Anno: XXV - Numero 214    
Giovedì 21 Novembre 2024 ore 13:20
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Personale sanitario: il Ddl anti-aggressioni al rush finale al Senato

È stato calendarizzato per domani mercoledì 5 agosto nell' Aula al Senato il Disegno di legge per la sicurezza degli operatori sanitari e socio-sanitari nell'ambito delle loro funzioni ( A. S. 867-B ).

Personale sanitario: il Ddl anti-aggressioni al rush finale al Senato

Lo ha annunciato con soddisfazione il presidente della FnomCeo, Filippo Anelli, sottolineando l’auspicio di un’ approvazione senza modifiche, in modo da avere finalmente strumenti preventivi e dissuasivi dalla violenza contro i medici e gli altri operatori.

Questo provvedimento, così come altre proposte già avanzate sulla stessa materia da tutti i gruppi parlamentari, è volto a prevenire e contrastare in maniera efficace e auspicabilmente risolutiva il sempre più frequente fenomeno dell’ aggressioni nei confronti del personale sanitario e socio-sanitario, rafforzandone la tutela da un lato tramite l’inasprimento delle pene per alcuni specifici reati se commessi in danno di operatori sanitari, dall’altro con misure specifiche di sensibilizzazione e disposizioni volte a migliorare la sicurezza all’interno delle stesse strutture sanitarie.

Il disegno di legge in discussione prevede l’istituzione, presso il ministero della Salute, di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. L’organismo proposto dovrà comprendere, fra le altre figure istituzionali, anche la presenza dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria rappresentative a livello nazionale. All’osservatorio competerà di monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni, anche acquisendo i dati regionali relativi all’entità e alla frequenza del fenomeno ed alle situazioni di rischio o di vulnerabilità nell’ambiente di lavoro. Altri compiti attribuiti all’osservatorio saranno il monitoraggio degli eventi-sentinella che possano dar luogo a fatti commessi con violenza o minaccia ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, la promozione di studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti. Importante intervento viene indicato per quanto attiene l’articolo 583-quater del codice penale, che attualmente aggrava le pene quando le lesioni siano rivolte ad un pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive. Queste pene aggravate, che prevedono la reclusione da quattro a dieci anni e per lesioni gravissime da 8 a 16 anni, si applicheranno quando le lesioni siano state procurate non solo se rivolte al pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico, ma anche quando procurate a personale esercente una professione sanitaria o sociosanitaria nell’esercizio delle sue funzioni o a causa di esse, nonché ad incaricati di pubblico servizio nello svolgimento di attività di cura, assistenza sanitaria e di soccorso.

Si interviene, poi, anche a modificare gli articoli 581 e 582 del codice penale, al fine di prevedere che i reati di percosse e lesioni siano procedibili d’ufficio quando ricorre l’aggravante. Non sarà dunque necessaria in quel caso la querela della persona offesa. Il disegno di legge prevede l’obbligo per le aziende sanitarie, per le pubbliche amministrazioni e per le strutture sanitarie in cui operano gli operatori sanitari e sociosanitari, di costituirsi parte civile nei processi di aggressione nei confronti dei propri esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie .

La Legge è un passo avanti importante, ha sottolineato Anelli, ma, da sola, non sarà sufficiente a mettere fine a questa piaga che, colpendo gli operatori a livello fisico e psicologico, mina la sicurezza stessa delle cure. Occorre, anche un ripensamento delle organizzazioni di lavoro, con condizioni e sedi sicure, e dell’intero sistema di cure, in modo da dare risposte alle richieste di salute dei cittadini. Occorre, soprattutto, una rivoluzione culturale, che faccia comprendere ai pazienti come i medici siano dalla loro parte, contro le malattie e a sostegno del Servizio Sanitario Nazionale”.

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