Anno: XXVI - Numero 43    
Lunedì 3 Marzo 2025 ore 14:00
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Dagli investimenti al welfare, i tanti fiori all’occhiello di Enpam

Li ha illustrati, uno ad uno, il Presidente Alberto Oliveti rispondendo alle molteplici domande poste sia dal Presidente Bagnai sia dai membri della Commissione bicamerale di controllo durante l’audizione.

Dagli investimenti al welfare, i tanti fiori all’occhiello di Enpam

Studio, analisi, politiche di investimento, risk management, compliance, responsabilità, demografia, trasparenza, sostegno, giovani, Italia, sono state  le parole spesso usate durante il “confronto” e che hanno ben restituito una fotografia nitida del sistema Enpam.

E sono gli stessi numeri a certificare la complessità di un mondo che, a differenza delle altre Casse professioali, si compone di più gestioni: oltre mezzo milione sono gli iscritti di cui  365.000 i medici e dentisti in attività e circa 7.700 studenti prossimi alla laurea con copertura facoltativa”; 180.000 i pensionati, un quarto dei quali familiari superstiti di camici bianchi, come vedove e orfani.

Al 31 dicembre scorso, l’ammontare del patrimonio della Cassa, “a valori di mercato, è di 27,86 miliardi di euro” e sempre al 31 dicembre 2024 il portafoglio di copertura delle passività dell’Enpam “era composto da Btp (1,9 miliardi), fondi infrastrutturali (489 milioni), fondi di private debt (432 milioni), quote di Banca d’Italia (370 milioni), polizze assicurative (233 milioni)”, mentre “il portafoglio di performance, sempre al 31 dicembre scorso, era invece costituito da obbligazioni (12,2 miliardi), azioni (5,8 miliardi), beni reali (5,8 miliardi), ‘hedge funds’ (266 milioni)”.

Il 46% in Italia, 15,4% nel resto d’Europa, 23,9% negli Usa e per il 14,7% nel resto del mondo”. E per quanto riguarda il Bel Paese, sono “12,82 miliardi (su 27,86 totali) investiti, di cui circa 3 miliardi in titoli di Stato italiani e circa 2 miliardi in azioni di società quotate”.

Allarme medici all’Inps

Rispondendo alla domanda della Senatrice Susanna Camusso, il Presidente ha spiegato gli effetti “del ventilato passaggio dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta al lavoro dipendente”, che verserebbero non più all’Enpam ma all’Inps.

“A regime – ha detto Oliveti in audizione – si correrebbe il rischio di perdere circa il 40% dei contributi  giacché il peso della contribuzione di questi professionisti è di 1,8 miliardi sui circa 3,7 totali”.

L’Enpam per l’Italia

A partire dal 2014 ha iniziato un programma di investimenti con un focus specifico verso l’Italia sia nei comparti private equity/private debt sia nel comparto venture capital con un investimento di 150 milioni di euro in un fondo italiano focalizzato sul settore salute. Una società di questo fondo ha potuto sviluppare nuove immunoterapie per pazienti oncologici ottenendo dal settore farmaceutico un round di finanziamento per 240 milioni di euro.

A seguito di tale investimento la Fondazione ha proseguito nel corso degli ultimi anni con l’implementazione di programmi di private market.

Tali programmi si confermano come importanti contributori alla crescita dell’economia reale italiana grazie a 1,9 miliardi di euro sottoscritti (con un focus verso il mercato italiano di oltre il 30% sul totale sottoscritto). Tali risorse sono già state investite per oltre 1 miliardo mentre sono ancora a disposizione per investimenti oltre 850 milioni.

In queste aree di investimento l’attività è continua: solo nel 2024 sono stati investiti circa 520 milioni di euro in programmi di private equity, private debt e venture capital con focus italiano.

In particolare, a seguito di un’analisi con i gestori dei fondi dei programmi private market di Enpam, alla data del 31 dicembre 2024, risultano essere investiti, da tali fondi, quasi 190 milioni di euro in Pmi innovative (169,4 milioni) e in Startup innovative (18,7 milioni). Enpam partecipa a questi fondi con una quota media di circa il 20%.

 Il progetto Case di comunità spoke

“Nasce dalla consapevolezza che il rilancio della medicina territoriale è il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale. Partendo dal presupposto che la casa del cittadino sia il primo luogo di cura, con la consapevolezza che in Italia ci saranno sempre più non autosufficienti con l’esigenza di assistenza nella propria abitazione, comprendiamo la finalità della casa di comunità come intesa da PNRR per poter fare integrazione sanitaria, interprofessionale e socio-sanitaria. Sappiamo anche che le case di comunità sono 1.350 per un territorio di 302 chilometri quadrati e con 59 milioni di abitanti quindi il rischio è che si possa provocare un vuoto tra l’abitazione del cittadino e appunto la casa di comunità che noi abbiamo definito hub”.

“Il nostro progetto non va chiaramente contro la casa di comunità finananziata dal PNRR ma cerca di essere pro-attivo per garantire un’assistenza flessibile su un territorio nazionale che sappiamo essere diverso e difficile dal punto di vista geografico e demografico”.

