Enpam. I medici, convenzionati non siano dipendenti
Oliveti, 'affonderebbe l’intero sistema pensionistico della categoria'
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“In qualità di presidente dell’Enpam, devo esprimere una granitica contrarietà verso chi vorrebbe far passare i convenzionati alla dipendenza”, perché “se si interrompesse il più importante flusso contributivo verso l’Ente, affonderebbe l’intero sistema pensionistico dei medici e degli odontoiatri.
Fatta questa premessa, doverosa per onestà intellettuale, sono contrario anche ideologicamente al passaggio alla dipendenza dei medici convenzionati sul territorio”.
Comincia così una lettera aperta che il presidente della Cassa previdenziale dei ‘camici bianchi’, Alberto Oliveti, ha pubblicato sul sito dell’Ente. “La prossimità dell’assistenza, quella che in questo frangente pandemico è auspicata da tutti – a cominciare da Mario Draghi – vive del rapporto di fiducia con il medico scelto. L’assistenza territoriale è centrata sul rapporto di fiducia con un medico convenzionato che viene scelto dal cittadino e che nell’ambito del servizio sanitario nazionale eroga prestazioni e servizi a un costo prefissato. Per l’efficacia della valutazione e delle decisioni, è fondamentale – si legge – la flessibilità del rapporto fiduciario. La convenzione col singolo medico, com’è ben scritto nell’accordo collettivo nazionale dell’assistenza primaria, tutela e valorizza questo rapporto tra il medico e il paziente”. Per Oliveti, “la dipendenza, invece, prescinde dal rapporto di fiducia, anzi lo minimizza. Difatti quando si pensa a prestazioni rese da professionisti subordinati, si fa come se per il paziente, un medico purché qualificato valga l’altro. In altre parole, abbandonare la convenzione statalizzando i medici, vuol dire sostanzialmente eliminare il loro rapporto fiduciario con la gente”, si chiude la missiva.
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