Anno: XXVI - Numero 07    
Venerdì 10 Gennaio 2025 ore 13:45
Resta aggiornato:

Home » Niente click day, ci sarà una domanda aperta sul sito

Niente click day, ci sarà una domanda aperta sul sito

Il chiarimento a Huffpost dopo la rivolta di autonomi, sindacati, opposizioni e renziani contro la "lotteria". Ecco come funzionerà l'erogazione: domanda per tutti da compilare sul portale, non in un solo giorno

Niente click day, ci sarà una domanda aperta sul sito

 “Purtroppo c’è stato un grande fraintendimento. Non ci sarà nessun click day. Avremo per tutti domande aperte sul nostro sito e queste domande non dovranno essere inviate in un solo giorno”. Alle cinque e mezza del pomeriggio Pasquale Tridico rompe con Huffpost il silenzio su quel click day che gli è costato una valanga di critiche. Feroci. A nessuno è piaciuta l’idea di mettersi in fila online, per di più in un solo giorno, per richiedere il bonus mensile da 600 euro che il decreto Cura Italia riserva ai lavoratori autonomi e alle partite Iva. I diretti interessati, con le rispettive associazioni, ma anche i sindacati e una buona fetta della politica – dal Pd ai renziani, a Forza Italia – hanno tuonato contro la “lotteria indegna”. Il presidente dell’Inps chiarisce che il meccanismo sarà differente rispetto a quello che ha fatto divampare la polemica: “Voglio chiarire: non ci sarà nessun click day inteso come una finestra dentro la quale si possono fare domande di prestazioni”. Ci sarà invece una domanda, aperta a tutti, che sarà attiva “nei prossimi giorni” sul sito dell’Istituto di previdenza. E non ci sarà bisogno di click compulsivi o di premere in continuazione il tasto F5 della tastiera del computer per aggiornare la pagina ed entrare nella fila virtuale delle prenotazioni. Lo spiega sempre Tridico: “Non c’è scadenza, c’è un periodo di riferimento che è quello dell’emergenza”. In pratica ci sarà una data di inizio certa, a partire dalla quale si potrà fare domanda. Poco dopo arriva la conferma del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo: “Non ci sarà nessun click day, forniremo a breve la data a partire dalla quale tutti i cittadini che ne hanno diritto potranno iniziare a fare richiesta per ricevere gli indennizzi”. Le parole di Tridico arrivano quasi al termine di una giornata che ripropone la grande questione delle partite Iva come la coda velenosa del decreto da 25 miliardi approvato per contrastare l’emorragia causata dal coronavirus. Il provvedimento ha fatto appena in tempo a essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale che è subito esplosa la rabbia degli iscritti agli ordini professionali. Due milioni di professionisti, dagli architetti agli avvocati solo per citare alcuni esempi, con un reddito medio di 15mila euro l’anno, si sono ritrovati esclusi dalla lista dei beneficiari diretti. Il decreto, così come scritto, rimanda al Fondo di ultima istanza, senza precisare la quantificazione del bonus. Mercoledì è dovuto intervenire il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri per rassicurarli: il Tesoro è al lavoro per dare il bonus da 600 euro anche ai cosiddetti “ordinisti, le strutture del dicastero stanno studiando qual è la via migliore. Se passare dagli ordini e dalle Casse o dalle banche. Ma le parole del ministro non sono riuscite a fermare le proteste. Riesplose stamattina perché nel frattempo Tridico aveva fatto spazio all’ipotesi del click day. La nuova paura è diventata quella di restare fuori dalla prenotazione online, di ritrovarsi con i soldi finiti perché già prenotati da chi è arrivato prima sul sito. La rassicurazione di Catalfo è servita anche a questo: i soldi ci saranno per tutti. Un altro argine contro la protesta che, si diceva, è montata da più parti.  Confesercenti, una delle più grandi associazioni che riunisce le imprese di commercio, turismo, servizi, artigianato e della piccola industria, ha lanciato un attacco frontale: “Il click day è impensabile, l’Inps deve rivedere la procedura”. E poi ancora il presidente di Confcommercio Veneto, il numero uno dell’Ascom di Padova. E una fetta larghissima della politica. Il Pd, con Debora Serracchiani, è andato giù pesante: “Non vale la legge del più forte e veloce”. La voce dei dem è tutt’altro che isolata. Hanno sbottato anche i renziani: “Tridico dovrebbe fare ammenda di fronte a milioni di lavoratori autonomi e partite Iva che attendono dal governo aiuti veri e non lotterie”. Ha alzato la voce anche Forza Italia. E sono arrivati anche i sindacati ad irrobustire il fronte. Cgil, Cisl e Uil hanno paventato il rischio di “scatenare una guerra tra poveri”. Poi il chiarimento di Tridico. Niente click day. Spazio alle domande. La macchina dell’Inps è già in azione. Gestisce dieci miliardi da dare in poche settimane a circa undici milioni di cittadini. Il congedo parentale è già attivo: le richieste sono già centomila. Ma si lavora anche alle procedure per la cassa integrazione, ordinaria e in deroga, per il bonus baby sitter e per tutte le altre misure di sostegno al reddito. “Uno sforzo – sottolinea Tridico – ancora più grosso di quello realizzato con il reddito di cittadinanza e quota 100 in termini di risorse e utenti”. È già tempo di archiviare le polemiche.

© Riproduzione riservata

Iscriviti alla newsletter!Ricevi gli aggiornamenti settimanali delle notizie più importanti tra cui: articoli, video, eventi, corsi di formazione e libri inerenti la tua professione.

ISCRIVITI

Altre Notizie della sezione

Archivio sezione

Commenti


×

Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.