Commercialisti, arrivano gli aiuti della cassa di previdenza
Meglio fare da soli. È questa la decisione a cui sono arrivati i commercialisti dopo i tentennamenti del governo
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Arrivano le prime iniziative a supporto dei dottori commercialisti in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria nazionale. La Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza a favore dei dottori commercialisti ha infatti definito alcune misure che consentiranno ai professionisti di poter contare su strumenti di sostegno reddituale e a tutela della salute. A questo proposito è in corso di invio una lettera a tutti gli iscritti che segue quella recapitata nei giorni scorsi ai Delegati della Cassa, quali rappresentanti dell’Ente a livello territoriale. «Come Cassa ci siamo da subito attivati – afferma Walter Anedda, presidente cassa dottori commercialisti – per sospendere gli adempimenti contributivi per i quali stiamo assumendo le necessarie delibere per un’ulteriore proroga fino al 31 ottobre, con la sospensione dei contributi minimi previsti per il 2020». Altro punto fondamentale è il sostegno al credito e alla liquidità di cassa degli iscritti. «Proprio in questi giorni —continua Anedda — stiamo definendo le modalità da adottare, volendo anche farci carico del relativo onere finanziario». Va in questo senso anche la proroga al 30 aprile dei bandi per contributi all’acquisto di strumenti hardware e software ad uso ufficio, particolarmente utile nella modalità smart working. Per quanto riguarda l’eventuale infezione da Coronavirus, la copertura della polizza base che la Cassa Dottori Commercialisti offre a tutti gli iscritti è stata integrata con la previsione di garanzie indennitarie anche per quarantene domiciliari e ricoveri da Covid-19 applicabile anche ai nuclei familiari ai quali gli iscritti abbiano esteso la polizza. Gli iscritti della Cassa possono inoltre usufruire di un numero verde per una consulenza medica e psicologica gratuita. «La Cassa comunque — conclude Anedda — intende adottare interventi assistenziali specifici per gli iscritti e per le loro famiglie che si trovino in difficoltà per effetto dell’emergenza sanitaria ma non potendo effettuare operazioni in deficit come può fare lo Stato e contando su fondi limitati, dobbiamo attendere che i Ministeri chiariscano il meccanismo di funzionamento del “reddito di ultima istanza” stabilito dal DL Cura Italia per definire la nostra linea di intervento. Relativamente a questi interventi assistenziali è anche necessario che Il Governo specifichi che gli stessi non concorrano alla formazione del reddito imponibile, in aderenza a quanto disposto per gli iscritti alla gestione separata».
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