Nessuna fusione con la cassa dei dottori commercialisti
Lo ha detto Luigi Pagliuca, numero uno della Cnpr in occasione dell’audizione alla Commissione parlamentare per il controllo delle gestioni pensionistiche.
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“Non è prevista alcuna fusione tra la Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili e la Cassa di previdenza dei dottori commercialisti”. Lo ha ribadito questa mattina Luigi Pagliuca, numero uno della Cnpr, in occasione dell’audizione alla Commissione parlamentare per il controllo delle gestioni pensionistiche che si è svolta a Palazzo San Macuto, a cui è intervenuto anche Giuseppe Scolaro, direttore generale dell’ente pensionistico.
“La Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili è organizzata secondo un modello aziendale con un focus specifico sulla gestione finanziaria e sugli investimenti. Ha adottato il modello organizzativo 231 per garantire trasparenza, prevenire conflitti di interesse e rafforzare la tracciabilità dei processi decisionali. L’obiettivo primario – hanno sottolineato Pagliuca e Scolaro – è la sostenibilità a lungo termine del fondo previdenziale, supportata da contributi e rendimenti degli investimenti. Dal 2004, il sistema contributivo è stato totalmente riformato, con contributi soggettivi, integrativi e supplementari che finanziano sia il montante individuale che il funzionamento generale dell’Ente.
La Cnpr – hanno aggiunto – gestisce un patrimonio in crescita (+13%), che a fine 2023 ha raggiunto circa 2,7 miliardi di euro, con una gestione basata su criteri di diversificazione e sostenibilità (ESG) e ha una platea di circa 27.000 iscritti.
L’Asset & Liability Management guida la politica di investimento per bilanciare rischio e rendimento in relazione agli impegni previdenziali futuri, con obiettivi come la riduzione degli asset immobiliari e l’incremento di investimenti alternativi entro il 2030. La gestione patrimoniale, diretta e indiretta, è affidata a operatori qualificati attraverso procedure trasparenti. L’Ente monitora costantemente il portafoglio – hanno concluso – per assicurare redditività e coerenza con i criteri di sostenibilità, confermando la sua solidità patrimoniale e il rispetto delle normative vigenti”.
Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Mondoprofessionisti.
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