Anno: XXV - Numero 214    
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Eppi. Aumentano i redditi di giovani e donne.

Il fatturato degli iscritti di sesso maschile è aumentato dell’82%, mentre quello delle iscritte ha visto un incremento del 68%.

Eppi. Aumentano i redditi di giovani e donne.

“Analizzando il fatturato del 2023 rispetto al 2020, si osserva che anche gli iscritti più giovani, quelli sotto i 35 anni, e quelli fino a 65 anni hanno registrato una crescita media dei fatturati superiore all’85%”. A “raccontare” la Cassa è il Presidente dell’Eppi Paolo Bernasconi in audizione alla Commissione bicamerale di controllo.

“Il sistema previdenziale adottato dall’Eppi – ha detto Bernasconi – è esclusivamente di tipo contributivo, ciò significa che la pensione dei periti industriali è calcolata sulla base dei contributi effettivamente accantonati nel corso della loro vita lavorativa. Il sistema si basa sulla capitalizzazione pura, in cui il contributo soggettivo, utile ai fini pensionistici, viene annualmente accantonato nel montante individuale di ciascun iscritto e rivalutato su base composta al 31 dicembre di ogni anno. La rivalutazione avviene esclusivamente sul montante accumulato negli anni precedenti, utilizzando un tasso di capitalizzazione che riflette la variazione della media quinquennale PIL nominale”.

Una realtà che, come ha detto Bernasconi, “ha come obiettivo principale l’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche” tanto che “el periodo dal 2012 al 2022, sono state distribuite risorse per oltre 360 milioni di euro, finanziando quasi un terzo del montante accantonato dagli iscritti. Grazie a queste politiche previdenziali virtuose, il tasso di sostituzione è raddoppiato, attestandosi intorno al 40%”.

E in futuro “Gli studi attuariali suggeriscono che, se tali misure continuassero per i prossimi 40 anni, le pensioni potrebbero raggiungere tassi di sostituzione superiori al 60%”.

Sul fronte delle politiche di sostegno “L’Eppi si propone di garantire un welfare completo per i propri iscritti, articolato su tre pilastri principali: le pensioni, l’assistenza e la tutela sanitaria. Inoltre, l’ente interviene in caso di necessità legate alla salute e offre supporto in situazioni di emergenza o calamità. Il terzo ambito di intervento dell’Eppi è dedicato alla salute, attraverso strumenti assicurativi collettivi che coprono aspetti quali la prevenzione, i check-up, le cure per gravi malattie e il sostegno in caso di invalidità o non autosufficienza”.

Per quanto riguarda il sostegno alla professione, l’ente offre contributi per l’acquisto e la

ristrutturazione di abitazioni e studi professionali, per l’acquisto di attrezzature e beni

strumentali, nonché per la formazione professionale. Inoltre, “l’Eppi fornisce un importante

supporto alle famiglie attraverso bonus nascita, tutela per i figli minori, copertura delle

spese funerarie e assistenza per familiari disabili”.

Iscritti e redditi

Al 31 dicembre 2023, l’Eppi contava poco meno di 13.000 iscritti, con una predominanza maschile. Il flusso medio delle iscrizioni si attesta intorno alle 500 unità all’anno, con una diminuzione delle cancellazioni rispetto al quadriennio precedente. Le nuove iscrizioni riguardano principalmente giovani: il 35% ha meno di 30 anni e il 25% ha tra i 30 e i 40 anni. La maggior parte degli iscritti (67%) ha un’età compresa tra i 36 e i 64 anni, mentre il 23% è over 65.

Nel 2023, il reddito medio dei periti industriali ha superato i 60.000 euro, mentre il fatturato medio si è attestato a poco meno di 88.000 euro. Entrambi questi indicatori hanno registrato un significativo incremento dell’81% rispetto al 2020. La tendenza positiva è iniziata nel 2021 e ha continuato nei due anni successivi, con tassi di crescita a due cifre che hanno interessato sia gli uomini che le donne. In particolare, il fatturato degli iscritti di sesso maschile è aumentato dell’82%, mentre quello delle iscritte ha visto un incremento del 68%.

Analizzando il fatturato del 2023 rispetto al 2020, si osserva che anche gli iscritti più giovani, quelli sotto i 35 anni, e quelli fino a 65 anni hanno registrato una crescita media dei fatturati superiore all’85%.

Le specializzazioni professionali hanno mostrato un incremento generalizzato: i professionisti nel campo della termotecnica hanno visto un aumento del 136%, quelli in

elettrotecnica e automazione dell’81%, e nel settore edilizio del 75%. Questi risultati sono

probabilmente trainati dalle politiche fiscali relative ai bonus edilizi e dall’attenzione

generale verso l’efficientamento energetico;

Di conseguenza, il gettito contributivo nell’ultimo quinquennio è aumentato del 40%,

passando da 104 milioni di euro nel 2019 a circa 146 milioni nel 2023. Nel dettaglio, i

versamenti del contributo soggettivo sono passati da 70 milioni a 91 milioni, mentre quelli

del contributo integrativo sono aumentati da 33 milioni a 54 milioni. La contribuzione media

pro capite è cresciuta dagli 8.000 euro nel 2019 ai circa 12.000 euro nel 2023, suddivisi tra

circa 7.400 euro di contributo soggettivo e 4.400 euro di contributo integrativo. Per quanto

riguarda la regolarità contributiva, al 31 dicembre 2023 si è registrato un aumento dei crediti contributivi relativi alle annualità dal 1996 al 2022, che rappresentano il 2,3% del totale della contribuzione per lo stesso periodo, in calo rispetto al 2,42% del 2022. Inoltre, il 99% dei rediti risultano oggetto di azioni giudiziali;

Al termine del 2023, il numero di pensionati è salito a 6.136 unità, con il 35% di essi (circa

2.132 soggetti) che continua a esercitare la professione e quindi a contribuire. Nel

quinquennio dal 2019 al 2023, il numero dei pensionati è aumentato del 27%, passando da

4.844 a oltre 6.136. La maggior parte dei pensionati (74%) riceve una pensione di vecchiaia, l’1% percepisce una pensione di inabilità, il 15% sono pensioni superstiti e il restante 10% beneficia di un trattamento pensionistico in regime di cumulo. La pensione media di vecchiaia si attesta su oltre 10.000 euro annui; tuttavia, poiché l’ente previdenziale è stato istituito nel 1996, l’anzianità massima contributiva può essere solo di 26 anni. Di conseguenza, per coloro che hanno solo cinque anni di contribuzione, l’importo medio della pensione scende a circa 1.300 euro annui.

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