Mascherine e prezzo calmierato, accordo Arcuri-farmacie per limitare danni
Accordo tra il Commissario straordinario Domenico Arcuri, Fofi, Federfarma e Assofarm, raggiunto all'indomani dell'Ordinanza
Le farmacie e le parafarmacie saranno messe nelle condizioni di vendere ai cittadini le mascherine chirurgiche al prezzo massimo di 0,50 euro, al netto dell’Iva, senza alcun danno economico per i farmacisti. È questo il passaggio centrale dell’Accordo tra il Commissario straordinario Domenico Arcuri, Fofi, Federfarma e Assofarm, raggiunto all’indomani dell’Ordinanza (n. 11/202), che ha fissato il prezzo massimo di vendita al pubblico. Un passaggio reso necessario da una serie di criticità che erano emerse, legate, in particolare, al fatto che il prezzo calmierato si riferisse alla vendita al dettaglio senza intervenire sul prezzo del produttore o del fornitore. Intanto, il premier Giuseppe Conte, nella conferenza stampa di ieri – nella quale ha illustrato le misure contenute nel Dpcm del 26 aprile, che segnerà il passaggio alla cosiddetta Fase 2 -, ha promesso un «forte impegno del Governo a eliminare completamente l’Iva sulle mascherine, con un prossimo provvedimento normativo». La annunciata ordinanza sul calmieramento del costo delle mascherine chirurgiche è arrivata ieri, insieme al Dpcm del 26 aprile sulla Fase 2. Si tratta di un unico articolo – «Il prezzo finale di vendita al consumo, praticato dai rivenditori finali, non può essere superiore, per ciascuna unitàÌ, a 0,50 euro, al netto dell’Iva» – che ha lasciato aperti alcuni dei nodi, avanzati, nei giorni scorsi, dalle farmacie. Primo tra tutti, quello relativo al costo a cui i «rivenditori finali» acquisteranno, da qui in avanti, le mascherine e a cui, nei giorni scorsi, hanno acquistato i prodotti su cui, comunque, andrà applicato il tetto massimo. Criticità, queste, risolte, a strettissimo giro, con l’Accordo che ha coinvolto Fofi, Federfarma e Assofarm, proprio per fare in modo che «non ci sia alcun danno economico per i farmacisti». Alle farmacie e alle parafarmacie, come si legge in una nota dello stesso Commissario, «che, negli ultimi giorni, hanno acquistato dispositivi di protezione a un prezzo superiore ai 50 centesimi verrà garantito un ristoro e verranno assicurate forniture aggiuntive tali da riportare la spesa sostenuta, per ogni singola mascherina, al di sotto del prezzo massimo deciso dal Governo. Nelle prossime ore verrà sottoscritto un ulteriore accordo che consentirà alle associazioni di farmacisti di negoziare, congiuntamente con il Commissario, l’acquisizione di importanti quantitativi di mascherine a un prezzo inferiore a quello massimo fissato dall’Ordinanza n. 11. Si garantisce, concretamente, il diritto alla salute di tutti i cittadini, la possibilità di acquistare le mascherine ad un prezzo giusto, si blocca qualsiasi forma di speculazione, non si danneggiano i farmacisti che con spirito di servizio e sacrifici hanno svolto e continueranno a svolgere un ruolo importante nella gestione della epidemia da Sars- CoV-2». Parte della strategia è aumentare la fornitura e una produzione nostrana di mascherine: secondo quanto annunciato da Arcuri nella conferenza stampa di ieri, «sono già stati sottoscritti contratti con cinque aziende per 660 milioni di mascherine chirurgiche a un prezzo medio di 0,38 euro» e altri ne saranno stipulati. «A ieri, 106 imprese hanno ricevuto l’approvazione del loro programma di investimento». Inoltre, «è stato sottoscritto un accordo con due grandi imprese italiane che stanno costruendo 51 macchine utensili per produrre mascherine nel nostro Paese, in quantitativi che vanno da 400mila a 800mila al giorno. Presto, quindi, arriveremo a produrne almeno 25 milioni al giorno, senza più dipendere dalle importazioni» e subire «speculazioni». Sempre sul tema delle mascherine dal premier Giuseppe Conte, nella conferenza stampa di ieri in cui ha illustrato le linee guida della fase 2, c’è stato un annuncio che andrà a incidere ulteriormente sul costo delle mascherine per i cittadini: «Nel prossimo periodo dovremo convivere con il virus e dovremo adottare tutte le precauzioni necessarie, tra le quali l’uso dei dispositivi di protezione individuale. Con l’Ordinanza è stato fissato il prezzo di mercato, perché non vogliamo che ci siano distorsioni e speculazioni, secondo un valore equo per remunerare le imprese dei loro costi di produzioni e dare un minimo di margine di guadagno». Ma «c’è poi il forte impegno del Governo a eliminare completamente l’Iva, con un prossimo provvedimento normativo».
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