Anno: XXVI - Numero 81    
Giovedì 23 Aprile 2025 ore 13:45
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Commercialisti, 'meno tax gap per ceto medio e professionisti'

Ma il dato della pressione fiscale risulta in aumento.

Commercialisti, 'meno tax gap per ceto medio e professionisti'

“È sicuramente apprezzabile il dato relativo alla costante riduzione del ‘tax gap’, che conferma una tendenza consolidata da anni, ma non possiamo non evidenziare che il dato della pressione fiscale risulta in aumento.

È, dunque, auspicabile che l’encomiabile e costante opera di riduzione del ‘tax gap’ sia destinata in modo tangibile alla diminuzione della pressione fiscale, in particolare su ceto medio, imprese e professionisti”.

È quanto ha affermato il consigliere tesoriere nazionale dei commercialisti delegato alla fiscalità, Salvatore Regalbuto, durante l’audizione sul Documento di Finanza Pubblica 2025, oggi presso le Commissioni congiunte Bilancio del Senato e della Camera dei deputati, affiancato dal Coordinatore dell’Area fiscale della Fondazione nazionale dei commercialisti, Pasquale Saggese.

    Per gli esponenti della categoria, “la riduzione della pressione sul ceto medio è un obiettivo irrinunciabile che deve essere perseguito poiché, anche per le dinamiche inflattive degli ultimi anni e la conseguente perdita di potere d’acquisto, la tassazione del secondo scaglione di reddito, quello che va da 28.000 a 50.000 euro e al quale si applica l’aliquota del 35%, appare eccessiva. Si tratta, infatti, di redditi lordi che corrispondono a netti non certamente elevati. In questo contesto, le ipotesi di lavoro potrebbero essere, anche attraverso un processo graduale ma costante, sia di ridurre l’aliquota sia di ampliare il perimetro dello scaglione”.

    A seguire, tra le richieste dei commercialisti, c’è quella di “individuare forme alternative, correlate a semplici regole di fruizione come è accaduto per il Piano 4.0, per l’utilizzo delle risorse destinate al piano Transizione 5.0 affinché non restino inutilizzate a causa dell’eccessiva complessità della misura”. E ciò perché, ha detto Regalbuto, “l’andamento del piano Transizione 5.0 è sensibilmente inferiore alle attese con conseguente ridotto utilizzo delle risorse programmate a causa dell’eccessiva complessità della misura e le disposizioni tese alla semplificazione introdotte dalla legge di bilancio 2025 non sembrano essere state un volano decisivo”.

Ansa

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