Dalle Casse i primi aiuti agli studi professionali danneggiati
Diversi enti previdenziali hanno disposto la sospensione del pagamento dei contributi e si preparano ad attivare misure di sostegno
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Professionisti in pressing per un sostegno agli studi più colpiti dall’emergenza Covid 19. Ma al momento le risorse a disposizione sono davvero poche. Tutto per ora grava sulle spalle delle Casse previdenziali private: il decreto del Governo ha riservato ai soli professionisti delle zone rosse iscritti alla gestione separata Inps i 500 euro straordinari, riconosciuti per tre mesi, tagliando fuori tutti i professionisti ordinistici che versano alle Casse private. Tra i primi enti previdenziali a muoversi c’è la Cassa ragionieri. «Il Consiglio di amministrazione -spiega il presidente Luigi Pagliuca – ha accolto la proposta di sospendere i pagamenti contributivi per gli iscritti residenti o che hanno lo studio nei Comuni interessati dall’epidemia». Una mappa che, però, muta giorno per giorno. Per quanto riguarda le misure di sostegno, la Cassa ragionieri già prevede, nel proprio regolamento sul welfare, interventi per fronteggiare, prosegue Pagliuca, «eventi straordinari che abbiano avuto rilevante incidenza sul bilancio familiare o sullo svolgimento dell’attività professionale». Anche la Cassa dei dottori commercialisti ha sospeso fino al 30 aprile i contributi per quanti risiedono o hanno lo studio nelle zone più colpite dal virus. La misura interessa chi, in sede di dichiarazione dei redditi del 2019, ha scelto di rateizzare le eccedenze e entro il 31 marzo avrebbe dovuto versare la seconda rata. Contemplati anche interventi di sostegno: il regolamento della Cassa prevede già un sussidio per aiutare chi si trova a fronteggiare eventi straordinari. Al momento, però, non sono state presentate domande. Per tutti il problema è anche dato dall’ampiezza delle aree più colpite dallo stop alle attività produttive che potrebbe estendersi di giorno in giorno. Per ora quindi è impossibile quantificare quanto potrebbe costare un intervento straordinario. Prendiamo gli avvocati: solo in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sono 60.736 gli iscritti alla Cassa forense, da soli pesano il 25% del totale. Con questi numeri diventa molto difficile mettere in campo un intervento di ampio respiro. «Non vogliamo certo sottrarci ai nostri obblighi assistenziali – precisa il presidente di Cassa Forense Nunzio Luciano – ma il nostro obiettivo primario è pagare le pensioni». Tra l’altro proprio sul welfare, Cassa forense sconta da quest’anno una diminuzione del 18% dei fondi disponibili per effetto della scelta di sospendere il contributo integrativo minimo obbligatorio dal 2018 al 2022 (anche questa in chiave di sostegno al reddito). Dopo la scelta di sospendere il pagamento dei contributi previdenziali fino al 30 aprile per gli iscritti nella zona rossa, per il sostegno la Cassa si affida alle risorse ordinarie: da quelle per gravi malattie e infortuni oltre i 60 giorni a quelle per calamità o stato di bisogno. Su queste tre linee viene erogata una indennità parametrata ai danni subiti. L’assistenza in caso di bisogno è già disponibile anche per i consulenti del lavoro. «Nel bilancio 2020 abbiamo previsto su questo capitolo 500mila euro – precisa il presidente Enpacl Alessandro Visparelli – e potremmo arrivare anche a raddoppiare la cifra». Risorse già messe a disposizione dei consulenti delle zone rosse (attuali e future), dietro domanda, con un assegno massimo di 20mila euro. Per loro sono anche stati sospesi i versamenti fino al 31 dicembre. Altre misure per gli altri consulenti del lavoro dovrebbero essere decise nel prossimo Cda. La Cassa del notariato non ha ancora deliberato misure specifiche, ma l’intenzione è di aiutare i notai che hanno lo studio nelle zone rosse. Al momento si monitora la situazione, ma, come è successo in passato di fronte a terremoti o altre emergenze, «anche questa volta -precisa Giambattista Nardone, presidente della Cassa – non verrà meno il sostegno». Il fronte delle Casse si sta compattando per ottenere l’estensione generalizzata delle misure per gli autonomi Inps. «Una disparità che potrebbe rivelarsi incostituzionale» secondo Luciano. «Un’esclusione inspiegabile» per il presidente Adepp, Alberto Oliveti. L’assegno di 500 euro del decreto legge 9/2020 per ora è limitato anche geograficamente ai soli Comuni in zona rossa. Ma il danno economico per gli studi professionali ha da tempo varcato questi confini.
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