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L’Italia dei furbetti

Fioccano le denunce ai sensi dellʼarticolo 650 del codice penale, inosservanza dei provvedimenti amministrativi

L’Italia dei furbetti

In questi giorni di controlli a tappeto per contenere la diffusione del coronavirus fioccano le denunce, da Bergamo a Catania, per la trasgressione del divieto di uscire di casa se non per stretta necessità. A San Pellegrino, i carabinieri hanno fermato una signora che stava portando a spasso il cane; fin qui nulla di male, salvo poi scoprire che la padrona arrivava da Bergamo, dove è residente, a circa quindi 30 chilometri di distanza. A Catania invece un gruppo di pregiudicati tra i 25 e i 29 anni è stato sorpreso in piazza intento a fumare uno spinello di marijuana. Nel Modenese, i militari hanno bloccato un uomo che voleva andare a imbottigliare il vino.

Porta a spasso il cane ma a 30 chilometri da casa Tra i trasgressori delle disposizioni del decreto Conte ce n’è di tutti i colori. Come riporta l’Eco di Bergamo nel weekend i carabinieri hanno effettuato 360 controlli denunciando 22 persone per inosservanza dei provvedimenti amministrativi (art. 650 del codice penale). Tra queste anche la padrona del cane sorpresa a San Pellegrino, mentre era intenta a portare a spasso l’amico a quattro zampe. La donna è però residente un po’ fuori mano, a Bergamo. per giustificare un giretto col cagnolino. La stessa sorte è toccata a una ragazza di 18 anni, di Pradalunga.

In cinque beccati in piazza a fumare canne a Catania I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Piazza Dante, impegnati nell’attività di controllo del rispetto delle misure previste per il contenimento della diffusione del virus, hanno sorpreso cinque pregiudicati, di età compresa tra 25 e 29 anni, intenti a condividere uno spinello di marijuana a Catania. Lo riporta la Sicilia secondo cui oltre alla denuncia per la violazione dell’art. 650, i cinque sono stati segnalati alla Prefettura per l’uso personale di sostanze stupefacenti.

Festa a scuola a Roma: denunciati prof e dirigenti A Roma dieci persone tra docenti e dirigenti sono stati denunciati per aver organizzato una festa, con musica e barbecue, nel cortile di una scuola internazionale alla periferia. L’allarme è scattato domenica pomeriggio con molte chiamate ai carabinieri che segnalavano fumo, musica e schiamazzi provenire dal cortile di una scuola internazionale della zona. All’interno del cortile i militari hanno trovato 17 persone tra dirigenti e insegnanti con i figli che stavano facendo un barbecue: 10 i denunciati.

 A Modena c’è chi vuole uscire di casa per andare a imbottigliare il vino Come scrive invece la Gazzetta di Modena, da Mirandola a Cavezzo, passando per Vignola, Sassuolo, Maranello e Pavullo l’amore a distanza diventa condizione indispensabile per rimettersi al volante di un’auto. Ma in queste terre anche il vino diventa fedele amico di lunghe e monotone giornate rinchiusi in casa. E’ il caso di un uomo che ha telefonato alla polizia municipale di Mirandola chiedendo se fosse possibile andare a Sorbara, nel Modenese, a prendere del vino da imbottigliare. “Sa, è il momento giusto e sono a casa dal lavoro in questi giorni…”, ha spiegato l’uomo all’agente che ha replicato ribadendogli il divieto.

A Roma nove medici infettati in ospedale a Roma durante il festino del neo-collega

Baci, abbracci e cotillon alla faccia del coronavirus. È il 3 marzo e mentre nella Lombardia, assediata dall’incubo del contagio, la situazione si avvicina al collasso e nel Lazio l’assessorato regionale alla Sanità sta facendo tutti gli sforzi possibili per attingere alle risorse necessarie ad affrontare la nuova emergenza e invitano anche i cittadini a «cambiare abitudini e comportamenti», a Roma, in una stanza del reparto del day hospital dell’Oncologia B dell’Umberto I, il più grande policlinico d’Europa, va in scena la festicciola di fine studi per una specializzanda. Brindisi, congratulazioni, tutti stretti in un locale di piccole dimensioni, un party in corsia sprovvisto di alcuna autorizzazione. Risultato? In nove tra medici dipendenti e volontari e specializzandi, si infettano trasmettendosi il Covid-19. Tra loro c’è anche il primario. È quanto emerge dall’indagine epidemiologica svolta internamente i cui esiti sono ora al vaglio della Regione. Per gli operatori sanitari coinvolti si profilano provvedimenti disciplinari severi. Inizialmente, dunque, poteva sembrare che i medici fossero risultati positivi a furia di lavorare tutti insieme, indefessi. Invece andando a verificare i link epidemiologici di ciascuno è emersa un’altra verità. «Ci siamo trovati di fronte a un comportamento gravissimo, totalmente privo di prudenza che va stigmatizzato – tuona il direttore generale dell’Umberto I, Vincenzo Panella – messo in atto da coloro che per primi dovrebbero essere consapevoli dei pericoli».

 

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