Cardinale Müller “Chiesa rischia scisma con un altro Papa Francesco”
Conclave 2025, il cardinale Müller ritiene che la Chiesa rischi uno scisma eleggendo un Papa come Francesco e lo critica per la sua ambiguità su alcuni temi.
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L’ombra di un ipotetico scisma si allunga su San Pietro nelle ore in cui il mondo cattolico si appresta a dare l’ultimo saluto a Papa Francesco prima di avere una nuova guida. Ma è proprio su quest’ultimo aspetto che emergono timori e preoccupazioni, come quelle del cardinale Gerhard Müller, esponente di spicco dell’ala conservatrice, le cui parole evidenziano le tensioni tra le correnti conservatrici e progressiste nella Chiesa cattolica, soprattutto in vista del prossimo Conclave per l’elezione del nuovo pontefice.
Per il tedesco la Chiesa cattolica rischia uno scisma se sceglie un altro leader liberale come Papa Francesco, di cui non condivide alcune riforme e aperture, come la benedizione delle coppie omosessuali e la comunione per i divorziati risposati, ritenendole in contrasto con la dottrina tradizionale della Chiesa. Ma muove critiche anche in merito all’apertura al dialogo interreligioso e l’accordo con la Cina sulla nomina dei vescovi.
Ne parla in due interviste, una al Times e l’altra a Repubblica, in cui sottolinea l’importanza di eleggere un papa che rispetti le Scritture e la tradizione, evitando di trattare l’elezione papale come un gioco politico. L’auspicio di Müller è che le discussioni pre-conclave possano orientare la Chiesa verso l’unità dottrinale, ma teme l’influenza dei media sulla leadership della Chiesa. Pur riconoscendo Papa Francesco come una persona buona, Müller sottolinea l’importanza di resistere all’eresia e invita lo Spirito Santo a guidare i cardinali nella scelta di un papa che unifichi la Chiesa.
Quando gli viene chiesto se intende promuovere il suo marchio di cattolicesimo dottrinale in questi incontri, che inizieranno seriamente dopo il funerale di Francesco sabato, Müller risponde che sente di doverlo fare, perché l’alternativa è una Chiesa che rischia di dividersi in due se non viene eletto un Papa “ortodosso“. Per il cardinale tedesco, “il cattolicesimo non consiste nell’obbedire ciecamente al Papa senza rispettare le sacre scritture, la tradizione e la dottrina della Chiesa“.
In merito alle sue divergenze con Francesco, il tedesco parte dalla decisione del 2023 di consentire la benedizione delle coppie dello stesso sesso, ribaltando un divieto precedente. Müller a tal proposito ricorda che “Dio ha istituito il matrimonio tra un uomo e una donna e noi non possiamo cambiarlo“. Quindi, sollecita il prossimo Papa a chiarire la questione, perché “non si deve relativizzare la dottrina cattolica del matrimonio“.
Ma contesta anche il discorso sulla “fratellanza” tra cattolici e musulmani, sostenendo che “i cattolici sono fratelli e sorelle in Cristo“. Pur favorevole al dialogo, invita a evitare il relativismo e invita a porsi una domanda, a chiedersi “come è possibile che uno che crede in Dio, creatore di tutti gli uomini, possa uccidere nel nome di Dio“. Lo storico accordo con la Cina impone poi una riflessione: sì ai compromessi con i dittatori, ma senza tradire i principi della fede. “Non possiamo accettare che i comunisti atei, nemici dell’umanità, scrivano i nostri libri del catechismo o portino nelle chiese l’immagine di Xi Jinping. Non possiamo accettare che i comunisti nominino i vescovi“.
Per quanto riguarda invece l’attenzione a migranti e ambiente, il prossimo pontefice, secondo il cardinale 77enne, non dovrebbe “cercare l’applauso del mondo secolare che vede la Chiesa come un’organizzazione umanitaria che fa lavoro sociale“. Il rischio è che i cardinali elettori, condizionati anche dai mass media, decidano di continuare sulla linea di Bergoglio.
Invece, “hanno la responsabilità di eleggere un uomo che sia in grado di unificare la Chiesa nella verità rivelata“, di nominare un Papa che “deve essere ortodosso, non liberale o conservatore“, perché il tema non è scegliere tra conservatori e liberali, “ma tra ortodossia ed eresia“. Müller rivela anche di pregare “che lo Spirito Santo illumini i cardinali, perché un Papa eretico che cambia ogni giorno a seconda di ciò che dicono i mass media sarebbe catastrofico“.
Müller ricorda che il nuovo Papa non deve essere “successore del suo predecessore ma un successore di Pietro“. Pur consapevole che l’ultimo giudizio spetti a Dio, ha le sue opinioni sul pontificato, che sono negative per alcuni aspetti. Infatti, accusa Bergoglio di ambiguità in alcuni frangenti, come quando ha parlato di resurrezione con Eugenio Scalfari, mentre Ratzinger era stato perfettamente chiaro dal punto di vista teologico.
Probabilmente ciò, secondo il cardinale tedesco, è dovuto al fatto che Bergoglio era più improntato sulla dimensione sociale. Una dimensione che lo ha spinto a nominare una donna in un dicastero vaticano, ma il punto per Müller è che sia stato chiamato un laico alla guida di una congregazione. Infine, riguardo alle sue posizioni, ribadisce che la Chiesa non è “una organizzazione internazionale umanitaria e sociale“.
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