ANCHE LE FORMICHE HANNO IL MAL DI PANCIA
Già da martedì sera si sono rincorse le voci che accreditavano nella giornata di mercoledì un’assemblea straordinaria di Ocf.
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Improvvisamente convocata, e a tenersi da remoto, a seguito dei mal di pancia di moltissimi componenti dell’assemblea stessa – più di 20 – che lamentavano di non avere mai ricevuto non solo il testo ma neppure informazioni e illustrazione della proposta di riforma della legge professionale forense asseritamente elaborata, facciamo finta di crederci, dal cosiddetto “tavolo dell’avvocatura“.
Le doglianze andavano dalla considerazione tutt’affatto peregrina, che pur essendo il coordinatore e i vertici di Ocf coinvolti nella elaborazione, o almeno così è apparso e gli stessi hanno accreditato, l’assemblea non fosse stata compiutamente relazionata e tantomeno avesse ricevuto un testo che dovrebbe essere esaminato e definitivamente varato nella Agorà del 29 aprile prossimo. Agorà alla quale forse i componenti di OcfF sono stati invitati a partecipare.
La questione è rilevante sotto vari profili. In primo luogo perché se le lamentele corrispondono a verità c’è stata una palese disinformazione nei confronti dell’assemblea da parte del coordinatore e dell’ufficio di coordinamento, forse perché si ritiene che i componenti dell’assemblea siano appunto “formiche“ che non vale la pena tenere informate né consultare. In secondo luogo, perché la circostanza conferma quanto lamentato anche da altri, e cioè che il percorso del tavolo è stato tutto fuorché democratico e il lavoro presentato dal centro studi del Cnf come sintesi della elaborazione dei gruppi costituiti all’interno del percorso del tavolo non è stato illustrato e discusso neppure all’interno di quello che dovrebbe essere l’organismo politico dell’avvocatura, emanazione del Congresso Forense. Due distinti bersagli quindi per l’assemblea di Ocf: uno tutto interno e cioè i vertici dell’organismo, l’altro esterno individuabile nel principe e in generale nel Cnf che il tavolo ha guidato.
Sorge peraltro spontanea una domanda: ma i componenti del Cnf, loro almeno, hanno avuto il piacere di conoscere il testo di riforma e di discuterne?
Si dice che il Principe in queste ore sia molto agitato, chiami al telefono vari soggetti dell’avvocatura, soprattutto se hanno manifestato qualche opinione contraria o non gradita, abbia l’arrabbiatura facile. All’esterno sembra però che lui non sia affatto contrastato all’interno del Cnf e che tutti i componenti di questo organo, quindi siano d’accordo con lui, oppure per quieto vivere e “tirando a campare” nulla fanno e nulla dicono.
Sta di fatto che ieri pomeriggio l’assemblea telematica sì è tenuta.
Ma la protesta dei “peones“ dell’assemblea di Ocf, tali considerati dai loro stessi compagni di strada, seduti però su poltrone più importanti, a cosa ha portato? Chi può dirlo. Si ignora infatti se vi sia stato un deliberato, come parrebbe logico, e quale. Forse come spesso accade, troppo spesso, c’è stato solo un nulla di fatto, qualche banale giustificazione, forse qualche scusa, e tutto riprenderà esattamente uguale a prima. E nel Cnf, anche in prospettiva futura, riuscirà qualcuno di coloro che si lamentano tanto nei corridoi a trovare il coraggio di esporsi e di avanzare pubblicamente con chiarezza le critiche che mormora sottovoce? Siamo quasi certi di no, anche se è già partita una simpatica campagna elettorale per essere votati quali delegati al congresso Forense, cosa curiosa posto che come abbiamo fin qui visto il congresso non vale nulla, non sa imporre le proprie posizioni, ricorre a deleghe a terzi delle proprie prerogative, non riesce ad essere il luogo alto di formazione della volontà politica degli avvocati italiani, e’ sistematicamente disatteso dal CNF e soprattutto da chi lo presiede. Alcuni di coloro che capeggiano le liste per le elezioni dei delegati congressuali, a parere di chi scrive, ambiscono ad essere poi votati quali componenti del CnfF, e questo passaggio congressuale avrebbe l’unica finalità di mantenere una visibilità alta e gratificare i propri elettori e potenziali “portatori d’acqua“ con la trasferta torinese di ottobre.
Intanto abbiamo ricevuto e pubblichiamo il testo che dovrebbe essere posto in esame all’Agora’ del 29 aprile. La questione mandati è risolta salomonicamente con tre mandati da tre anni ciascuno. Non c’è apparente traccia dell’azzeramento dei mandati passati, ma si mormora che in Agorà sarà proposta la proroga di un anno degli organi nella attuale composizione (sia CNF che COA) o il predetto azzeramento.
La fantasia non manca, dunque, così come la voglia di restare seduti per sempre. Coraggio.
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