Se non riparte il lavoro la previdenza collasserà
L’incertezza sulle ripercussioni economiche della pandemia di Covid-19 è molto elevata.
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In Italia il PIL ha registrato una flessione del 4,7% nel primo trimestre.
Le indicazioni finora disponibili suggeriscono una contrazione dell’attività economica ancora più intensa nel trimestre in corso, particolarmente severa nei servizi, cui dovrebbe far seguito un recupero nella seconda metà dell’anno (Banca d’Italia, Scenari illustrativi del 15.05.2020).
In queste condizioni formulare previsioni macroeconomiche diventa estremamente arduo.
Il ventaglio delle valutazioni, formulate dagli osservatori per la crescita in Italia nel 2020 e nel 2021, è eccezionalmente ampio perché si va da -6 a -15 punti percentuali per la caduta di quest’anno e tra 2 e 13 punti per la ripresa nel prossimo.
La ripresa dell’attività forense, diciamo ordinaria, potrà avvenire forse solo in autunno.
Questo comporterà una forte riduzione del PIL dell’avvocatura italiana con conseguente ripercussione sulle entrate contributive di Cassa Forense.
Un’associazione chiede per il 2020 la contribuzione figurativa.
Com’è noto i contributi figurativi sono contributi accreditati senza onere a carico del lavoratore per periodi durante i quali:
– non ha prestato attività lavorativa né dipendente né autonoma;
– ha percepito un’indennità a carico dello Stato;
– ha percepito retribuzioni in misura ridotta.
La contribuzione figurativa viene utilizzata a copertura se il periodo durante il quale si è verificato l’evento, è completamente scoperto di contribuzione.
Nel caso di Cassa Forense si tratterebbe, nella sostanza, nello sgravio di un miliardo e 639 milioni, ultimo dato fornito dal bilancio preventivo 2019, pubblicato sul sito istituzionale.
Mi pare evidente che la richiesta non potrà essere accolta se non mettendo a rischio la sostenibilità della Fondazione.
Vero invece che l’avvocatura italiana è chiamata ad un compito molto arduo che è quello da un lato di saper interpretare il cambiamento adeguandosi alle nuove modalità di lavoro e, dall’altro, a gestire il cambiamento del servizio legale che si avvarrà sempre più di strumenti informatici e intelligenze artificiali.
Con la fine del lockdown scuola e giustizia sembrano dimenticati: E’ il momento di credere più seriamente nei sistemi di risoluzione delle controversie alternativi alla giurisdizione (c.d. ADR): cominciamo a metabolizzare un concetto piuttosto semplice e cioè che la difesa del cittadino può avvenire anche al di fuori delle aule di Tribunale. Cosi da trasformare le difficoltà in altrettante opportunità.
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