Coronavirus, autocertificazione: si cambia, negozi e uffici aperti di notte
Soltanto nel week-end verrà alla luce il “piano nazionale per la ripartenza” dopo l'emergenza coronavirus annunciato da Giuseppe Conte in Senato.
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Qualche elemento però già filtra da palazzo Chigi e dintorni: “patenti di sicurezza” per ogni azienda, orari dei negozi e delle attività produttive scaglionati anche di notte per evitare il sovraffollamento dei locali e dei mezzi pubblici, vendita di mascherine e guanti a prezzi calmierati, potenziamento dei Covid-Hospital per fronteggiare un’eventuale nuova ondata dell’epidemia, nessuna limitazione ad uscire legata all’età, nuove forme di autocertificazione per gli spostamenti. Più una sostanziale contrarietà ad allentare il lockdown su base regionale: «La decisione sarà presa in base alla diffusione del virus e all’attuazione delle misure di sicurezza previste dal piano nazionale», spiega una fonte che segue il dossier. Insomma, riaperture con calma e massima prudenza, tenendo conto dell’andamento dei contagi. E addio al “fai da te” regionale che ha creato confusione, oltre che forti tensioni tra governo e governatori. Con una dead-line per un check già fissata: il 25 maggio, dopo l’allentamento fissato per il 4 maggio, l’esecutivo valuterà un’ulteriore downgrading del lockdown, se l’evoluzione dell’epidemia sarà positiva. Oppure una conferma delle misure. Conte, nell’aula del Senato, ha detto che «i motori del Paese devono riavviarsi». E ha parlato di «revisione dei modelli organizzativi di lavoro, delle modalità del trasporto pubblico e privato e di tutte le attività connesse».bbene, lavorando assieme al commissario straordinario Domenico Arcuri, al comitato tecnico scientifico, ai ministri Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Regioni), oltre alla task force di Vittorio Colao, il premier sta cercando di definire le «modalità di ripartenza in sicurezza dell’Italia». Con occhio attento all’andamento dell’epidemia e in «ascolto» di sindacati, associazioni degli imprenditori, Regioni e Comuni: nelle prossime ore è prevista una riunione della cabina di regia. Per le attività produttive si partirà, forse anche prima del 4 maggio, da quelle con gli indici di minor rischio: cantieri edili, automotive, moda, mobili e le reti di vendita a esse collegate. Tutte le aziende dovranno avere la “patente di sicurezza”, garantendo sanificazione degli ambienti, termoscanner, misurazione della saturazione all’ingresso, distanza di sicurezza e protezioni (mascherine e guanti). E, dove possibile, verrà adottato lo smart-working. Queste misure dovranno però essere accompagnate da un potenziamento del trasporto pubblico per evitare il sovraffollamento di bus e metro: i passeggeri dovranno sedersi distanziati. Da uno scaglionamento delle aperture dei negozi e degli uffici fino a notte e da turni di lavoro anche nel week-end. Non manca, nel piano, la realizzazione di nuovi Covid-Hospital in modo da poter fronteggiare un ritorno dell’epidemia. E la creazione di “zone rosse” in caso di focolai epidemici. In più verranno svolti test sierologici su 150mila cittadini: entro la settimana Arcuri aggiudicherà la gara bandita nei giorni scorsi. Per l’utilizzo dell’app di tracciamento dei contatti invece sarà necessario attendere qualche settimana: va testata e serve il via libera del Parlamento. Proprio Arcuri entro domenica emanerà poi un’ordinanza che fisserà il prezzo massimo di vendita di mascherine e guanti. I termoscanner saranno un elemento essenziale per la ripartenza. Se i tecnici pensano a un «uso diversificato» delle mascherine (in strada anche quelle “fai da te”, ma per entrare in ogni locale pubblico serviranno quelle chirurgiche), riguardo alla misurazione della temperatura appaiono inflessibili: quando (presumibilmente verso il 18 o il 25 maggio) potranno riaprire i ristoranti, vi potrà entrare solo chi non ha alterazione. E una volta dentro, c’è chi ipotizza “tavoli di cortesia” dove il cameriere lascerà i cibi ordinati. Spetterà poi al cliente alzarsi e servirsi. Dopo il 4 maggio cambierà anche il sistema di autocertificazione. Non sarà più necessario per uscire di casa, ma solo per spostarsi in un’altra Regione: resterà molto difficile andare da Milano a Roma o da Napoli a Palermo. E viceversa. Deroga invece per chi vorrà raggiungere le seconde case.
