Le elezioni in Cassa forense e l’intelligenza artificiale
Come ho già scritto, nel prossimo mese di aprile in Cassa Forense si terranno le elezioni per la presidenza e il rinnovo di cinque componenti del CdA.
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I numeri stanno al Sud, mentre la provvista (contribuzione) sta, in prevalenza, al Nord (si veda il Rapporto avvocatura 2024 del Censis).
Occorre trovare un giusto equilibrio tra rappresentanza, competenza e capitale.
Sarà necessaria, a mio giudizio, una nuova riforma della previdenza forense per renderla inclusiva e non esclusiva.
Perché non affidare all’intelligenza artificiale questa tornata elettorale, immettendo tutti i dati utili? CV dei Delegati, dati della rappresentanza, distribuzione dei redditi e quant’ altro il tecnico richieda.
La giornalista Flavia Santilli il 9 febbraio 2023 su www.buonenotizie.it ha pubblicato “Grazie all’intelligenza artificiale ritroveremo la fiducia nella classe politica”.
“In Italia, scrive, dove ha fiducia in chi governa soltanto il 36% della popolazione, preferiremmo che a prendere decisioni fosse un’IA al posto di un politico. Secondo il rapporto del Center for the Governance of Change (CGC), un cittadino europeo su quattro sostiene questa opportunità (in Cina sono tre su quattro). È indubbio che la rivoluzione tecnologica implica l’accesso dell’IA in campo politico. Ora che la scienza del Governo si è ridotta ad un gioco di potere non adatto ad amministrare, il popolo considera inaffidabili i politici e sfiduciante chi non lavora per il bene della collettività. D’altro canto l’IA viene settata su parametri imparziali impossibili da disattendere. Le scelte da compiere sarebbero pertinenti agli obiettivi da raggiungere e non a caso prese da un computer. La differenza che rende più attendibile un’IA sta nell’onestà d’azione: mentre un ministro, chiamato a fare delle scelte determinanti può essere influenzato dal pensiero e da altri interessi. Nel caso di un programma virtuale le decisioni da prendere equanimi, obiettive e ragionevoli metterebbero il popolo in condizione di preferire un’istituzione artificialmente inquadrata e giusta”.
Nello stesso senso Gianna Angelini, direttrice scientifica di AANT su Agenda Digitale, pubblicato il 4 gennaio 2023: “L’idea che sia un’Intelligenza artificiale a prendere decisioni politiche importanti comincia a entrare nelle corde degli europei, anche se con gradimento variabile da Stato a Stato. I cittadini riconosco alle IA quelle doti di onestà e imparzialità che percepiscono sempre meno nelle classi dirigenti”.
Della transizione tecnologia nell’avvocatura se n’è occupato anche il prof. Giovanni Maria Flick proprio sulla rivista La previdenza forense nel suo “Il ruolo dell’avvocatura nella transizione ecologica e tecnologica” affermando che “Il diritto è chiamato in causa per conformare l’intelligenza artificiale ai valori fondamentali della convivenza. Dignità, autonomia e libertà delle persone, integrità e sicurezza nel rapporto fra uomo e macchina diventano fondamentali”. E sull’uso degli strumenti tecnologici più aggiornati, perfezionati e recenti ha affermato che “è un uso che deve garantire in primo luogo i principi di sicurezza, di trasparenza, di tracciabilità, di non discriminazione e di rispetto dei diritti fondamentali della persona e dell’ambiente”.
Potrebbe essere un esperimento davvero interessante e tale da evitare tutti i “rumors” che da qualche tempo si inseguono tra questo e quel candidato.
Per un approfondimento consiglio: Intelligenza artificiale, politica e democrazia di Lucia G. Scannella.
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