Al netto delle tasse il sistema è in equilibrio
Ma il 48% dei pensionati totalmente o parzialmente assistiti
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Nel 2020 la spesa per le pensioni e per le assicurazioni sociali (infortuni Inail, malattia, maternità, assegni familiari, sostegno al reddito tramite ammortizzatori sociali) è costata 269,6 miliardi al lordo dell’Irpef che grava sulle pensioni a fronte di contributi sociali pagati da aziende e lavoratori per 215,1 miliardi con un autofinanziamento dell’ 80% (che sale in anni normali come il 2021 intorno all’86%).
Lo scrive Itinerari previdenziali nel suo Report presentato ieri secondo il quale poiché sulle pensioni grava una Irpef di circa 56,19 miliardi il costo effettivo per lo Stato si riduce e il saldo contabile passa da un deficit apparente di 54,5 miliardi a un attivo di 1,7 miliardi.
“Nel totale della spesa per pensioni (234,7 miliardi), sottolinea lo studio, sono ricompresi circa 20 miliardi per l’integrazione al minimo e la Gias (Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali) a favore dei dipendenti pubblici, oneri che sono considerati anche dall’Inps assistenza e che se scorporati dalla spesa per pensioni migliorerebbero ancor più il risultato finale. Pertanto, dal lato pensioni – avverte lo studio – possiamo dire che la spesa è più che finanziata”. Il Centro di ricerche sottolinea, però, che “su 16 milioni di pensionati il 48% sono totalmente o parzialmente assistiti perché nei 67 anni di vita da lavoratori potenzialmente attivi hanno versato pochi, o nulli contributi sociali e quindi, essendo unica la dichiarazione, poche o nulle imposte dirette e quindi sono totalmente o parzialmente a carico del sistema sociale e di coloro che pagano tasse e contributi”.
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