Premi Covid ai medici, la situazione varia da Regione a Regione.
Ecco la situazione
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Nell’attribuzione dei premi previsti dalla legge la parità tra medici ed infermieri impegnati in prima linea contro il coronavirus deve essere sostanziale. È la linea che chiede la dirigenza medica nelle regioni italiane. In particolare, come hanno sottolineato i sindacati medici in Piemonte, devono essere allineati in busta paga tra Dirigenza e Comparto gli importi netti, non quelli lordi, poiché il regime fiscale per i redditi più alti abbasserebbe l’importo per i medici. Intanto, in Veneto, Lombardia, Puglia, Emilia Romagna e Toscana i medici han trovato l’accordo. Altrove le situazioni sono variabili, specie al Sud dove l’impatto pandemico è stato minore; in Campania ci sono polemiche perché il governatore Vincenzo De Luca non ha ancora messo il tema sul piatto. L’Emilia Romagna è stata la prima regione ad annunciare il bonus, ma senza concertazione con i sindacati. Autorizzate per legge ad incrementare lo stanziamento statale per il disagio del personale, le regioni possono stabilire criteri e persino destinatari della ripartizione delle risorse, inserendo personale ulteriore. Come in Piemonte. «Da noi – spiega la segretaria Anaao Piemonte Chiara Rivetti – è stato istituito un tavolo unico con il comparto inserendo nella ripartizione pure il personale amministrativo, quello in telelavoro, e ciò è stato già un motivo di perplessità. Come esponenti della dirigenza, abbiamo chiesto per tutti i sanitari impegnati sul fronte Covid la stessa somma: tutti abbiamo rischiato allo stesso modo. Ma l’abbiamo chiesta netta; se venisse erogata al lordo delle tasse alla fine i medici prenderebbero molto meno. Chiederemo una ripartizione per fasce di rischio come ottenuto in altre regioni». Per ora la proposta regionale è stata firmata solo da alcune sigle forti del comparto: Cgil-Cisl-Uil e Fials. Dopo che abbiamo espresso le nostre perplessità, la convocazione non è ancora arrivata», dice Rivetti. «Probabilmente servirà un tavolo di confronto per i criteri di distribuzione alle categorie, attribuendo di più ai più esposti al virus». In Lombardia, medici e infermieri avranno quote diverse, i medici fino a 1.730 euro, gli operatori sanitari del comparto fino a 1.250, ma si parla di importi lordi. Di poche ore fa la notizia dell’intesa raggiunta nelle Marche con suddivisione dei premi in due fasce, secondo disagio affrontato. In Lazio sono stati annunciati “mille euro a testa” per tutti i sanitari impegnati sul fronte Covid; Sicilia e Sardegna dovrebbero incamminarsi su questa strada. In Veneto, dopo che i sindacati autonomi avevano rifiutato una ripartizione percentuale “per teste” fra personale di dirigenza e comparto, è stata trovata un’intesa. Ai 7,3 milioni inizialmente destinati ne sono stati sommati 8 per prestazioni aggiuntive, 3,5 di incremento e 1,8 di residui per un totale di 20,6 milioni di euro. Tra 1100 e 2000 euro lordi andranno a dirigenti medici e sanitari di Malattie infettive, Pneumologia, Terapie intensive e sub-intensive, Anestesia e Rianimazione, Pronti soccorsi, Suem, Geriatria e Medicina con attività prevalente Covid; tra 500 e 1100 euro a dirigenti medici e sanitari impegnati in attività connesse all’emergenza Covid (Microbiologia, Laboratorio in ospedali Covid, Radiologia, Servizi di prevenzione, Geriatria e Medicina, Oncologia, Orl, Lungodegenza, Odontoiatria, Medicina d’urgenza) e fino a 500 euro a professionisti di reparti a basso disagio. In Puglia 27 mila dipendenti su un totale di 40 mila occupati si ripartiranno 30 milioni divisi per fasce analoghe. Un dirigente di Rianimazione, Pneumologia, Malattie infettive, Servizi igiene, medicina del Lavoro, 118 e ps, radiodiagnostica, impegnato in domiciliari Covid, o contagiato/in quarantena avrà fino a 2.520 euro lordi; in Ostetricia, Dialisi, Cure palliative, Medicina penitenziaria e tutte le altre Uo di ospedali Covid si potrà avere fino a 1.480 euro; 800 euro andranno a chi è impegnato ospedali non Covid. Un premio 400 euro va al restante personale Ssr e 5 milioni saranno ripartiti tra i medici convenzionati, gli autisti del 118 e i lavoratori impegnati nel sanificare i reparti. In Emilia Romagna andranno 1000 euro ai sanitari impegnati in servizi e reparti Covid, 700 a quelli dei reparti non Covid, 800 a soccorritori e operatori socio sanitari dei reparti Covid, 500 ad Oss-soccorritori di altri servizi, 400 euro a tecnici ed amministrativi. Tutto al netto della liquidazione delle prestazioni aggiuntive di marzo, aprile e maggio. In Toscana sono ripartiti 53 milioni tra quote statale e regionali secondo tre fasce: rischio-disagio alto (45 euro a giornata o turno di effettivo servizio); rischio medio alto (25,00 euro per giornata o turno); rischio medio (20 euro per giornata o turno).
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