garantiscano uniformità ed equità“.
Una svolta epocale per l’intero settore, considerando che i vari baremes, seppur frutto dell’attività scientifica svolta in ambito della dottrina di settore, hanno evidenziato difformità – come evidenziato anche dalla Corte Suprema di Cassazione nel 2021 – in merito al grado di invalidità permanente, manifestando rischi di disparità di trattamento nella liquidazione di danni. Un fenomeno che sarebbe emerso, oltre che all’interno del medesimo ufficio giudiziario, persino da parte dello stesso magistrato, contravvenendo al comune senso di giustizia. Mantenendo il concetto di base – un danno biologico dovrà essere liquidato con una somma di denaro tramite una misurazione in forma percentuale – si è lavorato per uniformare, appunto, le diverse tabelle di compensazione attualmente in uso nella prassi medico legale.
“Queste tabelle – aggiunge il Dott. Di Mauro – rappresentano un punto di partenza, non un punto d’arrivo. La normativa vigente prevede infatti una revisione periodica delle buone pratiche, e SIMLA è già pronta a garantire l’aggiornamento continuo dello strumento, secondo l’evoluzione scientifica, clinica e sociale. Il paradigma seguito è stato chiaro: costruire un sistema che traducesse l’integrità psicofisica in modo proporzionato, coerente e giuridicamente utilizzabile, senza perdere la profondità medico-scientifica propria della nostra disciplina”.
Simla, avvalendosi della collaborazione della comunità scientifica, che ha visto una grande partecipazione di medici-legali – dell’Accademia e del mondo delle professioni – e di stakeholder del mondo giuridico, delle imprese e della società civile, ha avviato una Consensus conference che, tramite il suo Comitato Tecnico Scientifico nominato dalla Società Scientifica, ha lavorato per due anni. In primo luogo sono stati definiti i princìpi alla base della metodologia di valutazione e quantificazione del danno biologico, compreso tra 10 e 100 punti di invalidità, quindi sono stati formalizzati gli intervalli percentuali, dettagliatamente circoscritti, al fine di fornire il reale valore in termini di compromissione della validità dell’individuo in rapporto alle lesioni/menomazioni di ogni organo-funzione o segmento di apparato rilevante ai fini della valutazione del danno biologico.
“L’obiettivo della Società Italiana di Medicina Legale – evidenzia il dott. Lucio Di Mauro –, dunque, è stato quello di promuovere la pubblicazione di una buona pratica clinica onde pervenire ad una evoluzione significativa nel contesto giuridico e medico legale nazionale tramite una metodologia validata dal punto di vista scientifico, ovvero quella della consensus conference, ‘metodo’ che coniuga l’approccio clinico e tecnico-scientifico con un processo di lavoro connotato da trasparenza e terzietà”.
Ufficio stampa Simla
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