Anno: XXVI - Numero 42    
Venerdì 28 Febbraio 2025 ore 14:00
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Brevi riflessioni sul voto dei delegati della Cassa Nazionale del Notariato

Scritto dalla Redazione di Federnotizie

Brevi riflessioni sul voto dei delegati della Cassa Nazionale del Notariato

L’assemblea dei delegati della Cassa ha bocciato la proposta di riforma.

La decisione, probabilmente, non sanziona solo il merito della modifica ma anche il metodo con cui è stata presentata.

Come Notai, più di chiunque altro, conosciamo l’importanza della forma e sappiamo come una forma forte sorregga una causa debole.

In politica funziona ugualmente.

Se non si hanno leggi o provvedimenti che stanno in piedi da soli, serve creare il terreno adatto per presentarli e farli approvare; evidentemente il CDA della Cassa non è stato in grado di coinvolgere adeguatamente i delegati, condividere la decisione e mostrarne la asserita essenzialità; tra l’altro, non credo abbia aiutato la reprimenda del presidente che, al Congresso, ha pubblicamente fatto presente come solo una cerchia ristretta di Notai sia realmente competente e quindi in grado di comprendere le dinamiche previdenziali liquidando, al contempo, come infantili egoismi le istanze che, pur esposte da alcuni singoli, erano proprie di molti colleghi.

Potrei quindi dirmi soddisfatto di quella che, politicamente, è una debacle del CDA della Cassa.

Ma non lo sono.

Non lo sono perché è evidente, oggi a tutti, un pesante scollamento tra CDA e delegati, tra vertice e base.

Non lo sono perché il voto dei delegati manifesta disapprovazione per la gestione di un ente che è di tutti e che coinvolge ciascuno di noi direttamente.

Non lo sono perché dietro alla modifica proposta vi è un reale problema di equilibrio finanziario che l’organo di vertice sperava di tamponare con la “toppa” dell’innalzamento dell’età pensionabile portando “a nuovo” la riflessione sul futuro organizzativo della Cassa; la speranza era quella di mettere in sicurezza i conti con una modifica di breve periodo e lasciare ad altri la responsabilità politica (e tutto il dissenso che naturaliter da questo deriva) di una riflessione sul futuro della Cassa, sull’importo delle pensioni, sul sistema previdenziale in generale.

Se solo la modifica fosse stata inquadrata all’interno di una più strutturata e organica riforma, o almeno la stessa fosse stata un tassello di una revisione delle tanto denunciate note storture, sarebbe sicuramente passata.

Si è invece percepito, chiaramente, che lo sguardo volgeva per terra e non puntava all’orizzonte.

A nessuno sfugge che il sistema, pur efficiente sul profilo della certezza del gettito, è tutto basato sulla fictio dell’onorario repertoriale, completamente scollato dalla realtà dell’effettivo utile, incurante delle marginalità di ogni studio e dei diversi territori, volutamente miope sulle prestazioni soggette a contribuzione.

Il re è nudo.

L’attuale sistema è un valido strumento di governo perché si regge sul non detto e permette la parificazione “contributiva” di diversi notariati: da un lato, permette a chi lavora poco di avere pensioni più alte di quelle che gli spetterebbero con altre modalità di calcolo e, dall’altro, permette a molti di non veder assoggettata a contribuzione una fetta del proprio fatturato (consulenze, atti societari che vanno a fissa, dichiarazioni di successione, esecuzioni immobiliari).

L’equilibrio è, però, uno strumento di forzata pax augustea a scadenza; ed è evidente che le tensioni sociali ed economiche che investono e investiranno la nostra categoria sono destinate a mettere a dura prova la tenuta del sistema. Il tutto millantando un patto generazionale che, valido per le pregresse generazioni, oggi nessuno può garantire essendo nebuloso e incerto il futuro del notariato e, più in generale, delle professioni legali con l’avvento dell’AI e l’ingresso nel mercato di colossi economici mondiali.

Servono idee, coraggio, visione; ma anche condivisione e confronto, ascolto e sintesi. Per questo oggi non posso essere contento del risultato della votazione e credo che nessuno di coloro che amano il notariato possa esserlo.

La nave va alla deriva e dall’equipaggio emergono segni di insofferenza.

C’è però una buona notizia: la democrazia nel Notariato è viva; ora, però, serve rimboccarsi le maniche.

 

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