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Formazione e assistenza: l’Enpacl progetta un futuro sostenibile

In un’intervista sulla rivista di Categoria, il Presidente Visparelli espone la ricetta dell’Ente per i mesi a venire

Formazione e assistenza: l’Enpacl progetta un futuro sostenibile

Un bilancio più che positivo alle spalle, una crisi globale ancora in atto. È questo lo scenario in cui l’Ente nazionale di previdenza dei Consulenti del Lavoro si trova a dover progettare il proprio futuro e quello deli iscritti. Per farlo, per pensare, cioè, a una ripartenza fattiva e adatta ai tempi, la parola chiave è, innanzitutto, formazione per sviluppare nuove competenze ed esplorare nuovi ambiti di esercizio della professione. Per questo motivo l’Enpacl ha organizzato in questi mesi, e continuerà in autunno, dei corsi formativi in modalità online per la gestione dello studio professionale 4.0, anche a seguito degli adempimenti legati alla sicurezza sul lavoro e la gestione dei clienti anche nei momenti di emergenza. Prioritario per l’Ente, in questo frangente emergenziale, resta poi il sostegno economico, soprattutto ai giovani iscritti, in un quadro normativo che ha sì previsto per i professionisti ordinistici dei sussidi (ca. 10.000 i Consulenti del Lavoro che ne hanno beneficiato per i mesi di marzo e aprile), ma che dall’altro lato li ha esclusi da altre misure come i finanziamenti a fondo perduto. “Punti di caduta che il Governo – spiega il Presidente dell’Enpacl, Alessandro Visparelli nell’intervista sul n. 4/2020 della rivista di Categoria – avrebbe potuto evitare attraverso il confronto con le rappresentanze professionali”. Per il Presidente, tra gli interventi che l’Esecutivo dovrebbe mettere in campo per aiutare le Casse previdenziali, “attuare o accelerare il processo autorizzatorio delle delibere adottate dagli Enti di previdenza dei liberi professionisti. Viviamo una stagione emergenziale e, così, gli interventi decisi dagli Enti in favore dei propri iscritti hanno carattere di urgenza, tanto più efficaci quanto immediati. Non è possibile che il vaglio ministeriale resti quello ordinario”, conclude.

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