Il silenzio dei mediocri.
Ci sono rivoluzioni che non fanno rumore.
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Sono quelle rivoluzioni che raggiungono il loro massimo livello di espressione quando hanno già raggiunto lo scopo e hanno tessuto ed intrecciato le maglie del potere che le esprimono. Agli esordi e nel loro percorso evolutivo sono silenti …ed evidenti lo diventano nella fase conclusiva , quando i mezzi e strategie hanno raggiunto lo scopo. La rivoluzione silente dell’omologazione che vede la conquista del potere da parte di uomini privi di qualità, inizia già dal settecento, quando le abilità si concentravano nella ricerca si favoritismi e compiacenze da parte di uomini scaltri …ma solo scaltri. Via via la rivendicazione di posti di potere da parte dei mediocri ma scaltri si fa più forte , alimentata dall’avvento del capitalismo e dalla rivalutazione e rivoluzione degli ingranaggi produttivi. E come negli ingranaggi produttivi, l’uomo segue i meccanismi della catena produttiva, senza particolari slanci di talento e di difformità dalle tecniche prestabilite e conformanti. L’appartenenza all’ingranaggio produttivo fa si che il lavoro sia assimilato solo a ciò che consente il sostentamento, appiattendo e sopprimendo il libero estrinsecarsi della personalità. La governance del potere economico, delle multinazionali ed il suo benessere diventano gli interessi degni di tutela cui affidare non solo l’intero impianto economico ma anche quello politico che ad esso si uniforma assicurandone tutela formale e sostanziale attraverso le leggi. L’appiattimento delle menti si misura con la necessità di governi tecnici e specialistici dove le competenze scientifiche sono sottomesse alla governance delle multinazionali ed in quel sistema si vive e sopravvive se si assimila la logica del compromesso senza coscienza critica e con sottomissione a ciò che il sistema impone e non solo come logica produttiva. L’intellettuale puro non ha spazio nella mediocrazia originata da questa silente rivoluzione che ormai è diventata “sistema”. Il mediocre dunque, da semplice conoscitore di intarlazzi utilizzati per fare carriera, si trasforma nel mediocre talentuoso dei nostri giorni, nel mediocre consapevole dell’esigenza di arginare l’appiattimento delle menti che genera creatività e coscienza critica, e che finge di voler sovvertire il sistema, rifacendosi a modelli seriamente rivoluzionari che però non perseguirà e realizzerà mai. Su questa falsa rappresentazione di sé fonda però il suo “consenso”per conquistare il potere, perché il mediocre è ben cosciente che l’umanità ormai naviga nella mediocrità di necessità, quella subita ed accettata …che impedisce la ribellione alla moltitudine che ” tiene famiglia e deve tirare a campare”. Il sistema ci induce ad essere ciò che non siamo, a dire ciò che non pensiamo , a fare ciò che non avremmo fatto, per indole e per coscienza forse. Il sistema ci induce a fare ciò di cui esso stesso ha bisogno…e la ricerca della verità, come stato di felicità individuale in grado di proiettarci in una dimensione collettiva che sia realmente aderente alle necessità, diventa la menzogna da combattere ed annientare.
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