Avvocati e toghe insieme per la difesa dell'ecosistema diritti
Lo ha rilevato Andrea Mascherin, presidente del Consiglio nazionale forense, nel suo discorso per l'anno giudiziario al Consiglio di Stato
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Il ruolo di magistratura e Avvocatura è “necessario e complementare” per “difendere i confini della giurisdizione, o quello che potremmo definire ‘l’ecosistema’ dei diritti, inteso come tutela del cittadino nei confronti del Potere, il che significa assicurare il rispetto dei diritti e dei doveri reciproci che nascono dal contratto Stato-Cittadino. Contratto che se non rispettato, per primo dallo Stato, spalanca la via alla ricerca di strumenti illeciti, tendenti a risolvere, pero’ illegalmente, gli ostacoli non rimossi o posti dal Pubblico, cosi’, fra l’altro, favorendo corruzione e organizzazioni criminali”. Lo ha rilevato Andrea Mascherin, presidente del Consiglio nazionale forense, nel suo discorso per l’anno giudiziario al Consiglio di Stato (cerimonia in cui, per la prima volta quest’anno, hanno preso la parola i rappresentanti dell’Avvocatura, con gli interventi dell’avvocato generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli e del presidente del Cnf Mascherin). “Pensiamo a quanto questo sia vero – ha aggiunto – se consideriamo come il giudice amministrativo finisca con l’essere il giudice della economia e del mercato, laddove un “ecosistema” non in equilibrio comporterebbe (e comporta) conseguenze erosive dell’affidabilita’, della tenuta economica, del principio di legalita’ del nostro Paese. A rendere ulteriormente complesso il quadro – ha concluso – va ricordato come quello della economia e del mercato sia un campo presidiato in molti ambiti da Autorita’ di settore e da un alto tasso di presenza pubblicistica, che in non pochi casi sfiora l’interferenza nella giurisdizione”. “La giurisdizione amministrativa, con ciò intendo giudici e avvocati, deve anche difendersi da una legislazione caotica, confusa e confondente, con il paradosso che l’attività della difesa e la decisione del giudice rischiano di essere considerate, nell’immaginario collettivo, come veri e propri freni alla economia, alla libera iniziativa imprenditoriale, agli investimenti”. Lo ha detto il presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin, nel suo intervento per l’anno giudiziario al Consiglio di Stato. “Speriamo che prima o poi le cose cambino, ma a oggi – ha rilevato – in un Paese in cui lo Stato tende sadicamente a produrre un’alluvione di norme inutili, quando non dannose, in cui il contratto pare presupporre sfiducia e sospetto verso il cittadino, (che va pertanto controllato attraverso una asfissiante burocrazia), in cui si moltiplicano Autorita’, regolamenti, linee guida, sanzioni applicate al di fuori di ogni contradditorio, in un Paese cosi’ serve una giustizia amministrativa che, per quanto nei suoi poteri, cerchi di riequilibrare ‘l’ecosistema’ attraverso una saggia giurisprudenza, tendente a semplificare l’interpretazione e l’applicazione delle leggi, e in tale direzione risulta fondamentale e assai preziosa anche la funzione consultiva del Consiglio”. Importante, infine, secondo Mascherin, “questo compito di semplificazione se consideriamo come l’applicazione delle norme e la loro interpretazione finisca con l’incidere anche sulla fiducia di noi tutti nei confronti delle Istituzioni pubbliche, risultando evidente come una Pubblica Amministrazione che appaia iniqua finisca con l’alimentare diffidenza e rancore verso se stessa”.
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