Partite Iva e imprese, i 4 step per il prestito.
Il piano: fondo perduto per indennizzi fino 10 mila euro Da lunedì via ai prestiti alle partite Iva e alla piccole imprese: definite le procedure, semplificate al massimo per agevolare le richieste, le banche sono pronte a partire da lunedì mattina
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«Già venerdì l’interfaccia del Fondo di garanzia sarà completo e pronto per l’interfaccia con il sistema bancario, le garanzie sono automatiche, quindi le banche una volta ricevuto il modulo di richiesta possono erogare subito il finanziamento, tra lunedì e martedì», assicura il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli, sapendo che «il tempo di caduta a terra di questi fondi è fondamentale». Il governo, inoltre, sta pensando a degli indennizzi a fondo perduto per le P mi secondo un modello già adottato da Francia e Germania, anticipa il ministro parlando del «decreto aprile» che il governo presenterà tra «qualche settimana». La platea «è di circa 4 milioni di imprese». E per un indennizzo intorno ai 10 mila euro si parlerebbe di 40 miliardi di liquidità a fondo perduto. Ecco i 4 i passaggi per ottenere, in poche ore, il finanziamento fino a 25 mila euro: 1) firmare il contratto di finanziamento 2) sottoscrivere la richiesta di accesso al Fondo di garanzia 3) presentare una copia di un documento di identità 4) compilare un’autocertificazione sui ricavi e le spese del personale «La banca dovrà effettuare solo la verifica antiriciclaggio e antimafia», ha spiegato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, su Radio1, parlando dell’applicazione del decreto legge 23 dell’8 aprile 2020 che ha introdotto garanzie pubbliche per i prestiti alle imprese e alle partite Iva. Il consiglio, a chi intende presentare la richiesta di prestito, è di «consultare sempre i siti internet delle banche, costantemente aggiornati, con informazioni importanti sia per la clientela sia per i dipendenti degli stessi istituti». Nel frattempo, «i direttori di agenzia e i gestori delle imprese stanno contattando le imprese clienti per preparare le richieste e predisporre tutta la documentazione necessaria» ha aggiunto il segretario generale della Fabi. Molte imprese e associazioni di categoria però già si lamentano e chiedono di allungare il tempo di restituzione dei prestiti introdotti col decreto liquidità e garantiti dallo Stato. «Per andare oltre i 6 anni attualmente stabiliti, occorre modificare una norma europea e quindi servirebbe una istanza specifica da parte del governo italiano alla Commissione europea», afferma il segretario della Fabi. Che, in tema di possibili modifiche al provvedimento, evidenzia un problema di tutela legale e di uno scudo penale per i banchieri, mettendo sul tavolo la necessità di «un paracadute che metta al riparo gli amministratori delegati delle banche da possibili conseguenze penali come concorso in bancarotta, revocatorie fallimentari, concessione abusiva del credito in presenza di fallimenti di società beneficiare del finanziamento».
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