Concordato, Casse: 'Si versa su reddito effettivamente prodotto'
Gli Enti previdenziali chiariscono gli effetti per chi aderisce.
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Con riferimento all’istituto del concordato preventivo biennale con l’Amministrazione finanziaria (l’opportunità, cioè, di concordare con il Fisco, per un biennio, il pagamento delle tasse non in virtù degli effettivi guadagni, bensì sulla base di quanto preventivato dall’Agenzia delle Entrate, ndr) la Cassa dottori commercialisti (Cdc), ricorda oggi alla vigilia della scadenza fissata per domani, sul proprio sito, che “la contribuzione soggettiva dovrà essere calcolata e versata anche per gli anni oggetto di concordato sul reddito effettivamente prodotto nell’anno precedente”.
E, allo stesso tempo, si rammenta che, per la determinazione del contributo integrativo dovuto, “è necessario fare riferimento a tutti i corrispettivi, indipendentemente dall’effettiva riscossione”.
La medesima avvertenza ai professionisti arriva dalla Cassa forense che, sul proprio portale, specifica che “gli avvocati che decidono di aderire al concordato preventivo biennale continuano a versare la contribuzione previdenziale sulla base del reddito effettivamente prodotto”.
Nelle settimane passate l’Adepp, l’associazione degli Enti pensionistici privati, aveva evidenziato, in una nota, che sul fronte previdenziale la norma non si può applicare alle Casse perché, oltre a lederne l’autonomia, ciò potrebbe incidere sulla loro stabilità finanziaria.
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