“Il tentativo è quello di un rilancio degli studi professionali che si devono però adattare alla nuova visione e specializzazione, che permettano un’operatività integrata tra professionisti, che abbiano l’interconnesisone con tutti i percorsi della tele-medicina, con il fascicolo sanitario eccc.., che quindi abbiano la strumentazione tecnologica appropriata per il livello di cure assitstenziale primaria che dovrà essere esercitata”.

“La Fondazione non ha scopo di lucro – ha concluso il Presidente – si può pensare di sottrarre una piccola parte del Patrimonio gestito cercando di rilanciare, in una visione economica, la rete degli studi professionali che poi diventano anche strumento per l’aumento dell’attività professionale e quindi di flussi contributivi”.

 “Ragioniamo nella logica di sostenere soprattutto i giovani”

“L’idea sarebbe quella di favorire, con un fondo immobiliare gestito, i giovani affinché possano aprire studi con le caratteristiche tecnologiche e di integrazione professionale essenziali, finananziandoli sotto forma di affitto o di rent to by in logica di leasing prospettico”.

“Abbiamo istituito il “Fondo Salute Insieme” con un finanziamento di 20 milioni di euro, una start up che dovrebbe partire a breve e che darebbe vita, quindi, a studi professionali che potrebbere fare da collegamento tra la casa del cittadino e la casa di comunità”.

Un progetto che il Presidente Oliveti sottolinea “non avrebbe costi per il Servizio Sanitario nazionale”.

Le politiche di investimento

La Fondazione fa investimenti patrimoniali in maniera strumentale rispetto alle finalità di previdenza e assistenza, con asset liability management di tipo Ldi (liability driven investiment). L’approccio Ldi di Enpam si sostanzia nella gestione di un doppio portafoglio: uno legato alla copertura delle passività previste e l’altro maggiormente orientato alla performance.

Il Presidente Oliveti, durante la sua relazione e in risposta ad alcune domande dei Membri della Bicamerale, ha anche spiegato che “Il Documento per la politica di investimento (Dpi) è stato definito dalle strutture interne all’Enpam (struttura Risk management, area Investimenti reali e area Investimenti finanziari) con la collaborazione del Risk advisor e dell’Investment advisor esterni”.

Tale documento – modificato da ultimo con delibera del Consiglio di amministrazione del 22 febbraio 2024 – riporta:

  • obiettivi;
  • criteri di attuazione;
  • compiti dei soggetti coinvolti nel processo di investimento;
  • sistema di controllo.

Inoltre, il documento “Governance del patrimonio” – adottato con delibera consiliare del 17 dicembre2020 – dettaglia i compiti dei diversi soggetti coinvolti nel processo di investimento.

Gli advisor sono scelti secondo le procedure contenute nel Documento per la politica di Investimento4. Gli advisor sono remunerati con corrispettivi fissi determinati in fase di gara. Nel 2024 il costo complessivo è stato di 130.000 euro + iva per il Risk advisor ed euro 189.975 euro + iva per l’Investment advisor.

Inoltre Oliveti ha sottolineato che “Le procedure per selezionare e deliberare gli investimenti sono contenute in un Manuale delle procedure operative e di controllo del patrimonio. Tale documento – modificato da ultimo con delibera consiliare del 28 ottobre 2021 – consta di 210 pagine ed è articolato in tre sezioni inerenti: alla definizione dei portafogli di copertura e di performance caratterizzanti il modello gestionale ditipo liabilities driven investing – Ldi, adottato dall’Ente in un’ottica di asset-liability management – Alm; alle operazioni di investimento/disinvestimento; al monitoraggio”.

ESG e non solo

L’Enpam valuta i propri investimenti non solo sotto il profilo del rendimento finanziario ma anche per quanto riguarda gli aspetti ambientali, sociali e di governance (Esg). Per questo la Fondazione ha sviluppato, da oltre cinque anni, un proprio indice (Esr, cioè Enpam sustainable rating) per valutare gli aspetti Esg del portafoglio e monitorarlo anche in ottica One Health, cioè con un approccio integrato che tenga in conto la salute umana, degli animali e dell’ambiente.

L’indice è stato applicato dapprima al portafoglio delle obbligazioni e delle azioni quotate, contribuendo a una riduzione del 57% dell’impronta di anidride carbonica del portafoglio rispetto a quando il monitoraggio è iniziato.

La valutazione viene svolta in maniera differenziata rispetto ai mercati di cui si tratta: ad esempio riguardo ai mercati sviluppati, per il mandato azionario globale è stato definito un benchmark caratterizzato sul contrasto al cambiamento climatico, mentre per i paesi emergenti viene seguito un approccio “best in class”: vengono cioè selezionate le aziende con rating Esg più elevato in ciascun settore, escludendo le società coinvolte in gravi controversie.

Nel 2024 l’Enpam ha avviato l’estensione dell’indice di sostenibilità Esr anche ai private market.

Tratto da Enpam

 

 

 

 

 

 

 

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