Cassa Forense. Prorogata anche per il 2023 l'abrogazione del contributo minimo integrativo
Approvata dal Comitato dei Delegati, la proroga anche per l’anno 2023 la temporanea abrogazione del contributo integrativo minimo a carico degli iscritti.
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L’art. 25, comma 7, del vigente Regolamento Unico della Previdenza infatti ha previsto espressamente che il contributo minimo integrativo non fosse dovuto per gli anni dal 2018 al 2022, fermo restando solo il pagamento del contributo integrativo nella misura del 4% sull’effettivo volume d’affari dichiarato.
E tuttavia, come ben noto da tempo, il Comitato dei Delegati fin dalla seduta del 28 aprile scorso ha preso atto delle risultanze del bilancio tecnico, proseguendo quindi nell’esame di una articolata riforma previdenziale già allo studio di una apposita
Commissione da oltre due anni
Il testo della riforma dovrebbe essere approvato in breve tempo, visto che già nell’ultima seduta è iniziata la votazione articolo per articolo. Uno scenario questo che renderebbe non in linea con il percorso riformatore avviato dalla Cassa il ripristino del contributo minimo integrativo di 710 euro – come era prima del 2018 – per il solo anno 2023, prima cioè dell’entrata in vigore della Riforma.
Quest’ultima infatti prevede interventi strutturali importanti, in particolare il passaggio ad un sistema contributivo “per anzianità”, un elemento destinato a incidere in modo consistente sugli equilibri finanziari di lungo periodo, senza penalizzare l’adeguatezza delle prestazioni previdenziali per le future generazioni di iscritti e disciplinando in maniera più adeguata ed equa la materia contributiva.
Di qui la decisione di soprassedere sul ripristino del contributo minimo integrativo, mantenendone l’abrogazione temporanea. Resta invece come già accennato il contributo del 4% sull’effettivo volume d’affari IVA dichiarato.
La delibera del Comitato sarà trasmessa ai Ministeri Vigilanti e sarà operativa solo dopo la loro approvazione.
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