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Giovedì 23 Aprile 2025 ore 13:45
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Riuniti da Bergoglio, divisi ancora dai dazi.

Spiragli da "diplomazia del funerale": possibile vertice Trump-von der Leyen.

Riuniti da Bergoglio, divisi ancora dai dazi.

Sabato a Roma attesi il presidente Usa e la leader della Commissione Ue, oltre a tanti Capi di Stato europei. Molto difficile un anticipo del vertice Usa-Ue prospettato da Meloni nella sua visita a Washington, mentre potrebbero andare in scena una serie di incontri bilaterali. Sarebbe il primo contatto tra The Donald e Ursula

Riuniti da Francesco, divisi dai dazi. I leader del mondo si preparano ad arrivare a Roma per le esequie del Papa, che si terranno sabato a San Pietro. Ma nonostante le attese, si allontana la prospettiva di un vertice tra Stati Uniti e Unione europea. Più facile che si tengano invece dei bilaterali informali, all’insegna della “diplomazia del funerale”. E qualche spiraglio si apre per un faccia a faccia tra Ursula Von der Leyen e Donald Trump.

A Palazzo Chigi smentiscono un lavoro propedeutico a un vero e proprio vertice tra Washington e Bruxelles a margine della cerimonia funebre che si terrà sabato mattina a Piazza San Pietro. “Per noi sabato c’è solo il funerale di Papa Francesco”, mettono in chiaro dalla sede del governo per ribadire che Giorgia Meloni non pensa alle esequie come all’occasione per imbastire l’atteso faccia a faccia tra la presidente della Commissione europea, il presidente degli Stati Uniti – sarà presente con la moglie Melania – e gli altri leader europei, tra i quali Emmanuel Macron e Keir Starmer.

A impedirlo – spiegano – c’è una ragione personale, che la premier ha confessato in un colloquio con il Messaggero. “Io a Papa Francesco volevo un bene dell’anima, un bene enorme. Il nostro rapporto andava oltre” i ruoli istituzionali “ecco perché preferivo vederlo privatamente”, ha detto la premier rivelando di aver incontrato il Pontefice l’ultima volta lunedì scorso.

Ragioni del cuore a parte, sono le tariffe da applicare alle reciproche importazioni a dividere ancora le due sponde dell’Atlantico. Ursula von der Leyen, conformemente alle posizioni espresse da Francia e Germania, ritiene che l’accordo sui dazi tra Stati Uniti ed Europa deve precedere e non seguire l’incontro con Trump. “I contatti tecnici con gli Usa sul fronte dei dazi continuano. Sarebbe una buona idea incontrare la controparte statunitense una volta che è stato raggiunto un accordo nella sostanza sulle tariffe”, fanno sapere dalla Commissione. In questo contesto, il faccia a faccia che la presidente del consiglio ha annunciato allo Studio Ovale, con l’invito di Donald Trump a Roma e la disponibilità a incontrare Ursula von der Leyen, per il governo italiano si deve tenere in un’altra occasione e dovrà avere carattere formale, organizzato con la partecipazione piena della Commissione e dell’amministrazione americana. 

Fatta questa doverosa premessa, nel governo sono tuttavia consapevoli che il funerale di Papa Francesco potrà diventare un “working funeral”, per usare le parole che nel 1963 Lord Harold Wilson, poi primo ministro britannico, usò per definire le esequie di Winston Churchill. In quell’occasione il lord laburista ne approfittò per un dialogo serrato con Charles De Gaulle. E per venire a esempi più recenti, un vistoso esempio di diplomazia del funerale è stata la cerimonia funebre di Elisabetta II, nel settembre del 2022, quando a scambiarsi le reciproche visioni della situazione internazionale furono Carlo d’Inghilterra ed Emmanuel Macron. Che lo spirito del pontefice serva quanto meno a sciogliere il ghiaccio, che aiuti a mettere le premesse per rapporti formali più distesi prima che scada la moratoria di 90 giorni decisa da Trump.

Da questo punto di vista, fonti italiane ed europee convergono sul fatto che sabato a Roma ci potrà essere se non un bilaterale certamente uno scambio informale tra Trump e Von der Leyen. “Questo è auspicabile e in ogni caso non dipende da noi”, spiegano dall’esecutivo italiano.

I primi segnali di una qualche disponibilità sono stati inviati oggi. Von Der Leyen ha fatto sapere attraverso la portavoce della commissione Arianna Potestà che “al momento non si possono escludere possibili incontri bilaterali” a margine della visita, che tuttavia va inquadrata “nel contesto delle esequie del Papa”. Al momento, precisano ancora dal governo europeo, “non ci sono aggiornamenti e non ci sono bilaterali da annunciare”.

I funerali del Papa potranno servire dunque per alcuni incontri tra Trump e i leader europei che servano a preparare il vertice tra gli Usa e l’Ue, a cui sta lavorando Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio italiano che prima e dopo la visita a Washington ha informato Von der Leyen, continua a mantenersi in contatto con la presidente della Commissione e con il presidente del Consiglio Ue Antonio Costa, al quale spetta la convocazione di incontri tra i Capi di stato e di governo. Sia da parte della Commissione che del Consiglio, Meloni ha ricevuto via libera a organizzare un incontro con Trump.

La ricaduta, prima ancora che sulla questione dazi, potrebbe essere in relazione al reciproco impegno nella guerra in Ucraina. Dopo che le prospettive di una pace nel breve termine si sono diradate, l’Italia si prepara a varare l’undicesimo pacchetto di armamenti. Mercoledì il ministro della Difesa Guido Crosetto lo illustrerà al Comitato parlamentare per i servizi. E nello stesso giorno a Londra si terrà una nuova riunione della coalizione dei volenterosi, che sotto l’egida francese e britannica riunisce i Paesi disponibili a schierare forze di peacekeeping in Ucraina. Nella capitale britannica incontreranno gli inviati di Trump e il consigliere per la di difesa di Volodymyr Zelensky. A Washington, nella conferenza stampa con Meloni, il presidente americano ha detto che “l’impiego di truppe di peace keeping è sempre benvenuto”. Ma pochi giorni dopo, ha minacciato di abbandonare le parti a sè stesse “se una delle due fa la stupida”. L’inviato speciale Usa Steven Witkoff sarà a Mosca anche questa settimana. È prevedibile, dunque, che sabato Trump e gli alleati europei accennino agli sviluppi sul fronte russo-ucraino.

 Fonti vicine al dossier spiegano che la maggiore difficoltà sta al momento nel convincere Trump a incontrare Von Der Leyen, anche solo in via informale. “I due non si prendono”, si lasciano andare gli sherpa che lavorano a ridurre le distanze, spiegando che le relazioni personali sono fondamentali in questo genere di trattativa. E non aiuta su questo fronte la più recente posizione espressa dalla presidente della Commissione. Una frase che in qualche modo fa eco – in forma gentile – a quella pronunciata da Trump la settimana scorsa, quando il presidente americano ha detto che i Paesi si mettevano in fila per… strappare un accordo agli Stati Uniti. Nella versione di Ursula, affidata al sito Politico, “in un contesto globale sempre più imprevedibile, i Paesi si stanno schierando per collaborare con l’Ue”. Insomma, un tira e molla che lascia pochi spiragli alle doti di simpatia dell’uno e dell’altro.

di Alfonso Raimo su HuffPost

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