Anno: XXVI - Numero 82    
Giovedì 24 Aprile 2025 ore 13:45
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Project Manager Lean: la professione che guida l’eccellenza operativa

Ruolo e pofessione del Project Manager Lean

Project Manager Lean: la professione che guida l’eccellenza operativa

Nel 2025 le imprese italiane hanno un chiodo fisso: fare di più con meno. Margini compressi, supply-chain fragili e transizione digitale spingono a ripensare processi che per anni sono stati dati per scontati.

In questo contesto il Project Manager Lean diventa il coach che porta la squadra a tagliare sprechi, accorciare i tempi e liberare risorse da reinvestire in innovazione.

In questo articolo, scritto in collaborazione con Crossnova, non parliamo di un super eroe, ma di una professione concreta che unisce metodo, dati e una buona dose di leadership.

Chi è e cosa fa

Il PM Lean è, in parole povere, un responsabile di progetto con il pallino per la concretezza. È nato quando il project management tradizionale ha incrociato la filosofia snella del Toyota Production System. Il suo mantra è semplice: tagliare tutto ciò che non crea valore per il cliente, tempi morti, passaggi inutili, errori, scorte che impolverano in magazzino.

Nel quotidiano osserva il processo, parla con operatori e colleghi, disegna il flusso su carta (o su una lavagna digitale) per scovare il punto in cui il lavoro si incaglia. Poi concorda con il team un obiettivo chiaro, ad esempio consegnare un ordine in mezza giornata invece che in due, e sceglie gli strumenti più adatti: una board Kanban, una giornata Kaizen, un esercizio di Five Why. Tutto viene misurato con pochi indicatori parlanti. Se i numeri migliorano, il team festeggia e parte subito un nuovo giro di perfezionamento.

Alla fine i processi scorrono più veloci, i difetti si assottigliano e il cliente se ne accorge.

Perché le aziende lo cercano sempre di più

Le imprese si interessano a questa figura per tre ragioni che convergono. L’ondata di Industria 4.0 ha inondato i reparti di informazioni e tecnologie intelligenti, ma senza qualcuno che sappia tradurle in progetti concreti restano puro potenziale.

Al tempo stesso, la corsa al ribasso dei margini impone di snellire i processi e contenere i costi di materie prime ed energia, pena l’esclusione dal mercato. Infine, i bandi del PNRR e gli incentivi all’efficientamento premiano i piani di miglioramento Lean guidati da professionisti certificati. E i numeri parlano chiaro: su LinkedIn compaiono decine di annunci ogni mese per “Lean Project Manager”, e le previsioni Unioncamere-Excelsior stimano una crescita annua del fabbisogno di tecnici e manager operations di circa il 4 % fino al 2028. Non è teoria, è mercato reale.

Le competenze che contano

Un bravo Project Manager Lean mescola hard e soft skill.

Hard skill principali

  • Lean Six Sigma (Green o Black Belt);
  • strumenti visual (VSM, A3 Report, Kanban board fisiche o digitali);
  • data analytics di base (OEE, takt time, SPC);
  • conoscenza di ERP/MES e software di project management.

Soft skill indispensabili

  • leadership inclusiva: convincere le persone a cambiare abitudini;
  • comunicazione chiara, meglio se supportata da visual storytelling;
  • pensiero analitico ma flessibile: ogni fabbrica è diversa;
  • gestione del conflitto: non tutti amano vedere il proprio reparto sotto la lente.

Come formarsi

Diventare Project Manager Lean non richiede necessariamente una laurea in ingegneria: ciò che fa davvero la differenza è saper coniugare i principi Lean Six Sigma, la disciplina del project management e la dimestichezza con dati e KPI operativi.

Queste competenze si possono acquisire con percorsi diversi: dai bootcamp intensivi in aula ai programmi blended che alternano didattica online e workshop pratici, fino alle academy interne alle aziende. L’importante è che lo studio sfoci in un progetto reale di miglioramento da inserire nel curriculum. Con sei-dodici mesi di formazione mirata e pratica sul campo, molti professionisti riescono già a candidarsi a ruoli junior, soprattutto nelle PMI che hanno bisogno di figure versatili.

Casi studio reali

  1. Brembo (automotive, Bergamo) – Su tre linee pilota l’azienda ha avviato un progetto Lean potenziato da sensori IoT: in dodici mesi l’OEE è aumentato di circa 10 % e i risparmi hanno superato 1,5 milioni di dollari, merito di dashboard istantanee e manutenzione predittiva.
  2. Barilla (alimentare, Parma) – Con l’approccio Just In Time Distribution (JITD), Barilla ha ridotto le scorte lungo la filiera di un quarto e innalzato il livello di servizio dall’80 % a quasi il 95 %.
  3. Luxottica – hub logistico di Sedico (Belluno) – La riorganizzazione Lean dell’hub, integrata in SAP, consente oggi di spedire oltre 210 000 pezzi al giorno, tagliando i costi logistici e accorciando di 24 ore il lead-time verso i mercati principali.

Tre settori diversi, un’unica morale: dati concreti, persone coinvolte e miglioramento continuo a piccoli passi.

Trend che cambieranno il mestiere

All’orizzonte si delineano tre grandi direttrici. L’automazione dei flussi, grazie a RPA e intelligenza artificiale generativa, affiderà ai bot la compilazione di report e punterà modelli predittivi per intercettare i colli di bottiglia prima che emergano. La convergenza fra Agile e Lean costringerà il PM a far dialogare sprint software e flusso produttivo evitando attriti. Infine, la sostenibilità operativa renderà normale calcolare l’impronta di carbonio di ogni fase e usare il pensiero snello per alleggerire sia i costi sia le emissioni.

Il Project Manager Lean non è una moda passeggera, ma la risposta pratica alle sfide di competitività e sostenibilità. Sa parlare la lingua dei dati, ma soprattutto sa motivare le persone a cambiare. Se ami migliorare le cose e non ti spaventa mettere mano ai dettagli, potresti aver trovato la professione giusta.

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