Anno: XXVI - Numero 51    
Giovedì 13 Marzo 2025 ore 13:45
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A questo punto la dissoluzione del Pd è dietro l'angolo.

Il Pd mal guidato da Elly Schlein ha toccato il fondo a Bruxelles, facendosi scavallare addirittura dal partito di Giorgia Meloni, la “pontiera” immaginaria di Trump e Musk.

A questo punto la dissoluzione del Pd è dietro l'angolo.

Il solito Pd sul riarmo: 11 a favore, 10 astenuti, ma nessun contrario.

Manca credo un discorso di verità fatto ai cittadini italiani, manca un pianificazione di lungo periodo, un’idea di Italia di lungo periodo da parte dei partiti.

Ciascuno pensa a non perdere consensi, ciascuno pensa a tenere in piedi la propria traballante coalizione.  

Se un partito si divide a metà sulla proposta del segretario… beh, ci sarà qualcosa che non va, o no?

La segretaria è stata eletta grazie ai passanti cinquestelle e a Dario Franceschini. Cosa ne poteva uscire di buono? Annunziata che ritratta il voto (e non è la prima volta), Nardella e Ricci con i massimalisti, la Strada per Tarquinio convinti ad astenersi.

 I meloniani tentano di far saltare il voto sull’Ucraina “perché scatena l’odio contro Trump e gli Usa”, poi decidono per l’astensione.

Se qualcuno voleva devastare il Pd contribuendo alla elezione di questa tristissima segreteria, bisogna dire che ci è riuscito pienamente.

Invece di lodare il fatto che la Meloni per una volta non si comporta da pasionaria populista, ma si muove con cautela, la si critica perché non segue i fanatici dell’una o dell’altra campana.

E comunque: se al governo ci fosse la Schlein con Conte e AVS, l’Italia voterebbe NO al piano di riarmo in tutte le sedi che contano.

Manca credo un discorso di verità fatto ai cittadini italiani, manca un pianificazione di lungo periodo, un’idea di Italia di lungo periodo da parte dei partiti.

L’Italia da ieri è condannata a stare ai margini e non contare niente: il governo non sa scegliere il campo in cui giocare, l’opposizione non capisce in che mondo vive, neanche quando glielo indica il gruppo parlamentare di cui fa parte. La politica estera è fondamentale: sia per identificare un governo, sia per determinare un’opposizione. In Europa devono averci preso le misure per bene, spero che non siano troppo cattivi con noi.

 

 

 

 

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