Versamento contributivo parziale e calcolo della pensione.
Inquadramento normativo: art.1 Regolamento per il recupero di anni resi inefficaci a causa di parziale versamento di contributi per i quali sia intervenuta la prescrizione.
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Con sentenza n. 1725 del 4.10.2023 il Tribunale di Messina, ha dichiarato che l’inefficacia ai fini pensionistici degli anni per i quali vi è stata parziale omissione dei contributi dovuti.
Analizziamo le ragioni logico-giuridiche della decisione.
I fatti del processo
L’avvocato ricorrente ha presentato istanza per il riconoscimento della pensione di vecchiaia. Nonostante l’accoglimento dell’istanza, le mensilità della pensione non sono state versate in attesa del saldo degli arretrati non pagati. Ne è seguito un contenzioso tra il professionista e la Cassa Forense, a seguito del quale il credito vantato da quest’ultima, relativo a tre annualità non pagate è stato dichiarato prescritto. Conseguentemente l’avvocato ha chiesto il computo delle annualità ai fini della ricostruzione della carriera contributiva, ma tale computo è stato negato dalla Cassa Forense in quanto dichiarata prescrizione non consentirebbe di calcolare le tre annualità ai fini contributivi, non essendo le stesse coperte da integrale versamento.
Il professionista ha agito in giudizio chiedendo
il riconoscimento delle annualità ai fini pensionistici e
l’annullamento del provvedimento della Giunta Esecutiva della Cassa Forense con cui è stata rigettata la sua domanda per omesso integrale versamento della contribuzione per le suddette annualità.
A sostegno delle sue ragioni l’attore ha richiamato l’orientamento della Suprema Corte di Cassazione, secondo il quale nessuna norma della previdenza forense prevede che la parziale omissione del versamento dei contributi determina la perdita o la riduzione dell’anzianità contributiva e dell’effettività di iscrizione alla Cassa (sentenza n. 30421/2019) e che, quindi, anche gli anni non coperti da integrale contribuzione concorrono a formare l’anzianità contributiva e vanno inseriti nel calcolo tanto della pensione di vecchiaia quanto nella pensione di anzianità, (Cass. nn. 5672/2012, 26962/2013).
La decisione del Tribunale
Il Tribunale ha evidenziato che
l’oggetto del giudizio consiste nel verificare se le omissioni contributive parziali abbiano o meno determinato la perdita o la riduzione dell’anzianità contributiva e dell’effettività di iscrizione alla Cassa;
le argomentazioni offerte dal succitato orientamento di legittimità fanno leva sull’inesistenza di una disposizione, applicabile ai casi trattati dalla Corte di cassazione, che ricollegasse alla parziale omissione contributiva l’annullamento sia di quanto versato sia dell’intera annualità.
Infatti, il su ricordato orientamento giurisprudenziale è relativo ad una casistica verificatasi in epoca antecedente all’approvazione del “Regolamento per il recupero di anni resi inefficaci a causa di parziale versamento di contributi per i quali sia intervenuta la prescrizione” deliberato dal Comitato dei delegati del 16.12.2005 e approvato con delibera interministeriale del 24.7.2006, regolamento che non poteva essere applicato ai casi analizzati dalla Cassazione ratione temporis.
Il suddetto Regolamento, che trova, invece, piena applicazione al caso di specie in quanto la domanda è stata presentata in data 13 maggio 2016, stabilisce che “sono considerati inefficaci ai fini del riconoscimento del diritto a pensione, nonché per il calcolo della stessa, gli anni di iscrizione alla Cassa per i quali risulti accertata un’omissione, anche parziale, nel pagamento di contributi che non possono più essere richiesti e versati per intervenuta prescrizione” (art.1).
Questa norma, dunque, dispone l’inefficacia, ai fini pensionistici, degli anni in cui risulti un’omissione contributiva anche solo parziale.
Nel caso di specie, quindi, sussiste una norma della previdenza forense (l’art. 1 del citato Regolamento) precettiva del fatto che la contribuzione deve essere integrale, con la conseguenza che la parziale omissione del versamento dei contributi determina la riduzione dell’anzianità contributiva.
Per questi motivi il Tribunale ha rigettato il ricorso.
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