Il 7 maggio il via al Conclave.
Il sistema elettorale, i tempi, gli elettori e gli eleggibili, la possibile durata e la data oltre la quale non si può andare. Vademecum per orientarsi sulla successione a Francesco.

Il 7 maggio i cardinali si chiuderanno in Conclave. Lo riferiscono fonti vaticane a Reuters. In questa sede, i vertici della Chiesa cattolica eleggeranno il nuovo Papa. Non esiste una deadline per l’elezione, assolutamente politica e mediata tra le varie anime del Vaticano, ma le regole contenute nella Universi Dominici Gregis, la principale Costituzione apostolica tuttora vigente in materia di sede apostolica vacante, aiutano a orientarci.
I tempi
Esauriti i Novendiali, i nove giorni di messe in suffragio dell’anima del pontefice defunto, il Conclave per l’elezione del nuovo pontefice inizierà il 7 maggio. Secondo le norme vaticane, infatti, la data di inizio doveva cadere tra i 15 e i 20 giorni dall’inizio della sede vacante. Non esiste una durata fissa: il Conclave continua fino all’elezione di un Papa. Il Conclave più breve è durato 10 ore, mentre il più lungo oltre 2 anni e 7 mesi.
Le votazioni
I cardinali votano due volte il mattino, dopo le lodi, e due il pomeriggio. Il primo giorno si tiene una sola votazione, di pomeriggio, dopo le cerimonie di inizio Conclave.
Il sistema elettorale
La Costituzione emanata da Giovanni Paolo II prevede un’elezione a scrutinio segreto, con una soglia minima dei due terzi dei voti. Il tetto è dunque fissato a 90 voti, se tutti i 135 cardinali partecipano all’elezione. Se l’elezione non avviene entro il 34esimo scrutinio, quindi dopo nove giorni, e dunque entro il 15 maggio, si procede al ballottaggio, sempre a maggioranza dei due terzi, tra i due candidati che hanno ricevuto più consensi all’ultimo scrutinio.
I precedenti
Le ultime elezioni possono aiutare a prevedere la lunghezza di questo Conclave. Nel 2013, per l’elezione di Francesco, i cardinali attesero il quinto scrutinio, mentre nel 2005, per l’elezione di Benedetto XVI, ne bastarono bastarono quattro e il Conclave durò circa 24 ore. Per Giovanni Paolo II, nel 1978, servirono invece otto scrutini.
Il termine
Dal latino cum clave, “chiuso a chiave”, il Conclave nasce con l’elezione di Gregorio X, nel 1217, quando venne introdotto il Decretum de electione papae per risolvere l’impasse del sostituto di Clemente IV, morto un anno e mezzo prima e ancora senza successore. Il testo prevedeva una riunione in una zona isolata, senza contatti con l’esterno capaci di rallentare il processo e influire sul voto.
La fumata
Ogni due voti, le schede vengono bruciate nella stufa della Cappella Sistina. Una fumata alla fine della mattina, verso le 12; una nel tardo pomeriggio, alle 19: nera se non si è trovato l’accordo; bianca quando il quorum è stato raggiunto.
I luoghi
Il Conclave inizia ufficialmente con l’assemblea di tutti i cardinali elettori a San Pietro. Il Decano presiede in mattina la Pro eligendo romano pontefice e nel pomeriggio, vanno tutti nella Cappella Paolina nel Palazzo Apostolico per le litanie. Solo dopo, i cardinali si riuniscono nella Cappella Sistina, il luogo del Conclave dal 1878. Le finestre sono chiuse per bloccare ogni interferenza, come è proibito il contatto con l’esterno anche nella domus Sanctae Marthae, l’edificio alberghiero dove i porporati mangiano e dormono fino all’elezione.
La procedura
Dopo la processione verso la Cappella Sistina, c’è il giuramento dei cardinali. Il Maestro delle celebrazioni liturgiche del pontefice allora pronuncia la solenne formula “Extra omnes”: “Fuori tutti”. Il Conclave inizia.
Gli elettori
Per decisione di Paolo VI nel 1970, non tutto il collegio cardinalizio può partecipare alla riunione, ma solo i cosiddetti “cardinali elettori”, che devono avere meno di 80 anni, possono votare ed eleggere il nuovo Papa. Attualmente, su 252 cardinali, gli elettori sono 135. Va ricordato che nei suoi 12 anni di papato, Francesco ha nominato 108 cardinali fra i 135 che sceglieranno il suo successore. Altri 22 sono stati indicati da Benedetto XVI, mentre sono solo 5 gli elettori creati da Giovanni Paolo II.
I papabili
Per consuetudine, il Papa è sempre scelto tra i cardinali. Non esiste una regola, però. Nulla impedisce di nominare un vescovo, un sacerdote o persino un laico. L’unica condizione per essere “papabile” è essere un uomo, battezzato e celibe.
L’annuncio
Eletto il nuovo Papa, il cardinale decano gli chiederà se accetta l’incarico e quale nome adotterà per il suo pontificato. Bruciate le schede, il neoeletto si ritira nella Stanza delle lacrime per indossare i paramenti bianchi. Dopo il Te Deum, il cardinale protodiacono annuncia ai fedeli l’Habemus Papam e il Papa si affaccia dalla Loggia delle benedizioni di San Pietro.
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