A Monfalcone la sostituzione etnica è una realtà, non una teoria
La notizia di una lista etnica per le amministrative di Monfalcone la reputo una pessima notizia, specie per i diritti civili, che hanno da oggi un ulteriore pericolo, seppur ancora in nuce...
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E ho paura che non ce ne stiamo accorgendo.
A sinistra non vogliono proprio capire. Succederà quello che è avvenuto in tanti altri paesi europei. Gli islamici useranno la sinistra per entrare in politica, ma appena saranno abbastanza in una certa area si faranno la loro lista e vinceranno. A loro non interessa destra o sinistra, votano su base religiosa.
Ma una lista etnica, ripeto etnica, su base islamica, con presenza di forti elementi radicalizzati, è un rischio: per la destra, e per la sinistra.
Rischiamo di trovarci fra qualche anno con liste pro Sharia in giro per l’Italia, come già accade in Francia e non solo (e non sto facendo populismo, cito Marsiglia come esempio concreto).
La sinistra per anni ha provato a far votare di più gli stranieri, legittimamente e aggiungerei opportunamente; ora il rischio è che vadano in massa al voto seguendo liste populiste radicalizzate, e direi di base anti-diritti civili (della serie, e so che banalizzo: moschea sì, ma donne senza velo no).
La sinistra è bravissima a creare mostri: Soumahoro rischia di diventare uno di questi. Il fatto che a lanciare liste etniche sia proprio Soumahoro, la cui moglie e suocera faceva caporalato sugli stessi migranti (e va bene che il diritto penale è personale, ma politicamente è un macigno) è un perfetto ossimoro, ma è ciò che sta accadendo.
Poniamo quella lista sia come un candidato filorusso: usano la democrazia per vincere, e poi pongono le loro regole una volta vinto.
Chiaramente parliamo di una elezione amministrativa e non di una elezione presidenziale, ma in piccolo il tema è lo stesso.
Non voglio apparirle “salviniano”, ma l’immigrato standard nella comunità di Monfalcone, per lo più bengalese o pachistana, è molto simile al profilo che tra non mandare la figlia a scuola e mandarla senza velo, non la manda a scuola. Non è “razzismo”, è “pratica”. Non per nulla, casi come Saman e altri nascono nella comunità pachistana.
Dunque, non è un problema avere un sindaco musulmano, è un problema avere in Consiglio una lista che è poco più a sinistra dei talebani.
Se accettiamo che non debbano esserci movimenti illiberali in parlamento (e ad oggi non ne abbiamo, perché chiunque sia in parlamento vince e perde le elezioni senza problemi), direi non dobbiamo accettare liste islamiche.
Salvo eccezioni, nel mondo islamico l’Islam democratico non esiste: la mappa geografica ce lo mostra, purtroppo.
Sinistra e destra si parlino, e “stronchino” sul nascere le liste etniche, o rischiamo di aprire una porta che è meglio non aprire…
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