Cassa Forense. Segnali timidi ma incoraggianti sugli avvocati
Militi (Pres. Cassa Forense): 'la nostra è un'attività economica'; redditi in salita
“Segnali timidi, ma incoraggianti” sullo stato dell’Avvocatura italiana che, fuori o dentro i tribunali, “è un’attività economica” che risente, quindi, del contesto generale: a parlare così il presidente della Cassa forense Valter Militi, nel corso della presentazione del rapporto dello stesso Ente previdenziale e del Censis, che si è tenuta ieri, a Roma.
L’Avvocatura, recita il dossier illustrato dal segretario generale e dal responsabile dell’Area economica del Censis Giorgio De Rita ed Andrea Toma, “nel 2021 ha colto i frutti del rimbalzo che ha portato a un incremento del Pil nazionale del 7%, dopo la grave frenata dell’economia dovuta all’anno della pandemia: in realtà, il reddito complessivo ai fini Irpef e il reddito annuo medio degli avvocati hanno registrato una crescita a due cifre rispetto al 2020”, ossia “rispettivamente +10,7% e +12,2%”.
Il volume d’affari complessivo dei professionisti “si è attestato sopra i 14 miliardi, con una crescita sull’anno del 9,7%, mentre il dato medio segna un incremento dell’11,1%”.
A partecipare al dibattito di questa mattina, nella sede della Cassa forense, a Roma, tra gli altri, il sottosegretario all’Economia Federico Freni, che ha parlato dell’emanazione (entro giugno, come previsto dalla Legge di Bilancio per l’anno in corso, ndr) del Regolamento sugli investimenti degli Enti di previdenza privati: “Stiamo arrivando alla stesura finale” del testo, ha detto, che “governerà gli investimenti delle Casse e prevederà uno snellimento delle procedure. Il parametro sarà quello della ragionevolezza, essenziale sarà la libertà di scelta delle Casse nella elaborazione del proprio piano, senza prevedere ‘tetti’ e percentuali”, ha concluso
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