Anno: XXV - Numero 118    
Mercoledì 3 Luglio 2024 ore 13:15
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Enpapi guarda avanti, al suo futuro

Il prossimo quadriennio sarà sicuramente impegnativo, ma Enpapi ha iniziato un nuovo percorso di rinascita e di crescita che intendiamo proseguire con la massima determinazione.

Enpapi guarda avanti, al suo futuro

I risultati raggiunti con la legislatura che si è appena conclusa sono incoraggianti, soprattutto in considerazione delle tante difficoltà ed emergenze alle quali abbiamo dovuto far fronte. Il nostro obiettivo era ed è la ristrutturazione completa dell’Ente e una piena valorizzazione degli iscritti e delle loro competenze professionali.

Abbiamo lavorato per garantire la sicurezza per Enpapi dal punto di vista finanziario, intervenendo comunque su tutto ciò che ne appesantiva il bilancio e non apportava alcun beneficio. Siamo arrivati a buon punto, ma il lavoro non è certo terminato e c’è ancora molto da fare.

Giusto per dare qualche numero, ricordo che il Bilancio consuntivo dell’esercizio 2023 ha evidenziato un avanzo complessivo di 18,42 milioni di euro, il più alto nella storia dell’Ente e che i soli nuovi prodotti sottoscritti nell’ultimo quadriennio, che rappresentano una quota di patrimonio inferiore al 30% del totale degli investimenti complessivi, hanno generato oltre la metà dei rendimenti 2023. Di più: grazie alla riduzione degli oneri di funzionamento, è stato possibile risparmiare oltre cinque milioni di euro rispetto al quadriennio antecedente la gestione commissariale del 2019.

La Corte dei conti, lo scorso anno, ha inoltre definito Enpapi come l’Ente di Previdenza più virtuoso nel rapporto tra entrate contributive e spese previdenziali.

Negli ultimi quattro anni abbiamo cercato di offrire qualche servizio in più agli iscritti in regola con la contribuzione. In particolare, abbiamo messo a disposizione una Polizza di responsabilità civile, che sarà garantita anche per le annualità successive. Si tratta di un aspetto importante, perché finora questo strumento non era mai stato reso disponibile. Ci siamo riusciti, anche se solo nell’ultimo anno, perché si sono create le condizioni ideali, seppure in maniera residuale. Sarà, tuttavia, una costante per i prossimi anni, insieme ad altre tipologie di servizi che vorremmo mettere in campo, seguendo le tracce del programma elettorale.

Enpapi, quindi, ora guarda avanti, al suo futuro.

Tra gli altri interventi avviati, la semplificazione dell’accesso alle informazioni di interesse finanziario e previdenziale, con la promozione di nuovi percorsi di studio e un aggiornamento dedicati agli infermieri e agli assistenti sanitari liberi professionisti.

Voglio inoltre evidenziare come dal 2020 a oggi l’attuale amministrazione abbia portato avanti non solo scelte di investimento dirette a ribilanciare il rapporto tra strumenti liquidi e illiquidi all’interno del portafoglio, ma anche gravose trattative con i gestori dei Fondi al fine di ridurre commissioni e commitment.

Per quanto riguarda i cambiamenti che auspichiamo all’interno del nostro mondo professionale, mi auguro si possa intervenire a livello di assistenza, intercettando la best practice infermieristica presente in altri Paesi europei, come ad esempio la Spagna, sulle prescrizioni infermieristiche. Di questo, in Italia si parla da anni, purtroppo senza apprezzabili riscontri.

Altro tema urgente è la possibilità di inserire le prestazioni infermieristiche nei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza. Le interlocuzioni politiche che abbiamo avuto finora, però, non hanno portato a risultati utili e concreti. Vorremmo far capire alla politica che non si tratta solo di una questione di aumento di spesa a livello sanitario, ma anche della qualità di questa spesa, cioè di come spendere le risorse che annualmente vengono stanziate in ambito sanitario sull’assistenza.

È, tra l’altro, auspicabile un cambio di paradigma proprio sull’assistenza domiciliare a livello territoriale, dobbiamo passare da una forma per così dire ‘pilotata’, e quindi diretta attraverso le Aziende territoriali, alla libertà per il paziente di potersi rivolgere agli infermieri liberi professionisti che operano sul territorio. Ciò in linea con il diritto di cura sancito dall’articolo 32 della Costituzione. In sostanza, come si ha la facoltà di scegliere il medico curante, stessa libertà si dovrebbe avere nello scegliere un infermiere libero professionista, senza alcuna imposizione da parte delle Aziende sanitarie locali. Aziende che, tra l’altro, spesso esternalizzano questi servizi a soggetti terzi, a discapito della qualità professionale offerta e senza un reale risparmio di spesa.

Dobbiamo essere noi gli artefici di questo cambiamento. Bisogna essere propositivi. Non possiamo partecipare a tavoli di lavoro e rimanere imbrigliati in meccanismi e logiche di potere che non hanno alcun beneficio sulla professione stessa.

Ritengo che l’attività libero professionale possa essere adottata come modello da seguire sull’assistenza in generale, la quale deve essere gestita direttamente dagli infermieri e non da altre figure professionali. I tempi per raggiungere questi obiettivi sono ormai maturi.

Tratto da Adepp

 

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