L’Ente dei Periti Industriali approva il preventivo 2024
Avanzo che sfiora i 30 milioni, oltre 3,5 milioni per l’assistenza e platea dei beneficiari ampliata agli iscritti pensionati in quiescienza
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Definitiva l’approvazione del bilancio di previsione dell’EPPI – l’Ente di previdenza dei periti industriali e di periti industriali laureati – per il prossimo anno. Il Consiglio di Indirizzo Generale ha infatti acceso il semaforo verde alla proposta di budget 2024 avanzata dal Consiglio di Amministrazione a fine ottobre.
Tra i dati, oltre al positivo risultato che a fine di 2024 si prospetta di poco inferiore ai 30 milioni di euro, balza in evidenza la quota destinata ai servizi di assistenza e welfare, per l’anno prossimo stimata in 3,67 milioni di euro. Il dettaglio delle voci di spesa (Tabella 1) rappresentano l’importante impegno da parte dell’Ente verso i propri iscritti su questo fronte, che per un verso si delinea nel segno della continuità, per l’altro intende ampliare la platea dei beneficiari.
In questo senso vanno le estensioni, a partire dal prossimo anno, anche ai Periti Industriali in quiescenza, ovvero ai professionisti in pensione e non più in attività, delle polizze per grandi interventi, per la copertura Long Term Care e del ventaglio dei servizi per la salute. Operazione questa che, seppur relativamente contenuta nei costi, “è un importante segno di equità intergenerazionale – si legge nella relazione firmata dal Presidente Paolo Bernasconi – a sostegno degli iscritti più anziani e, pertanto, maggiormente bisognosi di tutele sanitarie”.
Per gli iscritti ancora in attività, restano confermate, e rinnovate, le stesse polizze assicurative a carattere collettivo, attivate attraverso Emapi – l’Ente di Mutua Assistenza per i Professionisti Italiani, compreso il servizio di check up annuale gratuito, da tempo nelle disponibilità dei servizi di prevenzione offerti dall’Ente.
Anche dal punto di vista ammnistrativo gestionale, il capitolo dell’assistenza dell’EPPI subirà una rivoluzione nel 2024: grazie all’intervenuta approvazione ministeriale, dal 1° gennaio 2024 entrerà in vigore il nuovo Regolamento delle Prestazioni di Assistenza. “Un nuovo modello non assistenzialistico – si legge nella nota di accompagno al bilancio – bensì pronto a rispondere alle esigenze delle categorie maggiormente vulnerabili, con una particolare attenzione alla salute, ai bisogni dell’attività professionale, alla famiglia e agli eventi catastrofali”. Questi i quattro capitoli del nuovo Regolamento, che sviluppa ben 27 linee di diretta attuazione e copertura da parte della Cassa, con una stima di spesa di 2 milioni di euro, tramite un sistema di emanazione a bandi.
A conferma dell’impegno e attenzione di riguardo degli organi istituzionali verso la fascia più senile degli iscritti, anche in questo caso saranno ricompresi tra i beneficiari gli iscritti in pensione non più in attività.
Un altro avvenimento di forte impatto per la gestione delle attività dell’ente e del rapporto con gli iscritti sarà l’entrata in vigore, sempre dal 1° gennaio 2024, del nuovo Regolamento per l’Attuazione delle Attività di Previdenza: il secondo polmone, insieme allo Statuto, che alimenta le attività e gli obiettivi istituzionali dell’EPPI. Il nuovo testo favorisce “la semplificazione per mezzo della digitalizzazione nel rapporto tra gli iscritti e l’Ente, la possibilità di optare per un’aliquota contributiva sino al 35%, la contribuzione agevolata per i giovani under 35 che, nella fase di avvio dell’attività sono caratterizzati da redditi bassi, l’uniformità con una più efficiente distribuzione del contributo integrativo, oltre all’equità contributiva quale condizione necessaria per poter accedere alle prestazioni” si commenta nella relazione.
Passando alla gestione amministrativa e finanziaria, quest’ultima assicurerà la copertura della rivalutazione di legge dei montanti previdenziali degli iscritti, al tasso del 2,96%, stimata in oltre 39 milioni di euro. La composizione del patrimonio si immagina destinata per l’80% in investimenti in titoli, per quasi il 12% in fondi immobiliari e per il restante 8% quale residuo di cassa.
Circa, infine, la capacità contributiva degli iscritti, è stimata per l’anno prossimo in 95,4 milioni di euro. Un dato che continua a far ben sperare nella capacità dei professionisti periti industriali di rimanere sul mercato anche in futuro (nel 2022 infatti le dichiarazioni reddituali hanno superato in media i 53 mila euro, valore aumentato di oltre il 60% rispetto al 2020).
“Non mancheremo di continuare – commenta infine il Presidente – con l’offrire un’assistenza quotidiana e diretta ai nostri iscritti, con le iniziative di promozione della cultura previdenziale e con le azioni messe in campo negli ultimi 10 anni per perseguire l’obiettivo dell’adeguatezza degli assegni pensionistici rispetto all’ultimo reddito prodotto dai nostri colleghi. Siamo stati infatti in grado di raddoppiare, dal 20 al 40%, il tasso di sostituzione. Lavoreremo per raggiungere il 60 -70%”.
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