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La finanza sta alla previdenza delle casse come il leone alla gazzella

Ogni mattina in Africa, quando sorge il sole, una gazzella si sveglia, sa che dovrà correre più del leone o verrà uccisa

La finanza sta alla previdenza delle casse come il leone alla gazzella

Ogni mattina in Africa, quando sorge il sole, un leone si sveglia, sa che dovrà correre più della gazzella o morirà di fame. Ogni mattina in Africa, non importa che tu sia un leone o una gazzella, l’importante è che tu incominci a correre. Sopravvive il più forte o il più abile al cambiamento. Il processo decisionale degli iscritti alle Casse di previdenza dovrebbe evolversi alla velocità del Coronavirus. Ma quanti sono in grado di capire la metafora e sono disposti al cambiamento? Le Casse di previdenza dei professionisti gestiscono la previdenza obbligatoria di primo pilastro dopo aver rinunciato a ogni intervento e garanzia finale dello Stato. Lavorano con il sistema di finanziamento a ripartizione con un parziale capitale di garanzia. Il funding ratio di ogni Cassa ne misura il tasso di copertura. Si ritiene che la ricerca di un maggior rendimento del capitale accumulato in garanzia possa colmare il GAP della diminuzione del saldo previdenziale (entrate per contributi / meno uscite per pensioni). Ma basta un cigno nero, come quello che si è abbattuto su di noi in questi giorni, per distruggere ogni illusione. È vero, come dicono i Guru della finanza, che le crisi finanziarie sono cicliche e che i mercati si riprenderanno con nuovo vigore proprio per l’enorme liquidità che verrà iniettata, ma questa volta bisogna tener presente che il cigno nero non si è abbattuto sul sistema finanziario ma sull’economia reale che si riprenderà, certamente, ma non si sa né come né quando. La previdenza obbligatoria di primo pilastro non può correre i rischi della gazzella e quindi deve essere gestita e garantita dallo Stato perché, alla lunga, il leone vince sempre.

 

 

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