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“Maltratta gli alunni” ma era solo severa

Maestra assolta dopo 4 anni di gogna Quando il caso salì alle cronache scattò subito la gogna mediatica, il nome della maestra finì su tutti i giornali, locali e nazionali, e si gridò allo scandalo

“Maltratta gli alunni” ma era solo severa

L’insegnante era stata accusata di maltrattamenti ai danni di alcuni alunni della scuola materna “D’Arienzo Prisco” di Tufino, un piccolo centro della provincia nolana. Ieri quella donna è stata assolta, e con formula piena. Difesa dall’avvocato Ugo Raja, Rosanna Caccavale è stata assolta dall’accusa di maltrattamenti. Per arrivare a questa sentenza, emessa dal giudice monocratico Alessandra Zingales del Tribunale di Nola, ci sono voluti quattro anni fra indagini e dibattimento. Il pubblico ministero aveva chiesto per la maestra la condanna a tre anni di reclusione.

Alla fine del processo ha prevalso la tesi della difesa e il perché sarà noto con il deposito delle motivazioni previsto tra 60 giorni. In dibattimento, assistita dall’avvocato Raja, la maestra ha provato a sostenere la sua estraneità a quelle accuse che avevano rovinato la sua reputazione di insegnante della scuola materna, accuse giunte dopo tanti anni di esperienza fra i banchi della materna. Caccavale, 60enne, era conosciuta nel paese come una maestra seria e forse anche un po’ severa, ma nulla che avesse a che fare con maltrattamenti e vessazioni fino alla svolta dell’inchiesta che si ebbe nel gennaio 2016 quando la Procura di Nola chiese e ottenne per lei una misura cautelare interdittiva. Le indagini erano nate dalla denuncia di alcuni genitori che raccontarono di malesseri psicologici, mutismi anomali, incontinenza e insonnie notturne dei propri bambini. In classe furono installate le telecamere. La maestra fu monitorata dagli inquirenti per giorni; era dicembre e con gli alunni della materna ci si organizzava per la recita di Natale. Nel corso del processo la difesa ha puntato a sostenere che in oltre dieci giorni di riprese gli episodi in cui l’insegnante rimproverava gli alunni si riducevano soltanto a tre e della durata di una manciata di secondi ciascuno, come a dire che si trattava di rimproveri di una maestra forse un po’ severa e non di maltrattamenti. Tra gli altri argomenti sostenuti dalla tesi difensiva, anche il rischio di inquinamento probatorio dovuto al fatto che i genitori degli alunni sapevano e parlavano delle indagini anche durante l’attività investigativa stessa, e la consulenza di una neuropsichiatra infantile. E ieri, dopo quattro anni di gogna mediatica, si è arrivati alla chiusura del processo di primo grado e all’assoluzione.

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