Quale riforma previdenziale si prospetta per gli avvocati?
Cassa Forense indica 3 tre azioni per la "sostenibilità" del modello previdenziale: riforma organica, riqualificazione professionale e recupero dei contributi non versati
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Nella Relazione di Cassa Forense al bilancio di previsione 2022, tre azioni per la “sostenibilità” del modello previdenziale: riforma organica della previdenza, riqualificazione degli avvocati per la ripresa dei redditi, accertamenti e recuperi dei contributi non versati.
Siamo entrati a pieno regime nella transizione verso un modello di sviluppo “sostenibile”. Cosa significa questa parola-mantra del cambiamento ce lo siamo detti altre volte. Il termine, preso in prestito dalle scienze ambientali ed economiche, sta a significare uno sviluppo che sia capace di soddisfare i bisogni presenti senza compromettere quelli delle nuove generazioni.
Scendendo dal piano ideale alla prosa quotidiana, la verifica della sostenibilità passa dai conti e si misura adeguatamente all’interno dei bilanci, specie quelli preventivi. Un esempio è il ragionamento sotteso alla Relazione al bilancio di previsione del 2022 di Cassa Forense, dove la questione della sostenibilità del modello previdenziale emerge con prepotenza dall’esame del trend numerico degli iscritti e del loro reddito da una parte e dei pensionati e delle spese previdenziali dall’altra.245 mila sono attualmente gli avvocati iscritti alla Cassa Forense: un numero in decrescita negli ultimi anni e destinato a calare ulteriormente a causa della migrazione di un buon numero di legali nelle fila della Pubblica Amministrazione. 903,8 milioni di euro è la spesa per le pensioni degli avvocati nel 2021, in crescita nel prossimo anno a 921,4 milioni di euro. In diminuzione il reddito dei legali, complice prima l’emergenza sanitaria e adesso il cambiamento imminente del modello economico, che la categoria forense non era preparata ad affrontare.
Cresce e crescerà dunque la spesa pensionistica, diminuiscono e continueranno a diminuire i contribuenti. Perché le nuove generazioni possano continuare a godere degli stessi diritti, in ottica appunto di “sostenibilità”, si rende indispensabile una mirata programmazione di azioni. La Relazione al bilancio preventivo 2022 ne individua per il momento tre.
Prima leva sulla quale lavorare è quella del reddito degli iscritti, di cui va contrastata la continua decrescita. È necessaria -si legge nella Relazione- una riqualificazione dell’Avvocatura “verso le materie maggiormente richieste dal mercato, con riflessi positivi sulla ripresa dei redditi e, di conseguenza, al leggero aumento del gettito contributivo nel 2022” così come è inevitabile “disegnare i nuovi scenari della professione e le nuove linee reddituali e di speranza di vita, con riferimento allo scenario post COVID che, ovviamente, non potrà essere identico a quello analizzato nel periodo precedente”.
Altro passaggio, per il momento ancora appena accennato, è quello di metter mano ad una complessiva riforma della previdenza forense, attualmente allo studio di una apposita Commissione istituita nel 2020 e che dovrà consegnare un progetto entro il prossimo anno. Scopo della riforma dovrà essere quello di risolvere le criticità che rischiano di “mettere a repentaglio” la “sostenibilità finanziaria” e “l’equità generazionale” del sistema stesso.
Terzo punto, chiaramente delineato dalla Relazione: il recupero di gettito per far fronte all’attuale fase di transizione. Il tema è reputato di assoluta urgenza dall’ente previdenziale, in considerazione dell’entità degli importi a credito e delle segnalazioni degli enti di controllo e delle istituzioni (Collegio Sindacale, Corte dei Conti, Commissione bilancio, Ministeri vigilanti) ad intraprendere azioni concrete per il recupero del dovuto.
Lo sforzo della Cassa nel prossimo biennio (1° ottobre 2021-30 settembre 2023) sarà dunque quello di “riportare a regime gli accertamenti contributivi”, che riguardano una platea di 100 mila professionisti, quasi la metà degli iscritti, per un gettito atteso di 470 milioni di euro. È previsto un capitolo a parte per i “grandi evasori”, con un debito al di sopra dei 50 mila euro, per i quali non ci sarà il semplice accertamento con messa in mora, ma il recupero coattivo mediante decreti ingiuntivi.
A facilitare l’adempimento dei pagamenti potrà contribuire l’utilizzo della piattaforma Pago PA che entro il 2022 dovrà sostituire le vecchie forme di adempimento. È ancora in fase progettuale la possibilità di pagamento dei contributi minimi ed in autoliquidazione con il modello F24, novità questa che consentirebbe agli avvocati di compensare i contributi previdenziali con i crediti verso l’erario.
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