Penalisti Rimini: no a processi in via telematica nella fase 2
Assolutamente contrari alla “smaterializzazione” del processo e dell’aula giudiziaria a cui si sta pensando per la fase intermedia dell’emergenza sanitaria

Ad esprimere forti dubbi sono gli avvocati della Camera Penale di Rimini che ieri si sono riuniti. “Il processo penale telematico, con la partecipazione delle parti da remoto – spiegano -, in un momento in cui l’emergenza sanitaria risulta finalmente regredire e consente il graduale riavvio anche delle attività produttive, risulta incompatibile con i principi costituzionali del giusto processo, del diritto di difesa, nonché della privacy. Il processo accusatorio, invero, si fonda sul principio della oralità, inteso come presenza fisica delle parti processuali ed assunzione in contraddittorio delle prove all’interno dell’aula giudiziaria. Ogni soluzione alternativa che smaterializzi l’aula e la presenza fisica degli attori processuali deve ritenersi inadeguata e finirebbe col privare il giudizio finale della indispensabile solennità ed autorevolezza. Interporre un “filtro” alla percezione diretta del Giudice rischia di compromettere il percorso maieutico della formazione del libero convincimento, che si pone come garanzia per la correttezza della decisione”. I penalisti non comprendono perchè l’attività giudiziaria non possa riprendere, pur con tutte le precauzioni che si impongono, come previsto per gli altri uffici pubblici. “In quest’ottica, con lo spirito costruttivo e responsabile che ha sempre contraddistinto l’operato della Camera Penale di Rimini (abbiamo recentemente sottoscritto, senza indugio, il protocollo del Tribunale di Rimini per lo svolgimento da remoto dei processi con rito direttissimo nella “Fase 1” dell’emergenza), condividiamo e facciamo nostre le proposte avanzate dalla Giunta UCPI per gestire la trattazione dei processi penali nel residuo ed auspicabilmente breve periodo “cuscinetto”, che tengono conto delle esigenze primarie di salvaguardia della salute dei partecipanti al processo, senza snaturare la solennità del rito“.
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