Gli spostamenti
È altamente probabile che dal 4 maggio sia possibile – gradualmente – riprendere a incontrare amici e parenti. Gli spostamenti potrebbero essere consentiti anche al di fuori del proprio Comune di residenza ma forse senza superare il confine della propria Regione. Ieri infatti il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, si è detto favorevole alla graduale riapertura delle attività produttive a partire dal 4 maggio ma ha ribadito che potrebbe essere pericoloso consentire a persone che vivono in aree dove il contagio è ancora in atto di raggiungere Regioni dove i focolai sono pressocché spenti. De Luca ha ricordato quanto accadde l’8 marzo quando migliaia di persone residenti nel Nord si spostarono nel Sud prima che l’intera Lombardia fosse dichiarata zona rossa. «Abbiamo corso il rischio che l’epidemia dilagasse – ha detto De Luca – E’ stato faticoso bloccarla e non possiamo ripetere quest’esperienza».
Le fabbriche e gli uffici
Il Covid cambierà profondamente anche la vita d’ufficio. Esattamente come per i negozi anche gli uffici avranno orari di apertura e di chiusura diversificati per impedire assembramenti da “ore di punta”. Lo smart working, cioè il lavoro da remoto, diventerà la modalità di lavoro abitudinaria ovunque sia possibile. Per il resto con regole di base comuni a tutt’Italia ma poi adattate dalle Regioni a singole realtà gli uffici non apriranno o chiuderanno tutti alla stessa ora. Non è ancora chiaro cosa accadrà sul fronte degli uffici e dei servizi pubblici. E’ possibile che gli uffici postali, ad esempio, non aprano tutti agli stessi orari e che alcuni restino aperti fino a tarda sera per evitare file. Anche negli uffici comunque scatteranno disposizioni anti-assembramento che vieteranno l’accesso con i colleghi alle macchinette del caffé e le classiche chiacchiere nei corridoi. Rigidissime le misure sugli ascensori: da prendere sempre da soli. E, se possibile, preferire le scale.
I negozi
Nel quadro complessivo dello scaglionamento degli orari di apertura e di chiusura delle varie attività saranno compresi anche i negozi. Per alcuni mesi non apriranno e non chiuderanno tutti nello stesso orario. E’ possibile che una parte della rete commerciale possa restare aperta anche fino alle ore notturne e, se ce ne sarà l’opportunità, rimarrà accessibile al pubblico anche per tutta la notte. L’accesso ai negozi dovrà rispettare le stesse regole già in vigore per gli alimentari e i supermercati: ingresso rallentato, uso della mascherina (essendo un ambiente chiuso dovrebbe diventare obbligatoria), nessun incrocio fra i clienti. I locali dovranno essere tenuti nella massima pulizia e sanificati secondo indicazioni che andranno seguite scrupolosamente. Ancora da definire tempi e modi della riapertura di bar e ristoranti per i quali è comunque prevedibile l’adozione di misure analoghe a quelle dei negozi.
I trasporti
Sarà il settore che subirà i cambiamenti più profondi e probabilmente un aumento dei costi di cui è persino difficile immaginare le proporzioni. Al momento una sola cosa è certa: la ripresa dei collegamenti (attualmente molto ridotti) sarà graduale. Dimentichiamoci però di carrozze o bus iperaffollati. Con ogni probabilità sui bus non sarà possibile occupare più della metà dei posti da seduti a disposizione e i passeggeri in piedi dovranno essere pochissimi. Analogo discorso anche per le metropolitane e i treni. E’ possibile che per le metro siano previsti controllori del traffico che impediscano ai passeggeri di oltrepassare i tornelli se il loro numero dovesse superare determinati standard. Comunque le aziende di trasporto non sono particolarmente preoccupate per la fase da maggio a settembre ma si attendono molti problemi con la riapertura delle scuole.
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